CUSCITI (ebraico Kūsh, i Settanta Χούς o Αἰϑιοπία)
Dal nome del primogenito di Cam (v.), era designato un popolo da lui discendente, secondo la Bibbia (Genesi, X, 6 segg.). Il nome occorre anche in egiziano K‛š Kš e designa il territorio a sud dell'Alto Egitto oltre la 1ª Cateratta, abitato originariamente dalle tribù negre chiamate Nḥśjw; occorre pure in assiro, Kūshu, e designa forse più genericamente le coste sud-occidentali dell'Arabia e quelle opposte africane lungo il Mar Rosso. Poiché in Gen., X, 8, Cus è presentato come padre di Nemrod, il babilonese, alcuni critici hanno pensato doversi qui trattare piuttosto della tribù dei Kashshū (Κοσσαῖοι, v. cassiti), che dominò in Babilonia per circa tre secoli a partire da circa la metà del 2° millennio a. C.; altri invece ritengono che il nome si riferisca alle popolazioni dell'Arabia meridionale.
Il territorio abitato dai Cusciti fu più volte invaso dai faraoni egiziani delle prime dinastie, ma stabilmente soggiogato e incorporato all'Impero egiziano solo sotto Thutmóśe (Tutmosi) I della 18ª dinastia; da questa fino alla 20ª dinastia rimase sotto governatori, che sono regolarmente nominati a fianco dei re egiziani col titolo di "principi di Cus". Sembra quindi che verso il 1000 a. C., durante le guerre tra l'Alto e il Basso Egitto, si formasse in Etiopia un regno autonomo con capitale a Napata, presso Gebel Barkal (4ª Cateratta), i cui monarchi presero gli stessi titoli dei re egiziani. Dopo alterne vicende, tre secoli più tardi, l'etiope Šabako (il Sō' [? Sewe] della Bibbia, II [IV] Re, XVII, 4), considerato il fondatore della 25ª dinastia egiziana, divenne stabile padrone di tutto l'Egitto. A Šabako successe suo figlio Šabataka, sotto cui il potere effettivo della dinastia cominciò a declinare, specialmente nel Basso Egitto; e quantunque questa incertezza interna continuasse ancora sotto il suo successore Taharq (biblico Tirhāqāh) tuttavia costui aveva ancora possibilità di occuparsi degli affari esterni della Palestina e di farvi una spedizione militare (cfr. II [IV] Re, XIX, 9). Ma nel 671 a. C., ancora sotto questo faraone, il re assiro Asarhaddon invase l'Egitto fino a Tebe, costringendo Tahraq a rifugiarsi in Etiopia; tornato costui alla riscossa, si rinnovò l'invasione sotto l'assiro Assurbanipal (668 a. C.). Più tardi il persiano Cambise nella sua spedizione egiziana (525 a. C.) penetrò anche in Etiopia, e forse riuscì a impadronirsi della capitale Napata e a distruggerla.
Il nome di Cusciti fu, nella seconda metà del sec. XIX, assunto per indicare i popoli e le lingue di quella parte del grande gruppo etnico-linguistico camitico, che occupa la regione etiopica, intesa nel senso più vasto. Etnicamente gli Abissini sono Cusciti semitizzati, o almeno che hanno adottato lingue semitiche; sebbene nel cuore della loro contrada si mantengano isole linguistiche puramente cuscitiche (v. camitiche, lingue).
Bibl.: Per la storia del popolo cuscita vedi The Cambridge Ancient History, III, Cambridge 1925, capitoli XII-XIV e referenze.