CUSCUTA (it. anche strozzalino, epitimo, granchiarella, pittimo; fr. cheveux du diable, rouget, tignasse; sp. cúscuta; ted. Fachseide; ingl. dodder)
Genere della famiglia Convolvulacee comprendente circa 90 specie proprie delle regioni temperate e tropicali di tutto il globo. Sono piante parassite, sprovviste di foglie e di clorofilla, con caule volubile, filiforme, biancastro, il quale si avvolge intorno allo stelo di svariate piante (erba medica, trifoglio, lino, timo, ecc.) vivendo a loro carico a mezzo di speciali succhiatori per cui a poco a poco finisce con l'ucciderle. Fiori bianchi molto piccoli a calice quinquefido o quinquedentato, corolla globoso-urceolata a 4-5 lobi, stami 5 rinchiusi, stilo semplice, bifido, ovario biloculare, capsula quasi indeiscente, oppure pisside (deiscente circolarmente) con numerosi semi i quali attivamente riproducono la pianta.
Le specie più comuni presso di noi sono la C. epithymum Murr. (2 stili, capsula a deiscenza circolare) parassita sulle leguminose e sulle labiate, la C. europaea L. (corolla a tubo ventricoso, breve, fusto ramosissimo) parassita sulle Orticacee e la C. epilinum Weihe (corolla a tubo ventricoso lungo, fusto semplice o quasi) sul lino e sulle patate. Le Cuscute in genere sono oltremodo dannose all'agricoltura sia per la loro facile ed estesa propagazione, sia per la difficoltà di estirparle. Alle volte si vedono invasi e rapidamente distrutti interi campi di erba medica, trifoglio o lino. I rimedî proposti urtano contro la difficoltà di una larga applicazione e contro il pericolo di uccidere in pari tempo le piante utili sulle quali vive la cuscuta parassita. Il fuoco, il solfato di ferro, l'ammoniaca hanno dato risultati pratici sufficienti. Oggi si ricorre alla selezione dei semi, e i consorzî agrarî provvedono agli agricoltori semi dei principali foraggi (erba medica, trifoglio, ecc.) selezionati e decuscutizzati.