Bernhardt, Curtis (propr. Kurt)
Regista cinematografico tedesco, naturalizzato statunitense, nato a Worms il 15 aprile 1899 e morto a Pacific Palisades (California) il 22 febbraio 1981. Abile artigiano, dopo una carriera europea all'insegna dell'eclettismo, in Germania e poi in Francia e in Gran Bretagna, emigrò negli Stati Uniti, dove si specializzò in melodrammi costruiti intorno a dive di grande richiamo, alternandoli a gialli non privi di introspezione psicologica. La critica lo ha per lo più collocato in posizioni di secondo piano a causa della mancanza di un forte tocco personale nelle sue opere, ma la retrospettiva a lui dedicata nel 1982 al Festival di Berlino ha segnato l'inizio di una rivalutazione.
Dopo gli studi di recitazione alla scuola statale di arte drammatica di Francoforte e varie esperienze di attore e regista teatrale, esordì nel cinema nel 1924, dirigendo un film antimilitarista finanziato dal Partito comunista tedesco, Namenlose Helden. Con l'eclettismo che gli sarà sempre caratteristico, si dedicò quindi a drammi sentimentali, come Die Waise von Lowood (1926), tratto dal romanzo Jane Eyre di Ch. Brontë, o Die Frau, nach der Mann sich sehnt (1929; Enigma), con Marlene Dietrich, per la prima volta protagonista. A essi alternò vasti affreschi di argomento bellico, cupi e magniloquenti, che ne fecero uno dei registi più in vista del suo Paese. I due film di maggior successo, basati entrambi su episodi delle guerre contro Napoleone in Germania, furono Die letzte Kompagnie (1930; L'ultima compagnia), considerato il primo vero film sonoro tedesco, e Der Rebell (1932; Il grande agguato), diretto insieme a Luis Trenker e Edwin H. Knopf. Benché queste due opere fossero state additate dal futuro ministro della propaganda, P.J. Goebbels, come perfetti esempi dello 'spirito tedesco' nel cinema, all'avvento dei nazisti al potere B. fu arrestato dalla Gestapo; rilasciato poco tempo dopo, fuggì subito in Francia. Dal 1935 risiedette soprattutto in Gran Bretagna, dove girò The beloved vagabond (1936; L'amato vagabondo). Tornò occasionalmente in Francia per dirigervi quattro film (prevalente-mente di genere poliziesco). Proprio il suo penultimo film francese, Carrefour (1938; Un caso famoso), ebbe un grande successo negli Stati Uniti, e gli aprì le porte di Hollywood: nel 1939 potè firmare così con la Warner Bros. un contratto di sette anni. Dopo aver cambiato il nome da Kurt in Curtis, si dedicò a una produzione di tipo sostanzialmente commerciale, anche se di buon livello e condotta con sicuro mestiere. Divenne in breve tempo uno specialista dei cosiddetti melodrammi femminili, storie sentimentali a forti tinte che si reggevano soprattutto sul carisma e sulle doti istrioniche delle attrici protagoniste: diresse così, tra le altre, Miriam Hopkins in Lady with red hair (1940; La signora dai capelli rossi), Olivia de Havilland in My love came back (1940) e in Devotion (1946; Appassionatamente), Bette Davis in A stolen life (1946; L'anima e il volto) e in Payment on demand (1951; L'ambiziosa), Barbara Stanwyck in My reputation (1946; Quella di cui si mormora), Joan Crawford in Possessed (1947; Anime in delirio). Si cimentò occasionalmente anche con il giallo, dimostrando nei casi migliori, come Conflict (1945; Nebbie) con Humphrey Bogart, e soprattutto The high wall (1947; La muraglia delle tenebre) con Robert Taylor, una buona capacità di delineare con rigore i personaggi. Il passaggio alla Metro Goldwin Mayer e ancor più quello successivo alla RKO segnarono l'inizio del suo declino: negli anni Cinquanta si dedicò prevalentemente ai remake (che si rivelarono in generale inferiori agli originali), come The merry widow (1952; La vedova allegra) con Lana Turner, o Miss Sadie Thompson (1953; Pioggia) con Rita Hayworth. A partire dal 1956 interruppe la sua attività.
Aufruhr der Gefühle: die Kinowelt des Curtis Bernhardt, hrsg. Stiftung Deutsche Kinemathek, München 1982; Curtis Bernhardt, ed. M. Kiersch, Metuchen (NJ) 1986.