d eufonica [prontuario]
La cosiddetta d eufonica è un elemento fonico che si aggiunge a una singola vocale (esclusivamente la a della preposizione, la e e la o delle congiunzioni; anticamente si aveva anche nella negazione né, che diventava ned) per evitare lo scontro (lo ➔ iato) con la vocale iniziale della parola seguente, e stabilire così una più gradevole alternanza (l’eufonia, cioè «buon suono») di suoni qualitativamente differenti secondo lo schema vocale + consonante + vocale, ecc.
Tale fenomeno ha un riflesso nello scritto, nel quale le parole interessate vengono scritte con una ‹d› saldata in coda. Nell’uso contemporaneo, sia scritto che parlato, la d eufonica si inserisce in genere solo quando le due vocali sono identiche: si avrà allora vivo ad Amalfi e non a Amalfi, iene ed elefanti e non iene e elefanti, e così via.
Va segnalato che nella forma scritta la d eufonica non si segna prima di virgola: *arriva all’improvviso, ed, esattamente come le altre volte, in ritardo. Va inoltre segnalato che, mentre ed è abbastanza frequente in tutti i registri dell’italiano, od è raro nello scritto (dove suona burocratico e pedante) anche se si trova nella forma parlata.
Non mancano esempi di parole univerbate (➔ univerbazione) che traggono origine da locuzioni in cui è impiegata la d eufonica: adagio, da non confondersi però con quelle che presentano ad come esito della preposizione latina: adatto.
Dagli esempi citati si potrebbe essere portati a desumere che è obbligatorio l’uso della d eufonica quando vi sia incontro di vocali identiche. Si incorrerebbe però in errore. Infatti:
(a) l’impiego della d con o appesantisce la catena fonica anziché alleggerirla, specie quando la vocale successiva è seguita a sua volta dalla d: sequenze come studio ed edizione, suoni od odori vanno quindi evitate;
(b) risulterebbero fuori norma sintagmi che hanno la d fuori del contesto indicato ma che sono, oramai, tanto stabilizzati nell’uso da risultare bizzarri se impiegati senza la d: ad ogni morte di papa, ad esempio, ad ogni buon conto, ad essi, ad eccezione di, ecc.;
(c) l’italiano contemporaneo è molto meno ostile allo iato di quanto lo fosse l’italiano letterario di base fiorentina; quindi è possibile fare a meno della d eufonica anche in caso di identità tra le vocali: ho incontrato Luigi e Enzo.
È opportuno evitare di estendere l’impiego della d eufonica ai più diversi contesti: andranno evitate quindi forme come ad ogni giro, baci ed auguri, caschi od elmetti.