Famiglia milanese: signori e, con Ambrogio, marchesi (1615) di Pandino e Cassano; signori di Turbigo e Olginate. Si arricchì con l'attività bancaria di Rinaldo, gran finanziatore del governo milanese (primi del sec. 16º); i figli Pagano e Erasmo furono ammessi all'ordine decurionale di Milano; Gian Antonio si trasferì in Spagna. Febo III (1771-1836), allievo del Parini, consigliere di stato, fu vicepresidente del governo austriaco a Milano dopo la Restaurazione; suoi figli furono Vitaliano (1800-79), consigliere intimo dell'imperatore Francesco Giuseppe; Carlo (1816-1900), che fu al contrario di tendenza liberale, esule dopo il 1848 e senatore del Regno d'Italia, Giovanni (1808-59), primo direttore delle poste del Lombardo-Veneto: il figlio di questo, Emanuele (1847-1911) fu senatore del Regno d'Italia. I titoli di Vitaliano e di Carlo passarono rispettivamente nelle famiglie Borromeo e Brandolin. Sopravvive il ramo dei D'A. Salvaterra: il secondo cognome fu aggiunto da Giuseppe (m. 1759), pronipote di Giuseppe (1635-1690), creato marchese, conte e barone.