Maraini, Dacia
Scrittrice e sceneggiatrice cinematografica, nata a Fiesole (Firenze) il 13 novembre 1936. I temi caratteristici della sua produzione letteraria e cinematografica (la condizione storica e sociale della donna, l'infanzia, il riscatto politico dei reietti e dei disadattati), le hanno fatto privilegiare uno stile chiaro e realistico (anche nei casi in cui ha lavorato al romanzo storico), con un forte interesse anche per il versante della documentazione.
Autrice poliedrica, ha scritto vari romanzi tra i quali Memorie di una ladra (1972), La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990) e l'autobiografico Bagheria (1993), ma anche testi teatrali come, tra gli altri, Dialogo di una prostituta con un suo cliente (1978), nonché sceneggiature cinematografiche. Oltre ai super 8 degli anni Settanta, Giochi di latte e Mio padre amore mio, ha firmato la regia e la sceneggiatura del film L'amore coniugale (1970, tratto dal racconto omonimo di Alberto Moravia, del quale è stata la compagna dal 1962 al 1983) e la regia del documentario Gli Elmòlo (1975, con il commento di Moravia), dedicato alla vita di un popolo africano. In entrambi questi lavori è interessante la limpidezza della costruzione e del racconto, specialmente nel caso di Gli Elmòlo, il cui taglio documentaristico farebbe immaginare un'impostazione più descrittiva e meno diaristica. Come sceneggiatrice ha lavorato a vari film: Cuore di mamma (1969) e Uccidete il vitello grasso e arrostitelo (1970), entrambi di Salvatore Samperi; Il fiore delle Mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini; Paura e amore (1988) di Margarethe von Trotta. Romanzi e racconti della M. sono stati inoltre trasposti sullo schermo. Tra i più noti: Storia di Piera (1983) di Marco Ferreri, pure sceneggiato dalla M. con l'attrice Piera Degli Esposti alla cui vicenda biografica la M. aveva dedicato l'omonimo libro, e Marianna Ucrìa (1997) di Roberto Faenza.