ROMAGNANO, D1
Ramo della grande famiglia Arduinica (v. arduinici), ma ramo secondario, perché in essa ebbe invece la prevalenza il ramo che, attraverso Olderico Manfredi e la figlia sua contessa Adelaide, che sposò Oddone di Savoia, si perpetuò nella casa regnante ora in Italia. I rappresentanti dei due rami dapprima furono insieme compartecipi dell'autorità marchionale nella marca di Torino, ma a poco a poco, specialmente durante l'epoca di Adelaide e le lotte scoppiate tra i varî pretendenti alla successione dopo la sua morte, i Romagnano furono lasciati in disparte, pur possedendo numerosi feudi e allodî in varie parti del Piemonte, come in Carignano, Casalgrasso, Frossasco, Pancalieri, Pollenzo, Revigliasco, Santa Vittoria, Virle, ecc., nonché nel Biellese, nel Vercellese e nel Novarese. Secondo alcuni presero il nome da uno dei loro feudi situato appunto nel Novarese; secondo altri, con maggiore probabilità, da un castello ora distrutto situato vicino a Chieri, da essi posseduto prima dell'altro. I rami principali di questa famiglia furono quelli di Carignano e di Virle; un altro ramo, conosciuto col soprannome di Bot, risiedeva in Pinerolo e alcuni di esso furono castellani ivi e in Vigone; Michele Bot fu abate dell'arte della lana in Pinerolo alla fine del sec. XVI. I signori, poi marchesi di Virle, si estinsero nel 1839 con Cesare, che adottò un Nicanore della famiglia Provana del Sabbione, nella quale passò il titolo di marchesi di Virle. Si segnalarono nella magistratura o nella carriera ecclesiastica: Antonio, conte di Pollenzo e di Santa Vittoria, nominato dal duca Lodovico cancelliere di Savoia, nel 1449 dimesso dalla carica per volere di Amedeo VIII e poi reintegrato; Aimone e Lodovico, vescovi di Torino nella prima metà del sec. XV; Amedeo, protonotario apostolico, consigliere dei duchi di Savoia, e nel 1495 vescovo di Mondovì, nonché cancelliere di Savoia; Brianzo, consigliere ducale, morto nel 1509.
Bibl.: Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, II, Torino 1847; D. Carutti, Storia della città di Pinerolo, Pinerolo 1897, pp. 5, 44, 316; T. Rossi e F. Gabotto, Storia di Torino, I, Torino 1914, p. 116.