Curling
Sulle origini del curling (dall'inglese to curl "far muovere a spirale"), sorta di bocce su ghiaccio, esistono versioni discordanti. Un reperto che testimonierebbe l'origine scozzese del gioco è l'antica pietra da lancio, detta Stirling stone, rinvenuta sul fondo di un lago nei pressi di Stirling, in Scozia. La pietra pesa circa 10 kg, cioè la metà di una attuale, è piatta e squadrata, ha una scanalatura per la presa e reca un'incisione con la data 1511. Tre opere fiamminghe del 16° secolo che raffigurano scene di un gioco sul ghiaccio simile al curling proverebbero un'origine continentale del gioco: si tratta di Cacciatori nella neve e Paesaggio invernale con trappola per uccelli, dipinte da Pieter Bruegel il Vecchio nel 1565, e Inverno, dipinto da Jacob Grimmer nel 1575. In realtà lo sport raffigurato è l'Eisschiessen ("lancio del ghiaccio") praticato da secoli in Austria, dove Bruegel soggiornò per un certo periodo della sua vita, e considerato un antenato del curling. I due giochi hanno in effetti molte caratteristiche comuni. L'attrezzo (Eisstock) usato nel primo ha però una base e un manico di legno, è incerato come si fa con gli sci e ha intorno un anello di ferro per parare i colpi.
Furono comunque gli scozzesi a formalizzare le regole del curling. Nel 1716 sorse il primo club nel villaggio di Kilsyth, e altri seguirono nella Scozia centrale. La costituzione ufficiale del primo club scozzese, il Grand Caledonian Curling Club, avvenne il 25 luglio 1838 all'Hotel Waterloo di Edimburgo; dal 1842 il nome cambiò in Royal Caledonian Curling Club (RCCC) in seguito alla visita della regina Vittoria. Tale associazione definì le regole fondamentali, da quell'epoca rimaste quasi invariate, e si pose come obiettivo principale 'unire i giocatori di tutto il mondo in un'unica grande fratellanza'. Nel frattempo i coloni avevano portato il gioco in Canada, dove nel 1807 era stato fondato il Royal Montreal Curling Club. Si giocava con pietre di granito proveniente dall'isola di Ailsa Craig in Scozia, ma anche con irons, vale a dire attrezzi di ferro. Nell'Ontario si scoprì che il granito del fiume omonimo era inadatto al curling. Ci fu allora chi avanzò l'idea di usare ceppi di legno provvisti di un anello di ferro come zavorra, e per molti anni tali stones vennero utilizzate dai praticanti. Contemporaneamente, il curling delle regioni orientali canadesi cadde sotto l'egida di altri club regolarmente costituiti. Il primo venne formato nel 1820 a Kingstone; alla metà dell'Ottocento il gioco era ormai popolare anche nell'Ovest, particolarmente in Manitoba, Saskatchewan e Alberta. Nel 1876 furono fondati alcuni club nella cittadina di Winnipeg; subito dopo si costituirono club a Emerson e a Portage La Prairie, nelle città di Brandon (1883) e di Stonewall (1884). Nel 1888 si tenne un raduno al Winnipeg Granite Curling Club al fine di organizzare un'associazione provinciale. Fu allora che nacque il Winnipeg Bonspiel, da molti ritenuto la prima manifestazione di curling in Canada. Nel 1927 si tenne il primo Campionato canadese; due anni dopo, a Montreal, un grande torneo su ghiaccio artificiale aveva messo a confronto iron curlers e granite curlers, con la vittoria di questi ultimi; a seguito di ciò, un imprenditore di una compagnia del tabacco, Howard Stewart, si offrì di rimpiazzare gratuitamente le stones di ferro con stones in granito. Unite le due forme di gioco, nel 1933 si formò la Dominion Curling Association.
Il fattore decisivo che diede un forte impulso alla diffusione del gioco fu l'utilizzazione di ghiaccio artificiale. Dopo la seconda guerra mondiale l'incremento degli impianti artificiali incoraggiò i golf club a costruire piste da curling. Nel 1959 si svolse la prima edizione del trofeo Scotch Cup, sponsorizzato dalla Scotch Whisky Association, in cui si affrontarono i più forti giocatori della Scozia e del Canada. Il confronto permise l'omologazione degli stili e la costituzione, nell'aprile del 1966, della International Curling Federation (ICF), organo che inizialmente incluse Scozia, Canada, Stati Uniti, Norvegia, Svizzera e Francia. Nel 1971 entrarono l'Inghilterra e la Danimarca, quindi l'Italia e la Finlandia. Negli anni Ottanta e Novanta la ICF si rese indipendente dal RCCC, del quale in realtà era stata una specie di sottocomitato. Nel 1991 mutò il nome in World Curling Federation (WCF) e accolse altri paesi europei ‒ riunitisi nella European Curling Federation (ECF) ‒ e dell'area Oceania-Asia.
La ICF nacque con l'obiettivo di introdurre il curling alle Olimpiadi invernali. Già nel 1924, a Chamonix in Francia, la disciplina era stata presentata ai Giochi. Ma fu solo a Calgary (1988) che il curling fu nuovamente presente in qualità di sport dimostrativo. L'esibizione di Calgary dimostrò che c'era ancora da lavorare per entrare a pieno titolo nel consesso olimpico. Nel 1991 la neonata WCF convinse molti paesi, che non vantavano grandi numeri in fatto di club e praticanti, ad aderire. Il curling aveva bisogno infatti di un numero minimo di membri (25) appartenenti a tre continenti diversi per essere riconosciuto come sport olimpico. Il curling fu così accettato nel 1992, e sei anni più tardi il Comitato organizzatore di Nagano 1998 decise di inserirlo tra le discipline olimpiche.
Nel 1953 il curling venne accettato come disciplina ufficiale dalla Federazione italiana sport del ghiaccio (FISG). L'anno successivo a Cortina d'Ampezzo, dove già dagli anni Venti il gioco era praticato a livello amatoriale, furono fondati i primi club: il CC Cristallo e il CC Miramonti. Nel 1955, sempre a Cortina, si disputò il primo Campionato italiano. Nel 1957 nacque il CC Cortina e successivamente, per una scissione del Cortina e una fusione tra Cristallo e Miramonti, sorsero il CC 66 e il CC Dolomiti. Nel 1972 si costituì a Cortina, per iniziativa di quindici club, la Italian Curling Association (ICA): Cortina, Dolomiti, 66, 66 Ladies, Doria, Dolomiti Damen, Tofane (Cortina), Lago Santo (Cembra), Stella Alpina (Cembra), Vecchia Trento, 74 (Trento), Coala (Ziano di Fiemme), Bladen (Sappada), Canada (Tai di Cadore), Canada Ladies (Tai di Cadore). Primo presidente dell'ICA fu Ivo Lorenzi. Con l'adesione alla ICF e la partecipazione (1973) ai campionati del mondo il curling crebbe sia a livello organizzativo sia nel numero di partecipanti e appassionati. Nel 1979 Cortina ospitò i Campionati Europei; da allora il curling italiano ha partecipato alle più importanti manifestazioni internazionali. La FISG aderisce ai massimi enti internazionali: WCF, ECF e RCCC.
Il campo di curling, detto rink, è coperto di ghiaccio, è lungo 44,5 m e largo 4,75 m; la superficie deve essere perfettamente livellata per consentire alla pietra (stone) di scivolare col minimo attrito; ove possibile, il rink viene posto in una struttura al coperto avvalendosi della refrigerazione artificiale. Molto importante per la preparazione del ghiaccio è il cosiddetto pebble, uno spruzzo d'acqua nebulizzata che ghiaccia al contatto con la pista. Il pebble aiuta le pietre a slittare più velocemente anche se, durante la gara, l'azione del pebble sulle pietre può modificarsi a causa dell'erosione provocata dall'attrito. In prossimità di ciascuna delle due estremità del campo sono tracciati quattro cerchi concentrici detti case (houses). Il centro delle case, chiamato tee, viene individuato dal punto d'incontro di due linee: la center line, che divide il campo a metà longitudinalmente, e la tee line, posta a 4,88 m dal fondo della pista. Sul campo, a circa 11,28 m dalle due estremità, sono segnate altre due linee, chiamate hog lines. Gli anelli del bersaglio sono definiti dal loro diametro: 4, 8 e 12 piedi, e si distinguono per il colore blu, bianco e rosso. Vicino al fondo della pista, a cavallo della center line, sono poste le hacks, cioè le staffe, utilizzate dai giocatori per avere un punto d'appoggio al momento del tiro. La staffa è collocata sulla linea del piede (foot line) con il bordo interno a 7,6 cm dalla center line, in maniera che tutte le pietre siano posizionate in fase di lancio sulla center line. La stone è realizzata in un unico blocco di un particolare granito arrotondato e levigato alla base, fasciato di ferro e munito nella parte superiore di un'impugnatura metallica o di legno. La stone, completa di impugnatura, non può superare il peso di 19,96 kg, avere una circonferenza maggiore di 91,44 cm o un'altezza inferiore a 11,43 cm. Ogni giocatore ha una speciale scopa o spazzola (broom). Ne esistono due tipi: la canadese (canadian broom), che ha la saggina scoperta oppure ricoperta da una fodera di panno; la scozzese (push broom), che ha il manico allungato e la parte a contatto col ghiaccio ridotta a un rettangolo di setola di piccole dimensioni. Mentre la canadese produce la fusione del ghiaccio attraverso un'azione a percussione, quella scozzese lo fa mediante il semplice attrito. L'abbigliamento, vista la bassa temperatura a cui si gioca, comprende tute imbottite composte di materiali traspiranti, guanti e scarpe speciali, la cui suola normalmente è di teflon. A nessun giocatore è concesso di utilizzare calzature ed equipaggiamento che possano danneggiare la superficie del campo di gioco.
Il curling si gioca tra due squadre composte da quattro giocatori, i quali lanciano a turno le pietre a bersaglio, mentre il capitano (skip), o il suo vice nel suo turno di lancio, sosta nella house. Lo scopo del gioco è tirare una o più pietre il più vicino possibile al centro del bersaglio, il tee, che ha la stessa funzione del pallino delle bocce. La partita è composta da 10 mani (ends), in ognuna delle quali i giocatori lanciano, alternativamente con la squadra avversaria, due pietre ciascuno. Al termine di ogni tempo s'inverte la direzione di lancio. La somma dei punteggi dei tempi determina il risultato della partita. In caso di pareggio, si gioca un tempo supplementare. La squadra che per sorteggio inizia il gioco ha diritto a scegliere le pietre, che manterrà per tutto l'incontro. Durante la partita sono permesse due sostituzioni, ma non si può continuare a giocare con meno di tre elementi.
Lo skip dirige la squadra e determina la strategia di gioco. Quando è il turno della propria squadra, lo skip sceglie uno dei propri giocatori affinché agisca in sua vece; in genere, egli si riserva l'ultimo tiro. Nella rotazione, il lead (primo giocatore) tira per primo; il vice-capitano, che coadiuva lo skip nella strategia, per terzo. Due giocatori spazzano il ghiaccio con le scope (sweeping), cercando di modificare la traiettoria e la velocità della pietra. Solamente gli skips possono stare dentro la house. Lo skip della squadra che sta tirando ha la scelta del piazzamento, che non può essere impedito dallo skip avversario. I giocatori, eccetto lo skip e il suo vice, devono sostare lungo i lati del campo, entro la hog line, tranne ovviamente quando devono spazzare o tirare. Per uscire dal rink un giocatore deve informare il giudice di campo e lo skip; la partita, comunque, non si ferma. L'unica interruzione prevista è quella per la pulizia del campo in competizioni senza limiti di tempo.
Le norme che regolano l'esecuzione del tiro sono molte; per esempio, se una pietra si rompe, ne viene posizionata un'altra al posto del frammento maggiore, in modo che il frammento più vicino al centro dei cerchi (button) sia coperto dalla pietra. Quando un'impugnatura si sgancia durante il lancio, il giocatore è autorizzato a ripetere il lancio. Una pietra viene rimossa dal gioco nei seguenti casi: 1) quando si rovescia o si ferma sul fianco o sull'impugnatura; 2) quando non giunge a superare completamente la hog line, a meno che non abbia toccato un'altra pietra in posizione di gioco; 3) quando oltrepassa completamente la linea di fondo campo (back line); 4) quando tocca un bordo laterale (side board) o si ferma sulla linea laterale (side line); 5) quando un giocatore lancia fuori turno; 6) in vari casi di pietre impropriamente toccate dai giocatori. Nessuna pietra può essere misurata con lo strumento finché l'ultima della mano non si è fermata. Nella fase di lancio, la pietra deve essere abbandonata dalla mano prima che tocchi la hog line. Se il giocatore viola la hog line, la pietra è subito rimossa. Se ne colpisce un'altra, quella lanciata è rimossa e ogni pietra spiazzata viene ricollocata al posto originario. La recidività viene penalizzata con la rimozione della pietra e la sospensione del giocatore per il resto della partita. Una pietra che nel lancio non sia stata abbandonata dalla mano del giocatore e che non abbia toccato la più vicina tee line può essere nuovamente lanciata dalla staffa. Nel caso in cui una squadra lanci per sbaglio due pietre in successione nella stessa mano, lo skip avversario rimuove la pietra giocata per ultima, ripiazzando ogni pietra mossa nel lancio. Altre penalità riguardano le pietre ferme o in movimento, toccate impropriamente dai giocatori della squadra che lancia o di quella che osserva.
Lo sweeping (azione di scopa) ha pure le sue regole: 1) fra le tee lines, una pietra lanciata o messa in movimento da un'altra pietra può essere soggetta ad azione di scopa da ognuno dei giocatori della squadra cui appartiene; 2) dietro la tee line, lo skip (o il suo vice) di ciascuna squadra è autorizzato ad agire di scopa su qualsiasi pietra, ma nessuno può farlo con una pietra avversaria che ancora non abbia raggiunto la tee line; 3) lo sweeping deve svolgersi ortogonalmente al senso di direzione della pietra, su tutta la superficie di ghiaccio toccata da questa, e in modo che l'ultimo movimento della scopa sia verso l'esterno; 4) quando l'azione è svolta da scopa scozzese (brush), nessuna parte del suo manico deve trovarsi al di sopra della pietra.
Il punteggio si basa su cinque regole: 1) a ciascuna squadra si assegna un punto per ogni pietra più vicina al centro dei cerchi (button) di qualsiasi altra appartenente alla squadra avversaria; 2) ogni pietra che si trova dentro il cerchio esterno oppure lo tocca è assegnabile come punto; 3) le misure sono prese dal centro dei cerchi alla parte più vicina della pietra; 4) se due o più pietre sono ugualmente vicine al centro da rendere impossibile l'impiego del compasso misuratore per stabilire il punteggio, la mano è considerata nulla, ovvero l'ulteriore punto non viene assegnato; 5) una mano viene dichiarata conclusa nel momento in cui i due skips, o i loro vice, sono d'accordo circa il punteggio.
Lo skip decide la strategia della partita. Dall'estremità del campo segnala al giocatore l'effetto (out-turn oppure in-turn) e il tipo di lancio desiderato (a punto, guardia, bocciata, appoggio). La direzione che deve assumere la pietra è indicata dalla posizione della scopa tenuta dallo skip. Un modo per indicare il senso rotatorio da imprimere alla pietra è quello di stendere all'infuori il braccio, ortogonalmente al corpo. Così un giocatore che lanci col braccio destro, guardando verso lo skip che desidera un lancio out-turn (senso antiorario), vedrebbe il braccio disteso alla propria sinistra. In accordo con ciò, l'estremità aperta dell'impugnatura dovrà girare, affinché il lancio risulti corretto, verso sinistra. Il segnale in-turn è l'opposto, con l'impugnatura ruotata a destra. Altro segnale dello skip è quello consistente nel battere o strisciare leggermente la scopa sul ghiaccio per indicare un draw, cioè un lancio a punto. Il luogo dove la scopa viene battuta è dove lo skip spera che la pietra si fermi, mentre il posto dove viene messa in seguito la scopa (con la parte più sottile rivolta al giocatore sulla staffa) indica la direzione secondo la quale la pietra deve essere lanciata in base alla strategia del capitano. Un raise (spingere una pietra da una posizione a un'altra più prossima al centro, la cosiddetta 'promozione') si indica tenendo la scopa in aria orizzontalmente con entrambe le mani e poi toccando leggermente con la scopa la pietra da promuovere. Un take-out, cioè la bocciata a buttare fuori, è segnalata generalmente col toccare la pietra da rimuovere con un movimento pendolare della scopa. Una guard (guardia) è segnalata con la scopa tenuta orizzontalmente in basso a braccia tese e divaricate, indicando poi il luogo ove si vuole arrivi la pietra.
Sulla staffa, prima ancora di muoversi, il giocatore deve avere ben compreso il tipo di lancio richiesto e quindi concentrarsi sulla sua corretta realizzazione. Dalla posizione di attesa sulla staffa (stance) si sceglie l'impugnatura e si effettua il lancio con scivolata (sliding delivery); azione che è composta da altri cinque elementi: 1) up, elevazione; 2) back-swing, movimento pendolare all'indietro; 3) down-swing, pendolare all'ingiù; 4) forward-swing, in avanti; 5) follow-swing, continuazione del movimento in avanti. Per quanto riguarda lo sweeping, si distinguono due tecniche: quella 'canadese' implica una stretta cooperazione dei muscoli delle gambe e delle braccia; la presa può essere a mano alta o a mano bassa. Con la 'scozzese' la presa è bassa e il peso del corpo viene tutto scaricato sulla scopa. La decisione se effettuare lo sweeping e il tipo di scopa da usare è quasi sempre delegata allo skip.
In breve, la strategia del curling concerne le decisioni che una squadra adotta sul tipo di tiri e su come piazzare le pietre all'interno del campo di gara. Altri elementi svolgono un ruolo che può risultare spesso decisivo: è per esempio molto importante avere l'ultimo turno di tiro, riuscire a capire le condizioni del ghiaccio prima dell'avversario e da ciò ricavare un vantaggio, conoscere i punti deboli dell'avversario e pianificare il proprio gioco tenendone conto; capire quando la fase di gioco richiede di giocare in take-out oppure in draw. Il take-out è un tentativo di colpire la pietra dell'avversario in modo da mandarla fuori campo, mentre il draw è un tiro che costringe l'avversario all'azione. Giocare una partita in draw è sempre rischioso, mentre il take-out offre di solito meno probabilità di errore. Quando si ha l'ultimo tiro, la strategia migliore è quella di tenere le pietre distanti tra loro, ai due lati opposti del bersaglio. In termini tecnici, si usa dire splitting the house. Il motivo è prevenire che l'avversario esegua un doppio take-out e riesca a rimuovere entrambe le pietre in un solo tiro. Se non si ha a disposizione l'ultimo tiro, allora è bene cercare di ostacolare l'avversario piazzando una guardia di fronte al centro della casa. Quando una squadra riesce a fare punti anche non avendo il diritto a tirare per ultima, si dice che ha rubato un punto (stealing a point). Nel corso di una partita si alternano entrambe le strategie. La squadra col vantaggio di tirare per ultima si adopera per mantenere la fronte del campo sgombra e marcare così due punti; l'altra squadra cerca di creare l'assembramento nella zona centrale e rubare il punto.
I campionati canadesi vengono considerati, per la qualità dei giocatori e l'agonismo degli incontri, i più prestigiosi dal punto di vista tecnico e dello spettacolo. La competizione senior maschile, giunta alla settantaseiesima edizione nel 2005, dura nove giorni ed è sicuramente il più grande spettacolo di curling che sia possibile vedere. La manifestazione ebbe origine in un tour di esibizioni organizzato nel 1925 dalla McDonald Tobacco Company e prese il nome di Brier da quello delle cartine che servivano ad arrotolare il tabacco in sigarette. I campionati nazionali iniziarono nel 1927 al Toronto Granite Club, dove si tennero fino al 1941. Attualmente, la manifestazione è organizzata dalla Canadian Curling Association (CCA) e da 1500 volontari.
Le gare hanno un elevato tenore agonistico e le squadre si affrontano in round robin (torneo in cui ogni squadra gareggia contro tutte le altre) nei primi sei giorni. Le prime quattro passano a un complicato play-off, chiamato page system. Seguono quindi le semifinali e la finalissima. Il team vincitore rappresenterà il Canada ai campionati del mondo. Il nome dei campioni è iscritto nella Brier Tankard. La versione femminile dei campionati senior si chiama The Scott Tournament of Hearts; anche se non vanta la stessa popolarità di quello maschile, il campionato femminile esprime lo stesso livello agonistico e ha una struttura organizzativa molto simile. Altri tornei di rilievo sono le rassegne nazionali junior maschile (dal 1950) e femminile (dal 1971).
La prima edizione dei Mondiali maschili si svolse nel 1959 in Scozia, con una sfida tra una rappresentativa scozzese e una canadese vinta dai nordamericani. Nel 1961 la Scotch Cup si allargò agli Stati Uniti e continuò a inserire, edizione dopo edizione, nuove rappresentative. Nel 1968 lo sponsor Scotch Whisky Association lasciò il campo alla Air Canada; la manifestazione cambiò quindi il nome in Air Canada Silver Broom. Nel 1985 la Air Canada si ritirò e, per alcuni anni, non si riuscì a trovare un nuovo sponsor; infine subentrò la Ford. Dalla prima edizione a quella del 2004 il mondiale maschile è stato dominato dal Canada con 28 ori, seguito da Svezia (5), Stati Uniti (4), Scozia (3 ori e 16 argenti), Svizzera e Norvegia (ambedue con 3 argenti). Dieci squadre vengono selezionate da una base di trenta rappresentative federali: sette posti spettano all'Europa, due al Nord America e uno alla regione del Pacifico. È ovvio che, con questo sistema, Canada e Stati Uniti godono di un'entrata libera alla manifestazione, mentre i paesi europei devono conquistarsi la qualificazione. I dieci teams danno vita a un torneo che ha le stesse modalità della Brier.
La prima edizione dei Campionati del Mondo femminili si tenne nel 1979 a Perth, in Scozia, e fu vinta da una squadra svizzera. Nel 1989 la ICF decise di far svolgere insieme i campionati femminili e maschili, riunendoli in un unico evento. Dalla prima edizione al 2004 il Canada si è aggiudicato 13 ori, seguito da Svezia (5), Norvegia e Svizzera (2), Germania, Danimarca, Stati Uniti, Scozia (1). I campionati del mondo sono organizzati dalla WCF.
La prima edizione dei Campionati d'Europa si svolse nel 1975 a Mégève, sulle Alpi francesi. Fu vinta dalla Norvegia in campo maschile e dalla Scozia in quello femminile. Dalla prima edizione al 2004, in campo maschile, la Scozia ha vinto 10 ori, seguita da Svizzera e Germania (6), Svezia (5), Norvegia (2) e Danimarca (1); l'Italia è salita una volta sola sul podio, aggiudicandosi un bronzo nel 1979. In campo femminile la Svezia ha vinto 9 ori, seguita da Svizzera (3), Scozia e Germania (1); la rappresentativa italiana ha vinto un argento nell'edizione del 1982. Attualmente i campionati si svolgono sotto l'egida della ECF.
Il curling ai giochi olimpici osserva le regole internazionali in uso ai campionati mondiali. Per esempio, la superficie del campo è più larga rispetto agli standard canadesi; il line-up è più concentrato, con otto squadre maschili e otto femminili qualificate. La procedura di selezione è un complicato sistema di punteggi basato sui risultati conseguiti nelle edizioni dei campionati del mondo durante il quadriennio olimpico. Non c'è torneo di qualificazione diretta e il torneo olimpico prevede un round robin, con le migliori quattro squadre che avanzano ai play-offs. Le perdenti delle semifinali vanno alla finale per la medaglia di bronzo; le vincenti si giocano l'oro e l'argento. Al torneo di esibizione del 1988 a Calgary s'impose la Norvegia tra gli uomini e il Canada tra le donne. A Nagano 1998 il titolo maschile andò alla Svizzera, che batté a sorpresa in finale il Canada. Le canadesi vinsero il titolo femminile, superando la Danimarca. Nel 2002 a Salt Lake City vinse la Norvegia tra gli uomini e la Gran Bretagna tra le donne.
I campionati italiani senior si svolgono ogni anno dal 1955, a eccezione di poche edizioni non disputate. Il torneo è stato quasi sempre vinto da squadre di Cortina d'Ampezzo. Le società che vantano il maggior numero di titoli sono: Cristallo, Cortina, 66, Tofane e Dolomiti. I campionati senior femminili si svolgono dal 1976. Li hanno vinti società di Auronzo di Cadore e di Cortina, quali il 66 Ladies, l'Olimpia e il New Wave Curling.
In campo nazionale le società di curling partecipano alle seguenti manifestazioni: Coppa Italia, campionato italiano assoluto maschile, campionato italiano assoluto femminile, campionato italiano juniores maschile, campionato italiano juniores femminile, campionato italiano giovanissimi, campionato italiano misto, campionato italiano individuale.
In campo internazionale le rappresentative nazionali partecipano alle seguenti manifestazioni: giochi olimpici invernali, campionato del mondo maschile e femminile, campionato del mondo juniores maschile e femminile, campionato d'Europa maschile e femminile, European Junior Challenge.
La svedese Elisabet Gustafson (n. 1964) è stata l'unica skip capace di vincere, insieme alle compagne di squadra Katarina Nyberg, Louise Marmont, Elisabeth Persson, quattro titoli mondiali (1992, 1995, 1998, 1999). Oltre ad avere partecipato a numerosi eventi agonistici di alto livello, Gustafson è considerata una giocatrice dotata di un'ottima tecnica di lancio risultata spesso decisiva a fine partita.
Il canadese Ernie Richardson ha capitanato l'unica squadra che è riuscita a vincere quattro campionati della Brier: un team familiare composto dal cugino Arnold come vice, dal fratello Garnet e da un altro cugino, Wes. Hanno vinto inoltre quattro campionati mondiali e dominato ogni evento al quale hanno partecipato tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta.
La canadese Sandra Schmirler (1963-2000) e le sue compagne Jan Betker, Joan McCusker e Marcia Gudereit vengono ricordate come il miglior team femminile della storia del curling. Hanno vinto infatti tre titoli mondiali, tre canadesi e la prima medaglia olimpica del curling nel 1998.
Il canadese Ed Werenich ha vinto due Campionati Mondiali (1983 e 1990) e due canadesi. Giocatore di ottima strategia e dotato di uno stile di gioco aggressivo molto apprezzato dal pubblico, Werenich nella sua carriera ha avuto l'opportunità di capitanare molti teams.
W. Hansen, K. Martin, Curling. The history, the players, the game, Toronto, Key Porter, 1999.
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B. Weeks, Curling for dummies, Toronto, CDG Books, 2001.
Si vedano inoltre i periodici: The Canadian Curling News, CCA, Toronto; The Ontario Curling Report, Toronto.