SESSO, da
SESSO, da. – Famiglia reggiana, prese nome dall’omonima località posta pochi chilometri a nord-ovest della città di Reggio Emilia.
La prima menzione certa di un suo esponente risale al 1080: Ugo, figlio di Ugone da Sesso, comparve tra i testimoni di un atto di donazione rogato a Castelnovo (RE) a favore del monastero di S. Prospero di Reggio, in qualità di parente di Remedia, figlia di «Telo de comitato Regiense» (G. Badini, Carte degli archivi reggiani..., 2007, n. CVIII, pp. 95 s.). Nel 1102, i figli di Ugo da Sesso – Arduino, Atto e un omonimo Ugo –, di legge longobarda, promisero di restituire allo stesso monastero «illa ospicia ac maletolleta» (Il monastero di San Prospero, a cura di O. Rombaldi, 1982, n. 305, p. 212) che esigevano sulle terre del cenobio a Poviglio, Fodico, Nocetolo e in altre località della pianura tra i fiumi Crostolo ed Enza.
Risulta meno sicuro, invece, il legame con la famiglia di un tale Giselberto del fu Guineco da Sesso, che nel luglio del 1065 donò alcuni beni al monastero di S. Prospero, formalizzando l’atto proprio presso la località di Sesso.
Sembra ipotizzabile che la famiglia si sia affermata tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo nel vuoto di potere lasciato dal declino di lignaggi più antichi, detenenti beni nella zona di Sesso o nelle immediate vicinanze, come i da Modolena e i da Antisica. Dalle prime attestazioni emergono comunque due elementi incontrovertibili: il radicamento della famiglia anche nella pianura reggiana e parmense a cavallo del Crostolo e a est dell’Enza, oltre che nella zona circostante la località di Sesso; e in secondo luogo, il rapporto già allora ricorrente con il monastero di S. Prospero di Reggio Emilia.
Già nel corso della prima metà del XII secolo gli esponenti dei da Sesso risultavano tra le personalità di spicco del Reggiano. Nel 1122 Ugo da Sesso fu con Corrado, marchese di Tuscia e duca di Ravenna, con Arduino da Palude e con Eriberto advocatus della chiesa di Reggio tra i boni homines che intervennero a placare una lite avviata da Alberto Malapresa di Gesso. Preposito da Sesso fu poi console di Reggio nel 1152 e tra i podestà della città nel 1159; e va probabilmente identificato in lui quel Preposito console che nel 1147 ottenne il giuramento di fedeltà da Egina e Coalia da Bianello (castello poco a nord di Reggio Emilia). Tra il 1130, data della prima menzione certa dei consoli reggiani, e la pace di Costanza (1183), i da Sesso rivestirono la carica consolare a Reggio in almeno nove diverse occasioni, oltre a vantare diversi esponenti nel consiglio del Comune.
A partire dalla metà del XII secolo la famiglia allargò la propria sfera d’influenza, attuando un’ascesa politica che non conobbe ostacoli fino alla metà del XIII secolo. Il Chronicon regiense (S. Levalossi - P. Della Gazzata, Chronicon Regiense, 2000, p. 5) riporta la notizia della costruzione nel 1153 di una rocca a Rolo, località della bassa pianura reggiana nei pressi del Po, da parte di Enrico da Sesso. Nel corso del Duecento la famiglia risultava avere dei possessi anche in montagna, dove deteneva la rocca di Casteldaldo, nell’alta valle del Secchia nei pressi di Carpineti. L’affermazione dei da Sesso ebbe luogo anche ottenendo il controllo di alcune istituzioni religiose: l’arcipretura della pieve di San Michele alla Modolena (tra Reggio e Parma) con Milio da Sesso (1161-69), Ugo (1206-12), Guidotto (1217-25), Azzolino (1237-80) e infine Bernardo (1299-1312); la prevostura della pieve di Borgo San Donnino (oggi Fidenza) con Ugolino (1203-14) e Guidotto (1222-29), che fu anche canonico di S. Prospero del Castello a Reggio (1213-19); il monastero di S. Tommaso di Reggio di cui fu badessa Alda da Sesso (1219-58, tranne che nel 1243 quando l’ufficio venne rivestito da Remengarda da Sesso) e Beatrice (1259-81), figlia di Raimondo da Sesso.
A questa robusta intelaiatura si aggiunsero altre esperienze di più breve durata: Zilino da Sesso detenne l’arcipretura della pieve di Campigliola (Bismantova) tra il 1219 e il 1248; Gerardo da Sesso fu arciprete di Santa Maria di Minozzo nel 1236; e un secondo Gerardo ottenne nel 1218, con un’elezione contrastata, la carica di abate del monastero di S. Prospero di Reggio, che detenne fino alla sua morte nel 1248.
In ambito ecclesiastico, però, i due personaggi della famiglia che più si distinsero furono un precedente Gerardo e Ugolino da Sesso (v. le voci in questo Dizionario). Magister autore della summa teologica Ne transgrediaris, canonico del capitolo della cattedrale di Parma, prevosto di S. Donnino di Fidenza, Gerardo da Sesso ebbe una carriera ecclesiastica molto rapida, che lo portò nel 1205 a essere abate del monastero cistercense di S. Maria della Croce del Tiglieto (nella diocesi di Acqui), vescovo di Novara (1209), legato apostolico in Lombardia di Innocenzo III e cardinale vescovo di Albano dal 1211. Altrettanto notevole il percorso di Ugolino da Sesso: fedele sostenitore dell’imperatore Federico II, fu canonico a Parma fra il 1206-11, prevosto di S. Donnino di Fidenza (1203-14) e vescovo di Vercelli (1214-35), non prima di avere insegnato come magister a Cremona, Montpellier e Palencia.
Nel corso del Duecento emerse più chiaramente l’appoggio dei da Sesso alla pars imperatoris. Essi sembrano essere stati implicati solo marginalmente nella prima fase dei conflitti tra famiglie a Reggio, quella compresa tra gli anni 1224-32, nel corso della quale venne anche incendiata la domus comunis. Subito dopo, nel 1232, la famiglia fu al fianco dei da Palude presso Mancasale, alle porte della città di Reggio, impegnata a fermare l’avanzata di un esercito guidato da Cavalcabò Cavalcabò, marchese di Viadana. Il primo scontro esplicito con la parte guelfa risale solo al 1244, quando il podestà dei mercanti Roberto Lupicini, della pars ecclesiae, venne percosso a Reggiolo da alcuni da Sesso. Nella serie di scontri che seguì, la casata si contrappose ai Roberti, ai Manfredi e al populus reggiano; la domus dei Calegari venne data alle fiamme e diversi membri dei da Sesso perirono.
Uno dei fattori scatenanti degli scontri fu, nella circostanza, la contrastata elezione del successore di Niccolò Maltraversi, vescovo di Reggio morto nel 1243. Il papa (Innocenzo IV, ovvero Sinibaldo Fieschi) impose il parente Guglielmo da Fogliano, al quale la fazione ghibellina contrappose invece Guizolo degli Albriconi (prevosto della canonica di S. Prospero del Castello). Nel corso del 1244, in reazione all’intervento pontificio, re Enzo di Sardegna occupò il palazzo vescovile reggiano e nel 1245 Federico II espulse le famiglie guelfe dalla città, obbligando Guglielmo da Fogliano a rifugiarsi a Mantova.
Salimbene de Adam riporta, a questa altezza cronologica, che a Reggio Emilia il maior della pars imperatoris fu Guido da Sesso. Sotto la guida di re Enzo, egli prese parte nel 1247 all’assedio della rocca di Rolo nel reggiano, riconquistandola e facendo giustiziare numerosi prigionieri, dopo avere negato loro persino la confessione; trovò poi la morte fuggendo dal campo di battaglia di Fossalta e affogando in una fogna di Modena. Non meno rilevante pare essere stato il ruolo di Giuliano da Sesso (v. la voce in questo Dizionario), che fu da Salimbene definito membrum diaboli (Cronica fratris Salimbene de Adam, a cura di O. Hollider-Egger 1905-1913, p. 331), tanto era il suo odio per la pars ecclesiae. Giuliano fu doctor legum e iusticiarius imperiale di re Enzo a Modena, Reggio e Cremona, ma insegnò anche, a partire dal 1229, allo studium di Vercelli (dove lo zio Ugolino era vescovo) e forse anche in quello di Reggio. Scrisse il Libellus quaestionum e i Flores legum.
La confidenza dei da Sesso con il diritto ne fece una famiglia di podestà itineranti, per lo più nell’ambito dello schieramento ghibellino e in particolare della fine degli anni Trenta del Duecento: Guido da Sesso risultava podestà a Firenze nel 1239, a Pavia nel 1240, 1246, 1258; Raimondo lo fu a Ferrara nel 1240; Matteo a Modena nel 1247; Bernardo ad Arezzo nel 1242, a Bergamo nel 1246, nonché vicario di Oberto Pallavicino nel 1254 e nuovamente podestà di Cremona nel 1257 e 1260; Guglielmo a Bologna tra il 1264 e il 1265; Ugolino, detto de Ferro, a Siena nel 1264, a Rimini nel 1271, a Todi nel 1274; Enrico fu capitano del Popolo a Pisa nel 1269.
La sconfitta dell’imperatore Federico II a Parma (1248) e la sua morte poco più tarda (1250) segnarono l’inizio della reazione della fazione guelfa contro i da Sesso. Ma tra il 1252 e il 1253 i guelfi reggiani rientrarono in città e con essi il vescovo Guglielmo da Fogliano; tra il 1255 e il 1256 i populares e gli Anziani elessero podestà Iacopo da Sesso e nel 1264 i da Sesso fecero parte del collegio degli Anziani, mostrando una certa elasticità di atteggiamento nei confronti del populus, contro cui avevano lottato nei decenni passati. Cionondimeno Bernardo ed Egidio da Sesso, insieme ad altri aristocratici, fondarono nel 1260 una societas militum, quella dei frati della Milizia della beata Maria Vergine gloriosa, poi nota come Ordine dei frati gaudenti.
Nel 1265, con l’affermarsi dell’influenza angioina, i da Sesso e le altre famiglie ghibelline vennero espulse dalla città di Reggio Emilia (e pochi anni dopo [1272] gli intrinseci avrebbero demolito la loro residenza cittadina per costruire al suo posto un nuovo palazzo comunale). A seguito del bando, i da Sesso si rifugiarono in un castello della bassa pianura da loro controllato de facto già dagli anni Cinquanta del Duecento, quello di Reggiolo, che poi vendettero ai cremonesi. Entrando in lotta con gli intrinseci reggiani, nello stesso anno 1265 conquistarono per un breve periodo la rocca di Canolo (Reggio Emilia). Nel 1273 diversi da Sesso e alcuni loro alleati risultavano al confino nella città di Faenza e da qui vennero poi obbligati a spostarsi nel territorio di Ravenna.
L’espulsione da Reggio mise in crisi il controllo della famiglia sugli enti religiosi cittadini: Beatrice, figlia di Raimondo da Sesso, fu badessa del monastero di S. Tommaso di Reggio tra il 1259 e il 1281, ma il suo ruolo venne ripetutamente messo in discussione dalla monaca Maria del monastero di S. Quintino di Parma; nel 1248 il papa dichiarò nulla l’elezione di Pietro del fu Guido da Sesso ad abate di S. Prospero di Reggio.
Favorita in particolare dai Comuni di Parma, Bologna e Cremona, nel 1289 venne concordata una tregua tra intrinseci ed extrinseci della parte guelfa reggiana (detti anche superiori e inferiori) e i fuoriusciti ghibellini, che permise ai da Sesso di ritornare a Reggio Emilia. Sul finire dello stesso anno, il podestà di Reggio Niccolò da Canossa chiamò a reggere la città il marchese Azzo d’Este.
La pace non fu duratura e nei decenni successivi la presenza a Reggio dei da Sesso fu limitata a brevi periodi. Cacciati dalla città nel corso di una fase di governo popolare, dal 1310 in poi furono costretti a trovare asilo presso le corti ghibelline padane, in particolare quella scaligera a Verona e quella viscontea a Milano. Ugolino da Sesso fu vicario di Matteo Visconti (1311) e poi podestà di Verona (1314-30) per conto di Cangrande della Scala; Alberto e Mastino della Scala scelsero Fregnano da Sesso per capitanare le truppe veronesi che occuparono Parma nel 1335 e suo fratello Goffredo ne venne poi nominato podestà, carica che nel 1338 occupò lo stesso Fregnano; Goffredo fu anche podestà di Milano tra il 1342 e il 1343; Palmerio, figlio di Ugolino da Sesso, fu podestà di Vicenza nel 1341-42; un secondo Goffredo fu podestà di Milano tra il 1356 e 1359. Nel 1335 gli Scaligeri avevano conquistato anche Reggio e i da Sesso erano ritornati nella loro città natale. Trovatasi però in disaccordo con i Gonzaga – a cui gli Scaligeri avevano ceduto il dominio della città –, la famiglia si dovette ritirare nel Vicentino e nel Veronese, dove godeva di vari possessi, accumulati durante l’esilio. Scoppiato lo scontro tra Visconti e Scaligeri, la famiglia rimase fedele ai secondi. Ciononostante i Visconti continuarono a servirsi dei da Sesso come uomini d’arme e di governo: Andrea da Sesso fu a capo della guardia personale del principe Gian Gaelazzo, Giberto fu podestà di Bergamo (1389) e poi capitano di Vercelli (1393), mentre suo fratello Fregnano fu comandante della flotta e vicemaresciallo dell’esercito milanese (1397), cosa che non gli avrebbe impedito in seguito di rivestire ruoli di primo piano per conto della Repubblica di Venezia, come quella di capitano di Avio e Dossomaggiore (1411) o delle fortezze e della cittadella di Verona (1408 e 1423).
Nel 1371 l’avvio della signoria di Gian Galeazzo Visconti sulla città di Reggio permise ai da Sesso di tornare nella loro terra avita, ottenendo anche la cattedra vescovile reggiana in ben due occasioni consecutive, prima con Ugolino (1387-94), poi a lungo con Tebaldo (1394-1439). Nel contempo la famiglia attuò un’ambiziosa politica espansiva, acquistando beni nella montagna reggiana e modenese, che si aggiunsero ai feudi familiari di Rolo, Casteldaldo e ai possessi vicentini e veronesi. Questo oneroso piano di rilancio non sortì nel complesso gli effetti sperati: ampiamente indebitati, dopo la fine del Trecento i da Sesso non riuscirono a mantenere tale livello di potere, trovandosi costretti a ripiegare su posizioni meno ambiziose.
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