DAFNE (Δάϕνη, Daphne)
Figura della leggenda greca, conosciuta in modo manifesto solo a partire dall'età ellenistica. Essa, comunque, non appare né nella pittura vascolare, né in alcuna altra forma di arte o di letteratura precedente all'ellenismo.
Secondo il racconto che Ovidio fa di questa leggenda (Met., i, 452 ss.), D. era una ninfa figlia di Peneo. Apollo, invaghitosi di lei, la inseguì; ella fuggì, ma mentre il dio l'aveva quasi ghermita, D. invocò l'aiuto di suo padre e di Ghe, venendo così subito trasformata in un albero di alloro (dal cui nome greco, quello di Dafne). Da quel momento il nome di Apollo sarebbe rimasto legato all'alloro. Secondo altre versioni, D. viene considerata figlia del fiume Ladone e di Ghe, oppure figlia di Amyklas, l'eroe eponimo della città di Amicle. Un'altra leggenda riferisce come Leucippo, figlio del re di Pisa in Elide, Oinomao, innamorato di D., sia riuscito ad accompagnarsi a lei, vestito di abiti femminili. Apollo, ingelosito, fece in modo da lasciar scoprire l'inganno del travestimento e Leucippo fu ucciso (Paus., viii, 20, 2 ss.; Diod., presso (Parth.), Erot., 15).
Nell'arte la maggior parte delle raffigurazioni dei miti di D. si trova negli affreschi conservatici nelle città vesuviane. Esse sono state riunite insieme da Helbig (Wandgemälde, nn. 205-217). In alcune di esse, Apollo tenta di abbracciare D., che si difende disperatamente e comincia a trasformarsi in alloro (Hermann-Bruckmann, Denkmäler der Malerei, tav. 132), in altre, Apollo e D. sono raffigurati l'uno di fronte all'altra, in piedi o seduti, in atto di parlare, senza che vi sia traccia di inseguimento (ibidem, tav. 133). In alcune di queste figure D. è contrassegnata da rami di alloro. Non si può determinare se queste rappresentazioni si basino su di un'altra versione della leggenda, o se si tratti piuttosto di una contrapposizione, più o meno gratuita, dei personaggi della leggenda. Sono da menzionare, fra le opere d'arte conservate, i mosaici romani di Tebessa, nell'Africa settentrionale, e quelli di Marino; e, prima di tutto, una statua in marmo, la cosiddetta Dafne Borghese. L'inseguimento di D. da parte di Apollo è raffigurato anche su di un rilievo romano a Treviri (Arch. Anzeiger, 1898, p. 74 ss., fig. 5).
Bibl.: L. v. Sybel, in Roscher, I, c. 954 s.; Waser, in Pauly-Wissowa, IV, c. 2138 s., s. v. Daphne. Per figure su monete: Friedländer, Numism., VII, 1880, 218. Per le rappresentazioni artistiche, la trattazione più importante è: V. Müller, in Röm. Mitt., XLIV, 1929, pp. 59-86, dove si possono trovare le riproduzioni delle opere d'arte qui menzionate ed è dato inoltre un breve cenno delle raffigurazioni posteriori all'epoca antica.