GONZAGA, Curzio
Nato a Mantova circa il 1536, morto il 5 aprile 1599. Anziché al sacerdozio, cui era destinato, si diede all'esercizio delle armi, agli studî e alla poesia. Il cardinale Ercole Gonzaga, reggente il governo del ducato, lo inviò come suo delegato presso Carlo V per la pace di Cateau-Cambrésis. Pochi mesi dopo egli accompagnò il cardinale a Roma, essendo vacante la sede pontificia per la morte di Paolo III, e a Roma restò lungamente, partecipando più alla vita letteraria che non a quella politica. Ivi fu ammesso all'Accademia delle Notti Vaticane, fondata dal card. Borromeo, ed ebbe relazioni col Tasso. Tornato in patria, fu alla corte del principe Ferrante II in Guastalla, poi dimorò a lungo anche a Venezia. Nel 1595 il duca Vincenzo gli faceva dono di Palazzolo nel Monferrato, ma Curzio non poté trasferirvisi.
L'opera sua principale è il poema cavalleresco Il Fidamante (Mantova 1583) dove sono descritte le mirabili imprese compiute da un cavaliere per ottenere l'amore d'una donna bellissima, ma severa e insensibile. Le sue Rime furono edite in Vicenza nel 1585. Compose anche una commedia, Gli inganni (Venezia 1592).
Bibl.: A. Belloni, C. G., in Propugnatore, n. s., IV (1891).