CURUPEDIO (Ciripedio o Corupedio [Κούρου πεδίον, Κύρου ΙΙ., Κόρου ΙΙ.: la forma esatta è probabilmente la prima])
Luogo della battaglia decisiva combattuta fra Lisimaco re di Tracia e Seleuco I re di Siria. Contradditorie sono le notizie antiche circa la posizione geografica, e incerta la data. Secondo Appiano (Syr., 62) la battaglia avvenne in Frigia Ellespontica; la combinazione di Eusebio I, 233 Schöne, con Strabone, XIII, 626 e 629, aveva già fatto ritenere ad alcuni moderni che la battaglia si fosse svolta in Lidia, presso il fiume Frigio a nord di Magnesia al Sipilo. La scoperta di due epigrammi tombali riferentisi a un caduto in una battaglia di Curupedio presso il fiume Frigio (B. Keil, Rev. de Phil., XXVI, 1892, p. 257, e Beloch, Griechische Geschichte, IV, 11, p. 458), anche se non sia assolutamente sicuro che si tratti della nostra battaglia, hanno dato ragione alla localizzazione in Lidia. Donde si deduce che la campagna militare si iniziò con l'invasione da parte di Seleuco della Lidia appartenente a Lisimaco; e probabilmente Sardi era già caduta (Polieno, IV, 9, 4), quando Lisimaco, sceso a contrastare il passo, fu sconfitto e perdette la vita. Tutto il regno di Lisimaco passò per brevissimo tempo a Seleuco. Non si conoscono particolari sulla battaglia, la cui data dipende per noi dalla morte di Seleuco, che sappiamo essere avvenuta circa 7 mesi dopo (Giustino, XXVII, 4, 2). Poiché i documenti cuneiformi combinati con una iscrizione di Mileto sembrano provare che Seleuco morì tra il 30 novembre 281 e il marzo 280, la battaglia dovrebbe essere accaduta nella primavera-estate del 281. Ciò però è in contraddizione con un passo di Polibio (II, 41, 1), secondo cui Tolomeo Cerauno sarebbe morto ancora nell'anno attico 281-80, pur avendo regnato (come sappiamo da altre fonti) un anno e cinque mesi dopo Seleuco; chi accetta il dato di Polibio deve porre la battaglia nel 282.
Bibl.: I. Beloch, Griech. Gesch., Berlino e Lipsia 1927; IV, i, p. 243 segg., e IV, ii, p. 458 segg. Per la cronologia: stanno per il 281, Beloch, op. cit., p. 107 segg.; W.W. Tarn, in Cambridge Ancient History, VII (1927), p. 98, n. 1, e in Journal of Hellenic Studies, LIV (1934), p. 32; W.S. Ferguson, in Classical Philology, XXIV (1929), p. 31, n. 1 (di contro alla sua precedente opinione, in Hellenistic Athens, Londra 1911, p. 157 segg.); W. Kolbe, Beiträge zur syrischen und jüdischen Gesch., Stoccarda 1926, p. 12. Per il 282, G. De Sanctis, in Storia dei Romani, Torino 1907, II, p. 309, e in Riv. di filologia, LV (1927), p. 494; M. Segre, in Olimpiodoro e il dominio maced. sul Pireo, in Ann. del R. Liceo di Bressanone, 1928-29, p. 7; G. Corradi, Studi ellen., Torino 1929, p. 60 segg.