ARDIZIO, Curzio
Appartenente a nobile famiglia di origine milanese, trasferitasi a Pesaro nel 1466 con Gasparino, medico di gran fama, l'A. nacque probabilmente verso la metà del sec. XVI. Educato dal padre, Gerolamo, per la vita di corte, unì alla educazione letteraria e alla valentia nelle armi una naturale inclinazione agli affari. Nel giugno 1571, per interessamento del duca di Urbino, accompagnò a Tunisi il giovane Ottavio Gonzaga, inaugurando da questo momento un'avventurosa vita di cortigiano. Da Roma, ove nel 1573 si trovava presso il fratello Fabio, ecclesiastico e segretario del cardinale Farnese, inviava al duca di Urbino il disegno di Tunisi, della Goletta, "et di tutta quella riviera di Barbaria": è questa la prima testimonianza del suo talento di disegnatore e di ritrattista non mediocre, che meritò le lodi del Tasso. Nell'aprile 1580, l'A. era a Mantova, presso il duca Guglielmo Gonzaga, in qualità di "cameriere della chiave d'oro", e in questa corte trascorse gli anni più belli, stando alla testimonianza di alcune sue poesie. Con,la speranza di entrare al servizio dei Medici, nel 1582 l'A. si trasferì a Firenze, ma i suoi progetti andarono delusi.
Ritornato a Mantova, vi si trattenne fino al 1586, tranne un breve soggiorno nel 1583 presso N. Sfondrati, allora vescovo di Cremona. In una lettera del 4 giugno 1587, a testimonianza della non facile vita del cortigiano, l'A. si lamentava di essere stato ingiustamente calunniato e pregava Ferrante Gonzaga, signore di Guastalla, di concedergli la sua benevolenza. Sembrò che sorte migliore fosse riserbata all'A. quando lo Sfondrati venne eletto pontefice (Gregorio XIV). La nomina a cameriere d'onore del papa fu il primo e l'unico passo nella vita di Curia che l'A. poté compiere: la morte di Gregorio, sopraggiunta nel 1591, interruppe ogni sua possibile aspirazione. Si ritirò allora a Pesaro, ove tristi calamità familiari lo richiamavano presso il padre. Il 9 apr. 1595 venne eletto all'unanimítà consigliere del Comune. Sposatosi con una Ubaldini di Urbino, ne ebbe un figlio nel 1603. Morì nella sua città natale nel 1606.
Più che per i suoi meriti letterari, l'A. è generalmente noto per l'amicizia che lo legò al Tasso. Testimoniano questa amicizia trentaquattro lettere inviategli dal Tasso, quasi tutte dall'ospedale di S. Anna (Lettere di Torquato Tasso, II, passim): importanti alcune per intrinseco valore letterario (la 19611 e la 200a affrontano varie questioni sul problema dell'onore; la 343a contiene non poche osservazioni sulla Liberata),ma tutte interessanti per il loro contenuto umano, che si rivela nel sentimento di riconoscenza del Tasso.
Queste lettere accennano anche ad alcune poesie dell'A. che B. Peyron rinvenne nel 1884 in un codice dell'Accademia degli Invaghiti presso la Biblioteca nazionale di Torino (Rime di Curtio Arditio da Pesaro, l'Ardito Accademico Invaghito di Mantova, 1583) e che A. Saviotti pubblicò, operando una giudiziosa scelta (Rime inedite di C. A. da Pesaro, Pesaro 1892).
Tra i venti componimenti che possediamo in questa edizione il sonetto Al Baldi per la sua Nautica riccheggia in termini convenzionali il giudizio favorevole dei contemporanei; l'altro Nelle nozze della Ser.ma S.ra Arciduchessa d'Austria, per il matrimonio di Anna Caterina Gonzaga con l'arciduca Ferdinando d'Austria, riproduce i temi ericomiastici della poesia cortigiana; ovunque s'avverte una certa disinvoltura nel verso cui peraltro corrisponde un pensiero fiacco e lezioso, nonostante le lodi con le quali il Tasso accolse queste poesie (Lettere, II, p.149). Non aggiunge molto alla fama dell'A. una collana di quindici sonetti che egli compose nel 1600 sopra i misteri del Rosario dedicandoli al cardinale Cesare Baronio (Beatae Mariae Virginis Rosarium Carminibus expressum a Curtio Arditio, conservato manoscritto, Q. 66, nella Biblioteca Vallicelliana di Roma).
Fonti e Bibl.: Lettere di Torquato Tasso, a cura di C. Guasti, II, Firenze 1853, passim; Quattro lettere di C. A., a cura di V. Reggiani, Pesaro 1883; P. A. Serassi, La vita di Torquato Tasso, II, Firenze 1858, p. 77; G. I. Montanari, Elogio di C. A. Pesarese, in Giorn. arcadico di, scienze, lettere ed arti, XCV(1843), pp. 318-339; B. Peyron, Note di storia letteraria del sec. XVI tratte dai manoscritti della Biblioteca nazionale di Torino, in Atti d. R. Accad. d. Scienze di Torino, classe di scienze morali storiche e filologiche, XIX 1883), pp. 70 s.; U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikonder bildenden Künstler, II, p. 77.