MANCINI, Curzio
Nacque a Roma nel 1553 circa. Fu fanciullo cantore in S. Giovanni in Laterano fino al febbr. 1567, quando mutò voce (Casimiri, 1931, p. 236). In quel periodo potrebbe aver iniziato lo studio della musica sotto la guida di Giovanni Pierluigi da Palestrina, dal momento che quest'ultimo fu maestro della Cappella Lateranense fino all'agosto 1560, e potrebbe averli proseguiti con i suoi successori J. Charles e G.B. Montanari che erano retribuiti anche "pro onere [(] docendi pueros" (Casimiri, 1984, pp. 89-91). È probabile che sia da identificare con il M. il Curzio cantore cui vennero donati 6 scudi "pro tempore quo profuit capelle" dal capitolo lateranense il 6 genn. 1571 (ibid., p. 96).
La prima notizia sull'attività del M. come maestro di cappella risale al 1576 quando organizzò e diresse per l'Arciconfraternita del Gonfalone la musica della settimana santa e quella per la festa patronale di S. Lucia. L'anno seguente svolse la stessa attività in occasione della quaresima e della settimana santa per l'Arciconfraternita della Ss. Trinità dei Pellegrini, ricevendo la notevole somma di 66 scudi, segno della reputazione di cui godeva presso tale istituzione, che negli anni 1576 e 1578 affidò lo stesso incarico a Palestrina. Per la stessa arciconfraternita il M. continuò a svolgere le funzioni di maestro di cappella per la festa patronale, per le processioni del giovedì santo e del Corpus Domini nel 1577, e per altre festività del 1578 e 1579. Per questo incarico il M. non percepiva un regolare stipendio, ma era pagato soltanto per le musiche che organizzava in occasione delle maggiori festività.
Come d'uso fra i musicisti romani del tempo, il M. prestò servizio anche per numerose altre istituzioni religiose. Nel 1578 si occupò delle musiche per le processioni del giovedì santo e del Corpus Domini su incarico della Confraternita di S. Maria del Pianto. Nel 1579 organizzò le musiche per la festa patronale di questa confraternita e in un'altra occasione non precisata, essendo nominato nei documenti di S. Maria del Pianto come "cantore di S. Lorenzo"; presumibilmente il M. fu dunque cantore di S. Lorenzo in Damaso ma, purtroppo, la lacunosità dei documenti d'archivio della basilica non permette di confermare questa informazione.
Dopo il 1579 il nome del M. sparisce dagli archivi romani per ricomparire dieci anni più tardi, nel giugno 1589, quando - succedendo a F. Soriano - fu nominato maestro di cappella della basilica di S. Maria Maggiore, ove rimase fino al febbraio 1591, continuando tuttavia a svolgere la consueta attività occasionale per varie confraternite: del Ss. Crocifisso di S. Marcello (1589, festa del ritrovamento della S. Croce), degli Aragonesi in S. Maria del Monserrato (1589, Purificazione e sabato santo, e 1592, sabato santo), di S. Giovanni Battista dei Genovesi (1589, festa del santo titolare), e di S. Omobono dei Sarti (1592, festa di s. Antonio).
Alcuni atti notarili ci rivelano che il M. era tutore di Nicola Complebici, un fanciullo cantore di S. Maria Maggiore, che aveva perso il padre, di professione "calzettaro". Nel 1590 il giovane cantore, non ancora quattordicenne, nominò suo erede il M., che dopo la sua morte, avvenuta di lì a poco, entrò in possesso di una vigna appartenuta al giovane. Ne derivò una controversia con gli eredi naturali, che si concluse con un accordo in base al quale il M. cedeva la vigna in cambio di 40 scudi, obbligando i parenti a rifondergli una somma di 10 scudi come rimborso delle spese per le cure e per il funerale del giovane cantore sostenute da lui e dal capitolo della basilica (Spagnuolo, p. 26).
Da luglio 1592 a maggio 1593 il M. fu maestro di cappella del santuario della S. Casa a Loreto. Almeno dal 1596 egli doveva essere ritornato a Roma, dato che in quell'anno ebbe l'incarico delle musiche per le Confraternite di S. Rocco e del Gonfalone. Il rapporto che lo legò a quest'ultima, una fra le più antiche della città, fu di lunga durata; dal 1579 al 1611, infatti, il M. organizzò regolarmente le musiche per le festività di S. Lucia (1591, con musiche "a tre cori"; 1598 e 1600), Ss. Pietro e Paolo, cui l'oratorio del Gonfalone era dedicato (1579, 1597, 1598, 1600 e 1611), e per gli uffici delle Tenebre della settimana santa e la processione del giovedì santo nel 1596. Nell'ultimo decennio del Cinquecento svolse attività occasionali per altre confraternite romane: S. Giacomo degli Incurabili (1597, festa patronale), S. Maria dell'Orto, nei cui documenti è menzionato come "nostro musico" (1597, processione del Corpus Domini; 1598, processione del giovedì santo), Ss. Crocefisso di S. Marcello (1598, festa dell'Esaltazione del Ss. Crocifisso) e S. Maria dell'Anima (1599, processione del Corpus Domini).
Dal giugno 1601 il M. ottenne il prestigioso posto di maestro di cappella a S. Giovanni in Laterano, rimanendovi fino a ottobre 1603. Fu di nuovo maestro di cappella a Loreto dal 1605 al 1608, e, ritornato a Roma, da settembre 1608 riprese il posto nella basilica lateranense tenendolo fino al giugno 1611; in quel mese, dopo un'interruzione di undici anni, il suo nome ricompare negli archivi delle confraternite romane in occasione delle feste patronali di S. Eligio degli Orefici (25 giugno) e del Gonfalone (29 giugno). Non era insolito per i musicisti romani del tempo muoversi da un'istituzione all'altra, come fece il M., o passare dei periodi fuori Roma. La sua attività al servizio di ben undici confraternite era pure tipica di quel tempo.
Sebbene non si conosca la data, è da presumere che il M. sia morto a Roma poco dopo il giugno 1611.
Del M. si conoscono due opere apparse a stampa: il Primo libro de madrigali a cinque voci (Venezia 1605) e il Liber primus motectorum quae partim quatuor vocibus, partim quinis, partim senis, et septenis, denique octonis concinantur. Cum basso ad organum (Roma 1608). La prima è dedicata al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, che il M. chiama "patron mio colendissimo" e che era stato in precedenza protettore di L. Marenzio. La raccolta comprende diciotto madrigali, di cui uno a otto voci (ma non in due cori), che seguono il modello esemplificato da Marenzio nelle sue prime opere: la musica segue il testo variando il tessuto polifonico, ed è caratterizzata da frequenti procedimenti imitativi e da una densa ornamentazione delle linee melodiche. Del M. si conosce anche un altro madrigale incluso nella raccolta collettiva del Giardino novo bellissimo di varii fiori musicali (Copenaghen 1606). La raccolta di mottetti, pubblicata nel 1608 e dedicata a papa Paolo V, comprende 35 brani (di cui sette in due parti) fra cui le litanie lauretane e numerosi mottetti eucaristici e festivi che potrebbero essere connessi alla sua attività presso le confraternite romane. I mottetti da quattro a sette voci sono caratterizzati da uno stile fortemente imitativo e mostrano un compositore dalle fluide linee melodiche, che predilige le figurazioni diminuite, scritte per esteso, e molto attento al fattore sonoro. I nove brani a doppio coro, con i loro frequenti passaggi antifonici fra un coro e l'altro, e le sonorità piene del "Tutti", sono tipici esempi dell'idioma stilistico romano degli anni intorno al 1600.
Il manoscritto corale Cappella Sistina 93 (Biblioteca apost. Vaticana) conserva una Missa Clemens VIII a sei voci del M., datata 1598, in cui due voci in canone sull'esacordo Ut re mi fa sol la alludono alle sei stelle dello stemma del papa Aldobrandini. Il M. compose anche un breve Sanctus e un Agnus Dei per una Missa cantantibus organis, a dodici voci in tre cori scritta da sette diversi autori romani del tempo, fra cui Palestrina (Roma, Arch. capitolare di S. Giovanni in Laterano, A 52-54; ed. mod., Missa cantantibus organis Caecilia 12 vocibus, a cura di R. Casimiri, Roma 1930, e in G. Pierluigi da Palestrina, Le opere complete, XXXII, a cura di L. Bianchi, Roma 1972). Nello stesso archivio si conservano manoscritte altre quattro composizioni sacre a quattro voci del M.: gli inni Christe redemptor omnium e Ave Maris Stella, il mottetto Ave nox e il responsorio Verbum caro factum est (Rari Mss. 20; cfr. L'Archivio musicale della basilica di S. Giovanni in Laterano, II, pp. 912 s.).
Fonti e Bibl.: Per gli archivi delle confraternite si fa riferimento alle festività indicate nel testo. Roma, Arch. dell'Arciconfraternita di S. Giovanni Battista dei Genovesi, b. 531; Ibid., Arch. dell'Arciconfraternita di S. Maria dell'Orto, b. 955 bis; Ibid., Arch. del Nobil Collegio degli Orefici (S. Eligio), b. 211; Ibid., Arch. del Vicariato, Arciconfraternita della Dottrina Cristiana (S. Maria del Pianto), b. 18; Arciconfraternita di S. Omobono dei Sarti, b. 71; Arch. di Stato di Roma, Ospedale di S. Giacomo degli Incurabili, b. 930, c. 44v; Roma, Archivos de los Establecimientos Españoles, B.III.196, cc. 237, 255; Arch. segr. Vaticano, Arciconfraternita del Gonfalone, bb. 190, c. 27v; 214, c. 63v; 230, c. 49v; 232, c. 61v; 235-236; 404; 407; b. 408, c. 116; Arciconfraternita del Ss. Crocefisso di S. Marcello, A.XI.54, c. 66v; P.I.59, p. 6; G. Tebaldini, L'Archivio musicale della Cappella lauretana, Loreto 1921, ad ind.; R. Casimiri, La "Missa Cantantibus organis Caecilia" a 12 voci, in Note d'archivio per la storia musicale, VIII (1931), pp. 233-244; M. De Carolis, La cappella musicale della ven. collegiata S. Lorenzo M. in Sant'Oreste sul Monte Soratte, ibid., pp. 245 s.; R. Casimiri, Maestri, cantori, organisti della Cappella Lateranense negli atti capitolari (secc. XV-XVII), a cura di L. Callegari, Bologna 1984, pp. 89-91, 96, 133, 144; N. O'Regan, Sacred polychoral music in Rome 1575-1621, diss., University of Oxford, 1988, I, pp. 240, 332; P. Ackermann, Zur Frühgeschichte der Palestrinarezeption. Die zwölfstimmige "Missa Cantantibus organis" und die "Compagnia dei Musici di Roma", in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, LXXVIII (1994), pp. 7-25; V. Vita Spagnuolo, Gli atti notarili dell'Archivio di Stato di Roma. Saggio di spoglio sistematico: l'anno 1590, in La musica a Roma attraverso le fonti d'archivio, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnuolo, Lucca 1994, pp. 26, 37, 42, 44 s.; W. Witzenmann, Materiali archivistici per la Cappella Lateranense nell'Archivio capitolare di S. Giovanni in Laterano, ibid., pp. 459, 466; N. O'Regan, Music at the Roman Archconfraternity of S. Rocco in the late sixteenth century, ibid., p. 542; Id., Institutional patronage in post-Tridentine Rome. Music at Ss. Trinità dei Pellegrini, 1550-1650, London 1995, pp. 28-36, 103-107; L'Archivio musicale della basilica di S. Giovanni in Laterano. Catalogo dei manoscritti e delle edizioni (secc. XVI-XX), a cura di G. Rostirolla, Roma 2002, II, pp. 912 s., 931 s.; N. O'Regan, Music at Roman "ospedali" in the sixteenth century: an overview, in L'antico ospedale di S. Spirito dall'istituzione papale alla sanità del terzo millennio. Atti del Convegno internazionale( 2001, Roma 2002, pp. 251-261; Id., Le pratiche della musica nelle chiese e nelle confraternite di Roma nel Cinquecento, in Produzione, circolazione e consumo. Consuetudine e quotidianità della polifonia sacra, a cura di D. Bryant - E. Quaranta, Bologna 2006, p. 97; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 731; Die Musik in Geschichte und Gegewart, Personenteil, XI (2004), col. 950.