CURIAZIO Materno (Curiatius Maternus)
Uno degl'interlocutori del dialogo De oratoribus, dove sostiene che è preferibile dedicarsi alla poesia che all'eloquenza. Nel 74, l'anno in cui l'autore del dialogo immagina tenuta la conversazione, C. aveva già scritta una tragedia di titolo ignoto, composta e recitata sotto Nerone, in cui aveva attaccato forse allegoricamente Vatinio, favorito dell'imperatore, una Medea, e due tragedie d'argomento romano, Cato, l'Uticense, e Domitius, quel Cn. Domizio Enobarbo che ebbe una parte importante nella storia del II triumvirato e di cui lo Shakespeare ha fatto un personaggio dell'Antonio e Cleopatra. In quel tempo stava componendo un Tieste. Quantunque le tragedie di Curiazio fossero destinate solo alla recitazione, è improbabile ch'egli sia da identificare con quel retore Materno, che Dione Cassio ci narra essere stato condannato a morte da Domiziano, per aver declamato contro i tiranni.
Bibl.: Schanz, Gesch. d. röm. Litt., II, ii, 3ª ed., pp. 142-43; Wissowa, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 1832-34.