cyberknife
(cyber-knife), s. m. o f. inv. Sistema robotizzato per interventi di radiochirurgia.
• I robot stanno arrivando in sala operatoria. [...] Una delle «armi» più moderne su cui già possiamo contare è il cyberknife, una sorta di bisturi virtuale, o più correttamente un sistema robotizzato di radiochirurgia utilizzato finora soprattutto per trattare tumori ‒ maligni o benigni ‒ localizzati nel cranio o nella colonna vertebrale, ma anche malformazioni vascolari, senza danneggiare i tessuti circostanti. «Si tratta in pratica di un acceleratore lineare montato su un braccio mobile, in grado di muoversi a 360 gradi e di assumere 1200 posizioni diverse per sparare radiazioni sulla parte malata con la massima precisione» spiega Laura Fariselli, radioterapista all’Istituto Neurologico Besta di Milano e responsabile col neurochirurgo Giovanni Broggi dell’apparecchio gestito dall’Istituto insieme al Centro Diagnostico Italiano e all’ospedale San Carlo. (Paola Emilia Cicerone, Unità, 11 giugno 2007, p. 23, Scienze) • Una delle macchine utilizzate dai medici del Besta si chiama cyberknife: un bisturi cibernetico che permette di realizzare delicatissime operazioni al cervello, intervenendo sui tumori con un fascio di radiazioni, senza neppure un taglietto nella testa del paziente. […] Il cyberknife è una macchina sofisticata prodotta negli Stati Uniti che costa più di 4 milioni: evidentemente troppo, per la sanità pubblica. (Gianni Barbacetto, Repubblica, 25 marzo 2010, Milano, p. IV) • L’ospedale moderno deve infatti assolvere a due compiti: l’approfondimento diagnostico e la terapia. Entrambi richiedono attrezzature avanzate ad alto costo. Per dare un’idea, una Rmn costa dai 2 ai 5 milioni di euro, una Pet altrettanto, così come un robot chirurgico o una cyber-knife. (Umberto Veronesi, Corriere della sera, 6 luglio 2012, p. 6, Primo Piano).
- Dall’ingl. cyberknife.
- Già attestato nel Corriere della sera del 30 giugno 2002, Corriere Salute, p. 8 (Cesare Peccarisi).