D'AULA
Maestri argentieri operosi a Napoli (secc. XVII-XVIII).
Nicola nel 1658 eseguì per Marco Antonio Pisanello, vescovo di Volturano, una statua di S. Giovanni eremita (Napoli, Archivio stor. del Banco di Napoli, Banco della Pietà, Giornale di cassa, matr. 478, 10 dic. 1658). Nell'anno seguente, dai francescani S. Maria la Nova ricevette l'incarico di lavorare ventitré fiori d'argento per la cassa del beato Giacomo della Marca (Ibid., Banco di S. Giacomo, Giornale di cassa, matr. 256, 13 nov. 1659). Segue poi un vuoto di notizie fino al 1675 quando, per gli stessi francescani di S. Maria la Nova, eseguì un Angelo d'argento nella cappella della Madonna delle Grazie (Ibid., Banco dello Spirito Santo, Giornale di cassa, matr. 570, 12 sett. 1675). Nel 1691 Nicola s'impegnava con d. Celestino Tirano a realizzare un paliotto d'argento per l'altare maggiore di S. Pietro a Maiella. Nel '92 eseguì otto candelieri d'argento per il monastero di S. Francesco a Pontecorvo (Ibid., Banco della Pietà. Giornale di cassa, matr. 953, 21 luglio 1692). Un anno dopo, con altri venti ex consoli e governatori (egli stesso ricopriva tali cariche nel 1693), firmò le nuove Conclusioni per regolamentare le elezioni dei rappresentanti dell'arte. Nel 1698 stimè un'Assunta d'argento, realizzata dal noto maestro argentiere B. Guariniello (Arch. di Stato di Napoli, Notar Giacomo Antonio Palmieri, scheda 1305, prot. 15, 23 luglio 1698), con tutta probabilità su modello scultoreo di L. Vaccaro, e tuttora custodita nella cattedrale di Altamura. Infine il 18 sett. 1700 Nicola veniva saldato per dei coralli (Gonzáles Palacios, 1984).
Giovan Battista, forse figlio di Nicola, già operoso nel 1698, anno in cui eseguì una croce ed altri lavori per la certosa di Paduli (Arch. stor. del Banco di Napoli, Banco della Pietà, Giornale di cassa, matr. 1051, 3 genn. 1698). Nel 1702 fu eletto per la prima volta console della nobile arte degli orefici, carica molto ambita sia per la sua funzione rappresentativa, sia per l'esercizio del potere arbitrale in tutte le questioni che riguardavano la disciplina corporativa. Ed è in tale qualità che Giovan Battista marcava una Croce datata 1703, custodita nella cattedrale di Ruvo di Puglia.
Nominato nel 1704 governatore dell'arte (incarico di natura squisitamente amministrativa), negli anni successivi venne eletto console diverse altre volte, il che denota la grande considerazione di cui godeva presso i maestri argentieri del suo tempo. Nel 1706 divideva la carica con Leonardo de Franco, Nicola Milante ed Eusebio Saggese; in tale anno marcò, a garanzia della correttezza dell'esecuzione, anche in ordine alla bontà del metallo, lo stupendo paliotto della cattedrale di Brindisi.
Il paliotto, ordinato dall'arcivescovo Bernardo de Castro all'argentiere napoletano Antonio Alvino, che lo eseguì su modello scultoreo di un ignoto artista di estrazione solimenesca, è stato trafugato nel 1980 (cfr. Arte cristiana, LXIX [1981], 10, pp. 260-63).
Nel 1713 il bollo consolare di Giovan Battista si ritrova su una pace della Congrega di S. Maria di Costantinopoli ad Ischia, e su un reliquiario del braccio di S. Stefano, nella cattedrale di Nusco.
Fu console con Gennaro d'Onofrio, Gaetano Cimmino e Domenico Viva nel 1716-17, e poi ancora nel 1725, nel 1730 e nel 1736, anno in cui impresse il suo punzone sul busto di S. Gaetano oggi nella chiesa metropolitana di Capua. Nel 1722 ricoprì anche la carica di governatore della chiesa e dell'ospedale di S. Nicola al Molo, istituzioni assai care agli orefici napoletani; nel 1723, nella sua qualità di console, verificò il paliotto in argento sbalzato donato dal cardinale Sanfelice alla cattedrale di Nardò.
Nel 1739, infine, Giovan Battista sostituì per quattro mesi nella carica consolare l'argentiere di casa reale Lorenzo Cavaliere. Fra le opere direttamente da lui eseguite si ricorda la perduta statua di S. Benedetto, realizzata nel 1716 per il convento napoletano di S. Gregorio Armeno, e un parato d'altare, del 1724, per la chiesa matrice di Scilla. Con i maestri Lorenzo Cavaliere e Giuseppe Palmentiero, Giovan Battista eseguì nel 1725 ventiquattro ricchi splendori per ornamento della reale basilica di Giovanni V, re del Portogallo. Nel 1727 portò a compimento, per l'ingente somma di 560 ducati, il nuovo reliquiario del sangue di s. Giovanni Battista, ancora custodito nella chiesa di S. Gregorio Armeno. L'anno seguente, su modello scultoreo di Bartolomeo Granucci, realizzò il busto argenteo dell'Apostolo di Armenia, che si conserva nella sagrestia della cappella del Tesoro di S. Germaro.
Il busto, con testa e mani a getto (fusione a cera perduta) e corpo in lamina sbalzata, è stato esposto fuori catalogo, nel 1980, alla Mostra della civiltà del '700 a Napoli.
Nel 1731 Giovan Battista fornì, infine, alla chiesa napoletana di Trinità delle Monache due grandi cornucopie d'argento del valore di 629 ducati, ora perdute.
Fonti e Bibl.: Quando non sia diversamente specificato, s'intende riferita a Giovan Battista. Archivio di Stato di Napoli, Notar Giacomo Antonio Palmieri, scheda 1305, prot. 21 (ff. 282-286); prot. 23 (ff. 203-203t); prot. 33 (ff. 147t-149t); prot. 39 (ff. 129t-131t); prot- 53 (ff. 96 s.); prot. 56 (ff. 49t-51t, 79t-83); D. de Simone, Ragioni per la nobile arte degli orefici, Napoli 1752 (per Nicola); G. Filangieri, Indice degli artefici delle arti maggiori e minori, I,Napoli 1891, p. 34 (per Nicola); A. Fiordelisi, La Trinità delle Monache, II, La chiesa, in Napoli nobilissima, s. I, VIII (1899), p. 184; E. Catello-C. Catello, Argenti napoletani..., Napoli 1973, pp. 97 (Giov. Battista), 140 (Nicola); Id.-Id., La cappella del Tesoro di S. Gennaro, Napoli 1978, p. 85; G. Borrelli, in Le arti figurative a Napoli nel Settecento, Napoli 1979, p. 31; D. Rabiner, ibid., p. 222; T. Fittipaldi, Scultura napol. d. Settecento, Napoli 1980, p. 71; E. Catello, L'arte argentaria napol. nel XVIII sec., in Settecento napoletano. Doc., I,a cura di F. Strazzullo, Napoli 1982, pp. 51, 57; E. Catello, La Vergine d'argento nella cattedrale di Altamura, in Seicento napoletano, Milano 1984, ad Ind.; A. Gonzáles Palacios, in Civiltà del Seicento a Napoli (catal.), II, Napoli 1984, pp. 276, 301 n. 59 (per Nicola); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, II, p. 251 (s. vocibus Aula, Giovanni Battista e Aula, Nicola de).