Dai primi insediamenti al fenomeno urbano. Mondo egeo
La formazione di insediamenti complessi in Grecia si registra a partire dall'inizio dell'età del Bronzo; tuttavia, se lo sviluppo degli insediamenti durante questo periodo cresce fino al sistema dei palazzi minoici e micenei, è solo dalle ceneri dei regni micenei, e probabilmente in contrapposizione ad essi, che si forma la polis così come la conosciamo nel periodo arcaico. Se tuttavia l'urbanesimo durante l'età del Bronzo è un fenomeno chiaramente percepibile, lo studio degli abitati minori e dello sfruttamento del territorio tra l'inizio dell'età del Bronzo e la fine dell'età del Ferro presenta problemi di ordine diverso. Soprattutto per il periodo minoico la mancanza di materiale epigrafico interpretabile crea serie difficoltà nella lettura dei reperti materiali che ci sono pervenuti; non è sempre semplice infatti riconoscere la funzione degli insediamenti al di fuori dei grandi centri. Si può trattare di insediamenti a carattere sacrale o militare, ma anche di accampamenti di cacciatori, di taglialegna, di artigiani che hanno bisogno di installazioni particolari, di allevatori; possono inoltre essere occupati continuativamente o stagionalmente a seconda della loro funzione. Infine, per tutto il periodo in esame non sono state rinvenute tracce di divisioni territoriali o segni di confine che potessero integrare le altre informazioni archeologiche. Durante il Bronzo Antico (III millennio a.C.) gli insediamenti tendono a concentrarsi secondo un orientamento già in atto nel periodo finale del Neolitico: l'attività rimane essenzialmente agricola e lo spazio occupato esiguo. Solo a Manika, in Eubea, la superficie si avvicina ai 50 ha di estensione e sono stati rinvenuti resti di fortificazioni, un'ampia necropoli e tracce di pianificazione viaria. In generale, anche se qualche insediamento è ancora in caverne, è possibile notare alcuni elementi evolutivi, come le strutture difensive o la divisione dello spazio in città alta e città bassa. In particolare, nel Bronzo Antico II questa tendenza all'agglomerazione si fa più evidente: alcuni insediamenti presso il mare, come Troia I e Myrtos a Creta, utilizzano un'acropoli; nelle zone interne, più frequentemente si installano su colline. Le piante non sono ancora caratterizzate da un disegno preciso e spesso negli insediamenti più grandi si deve riconoscere un insieme di villaggi in ordine serrato, piuttosto che un organismo unico. Molti insediamenti sviluppano cinte murarie complesse, evidenziando il valore difensivo delle nuove installazioni. Sempre nello stesso periodo appaiono alcune tipologie edilizie, come la casa "a corridoi", sul tipo della Casa delle Tegole a Lerna in Argolide o della Casa Bianca a Capo Colonna (Egina), che mostrano una struttura complessa e la presenza di magazzini. Anche a Creta esistono edifici strutturati che richiamano la Casa delle Tegole, come la Red House e la West House a Vasilikì o gli edifici di Myrtos. Diversamente da Lerna, sulla base della presenza di più edifici "monumentali", si tende a escludere la formazione di un potere prepalatino a favore di un sistema regolato da diversi gruppi familiari. A partire dall'inizio dell'età del Bronzo (fine del IV millennio a.C.) a Creta inizia a intravedersi una prima diversificazione degli insediamenti che si pongono in relazione tra loro secondo una scala gerarchica; la località più importante per dimensioni è Cnosso, ma accanto a questo compaiono come centri principali anche Festo, Mallia e Mochlos. Il resto dell'isola presenta una diffusa rete di piccoli villaggi, composti da pochi edifici, a carattere agricolo o pastorale, che in alcuni casi sono legati a un centro di dimensioni maggiori con il quale formano un sistema complesso, come nella valle di Aghiofarango, nella Creta centro-meridionale, dove sono stati rinvenuti resti di fattorie disposti intorno a un villaggio; un'analoga sistemazione a piccoli villaggi potrebbe essere suggerita dai diversi gruppi di tombe circolari nella Messarà. Durante il Bronzo Antico (BA; III millennio a.C.) nella pianura del Lassithi una quindicina di piccoli insediamenti, probabilmente accampamenti di pastori, è stata sostituita da cinque villaggi più grandi caratterizzati da una probabile funzione di sfruttamento agricolo del territorio. Insediamenti stagionali ancora legati alle attività dei pastori sembrano essere i ritrovamenti a Debla, nella Creta occidentale, dove sono state rinvenute due o tre strutture semplici formate da una sola camera. Complessivamente cresce il numero degli insediamenti, anche se non necessariamente a causa di un incremento demografico; piuttosto si deve pensare, perlomeno per la Creta centro-orientale, a uno sfruttamento più intenso delle risorse agricole che necessita di una diversa distribuzione dei siti sui territori occupati. In questo quadro si deve intendere la "colonizzazione" di territori non sfruttati precedentemente, come il massiccio dell'Astarusia o le modificazioni del quadro degli insediamenti nella valle di Lassithi. Nelle Cicladi le evidenze dalle necropoli suggeriscono la presenza di piccoli villaggi, di tipo analogo a quelli di Creta, tuttavia con una vita media di insediamento molto corta, anche se durante il Bronzo Antico si trovano tracce del costituirsi di nuclei più grandi; così alcune delle necropoli di Syros sono sfruttate intensivamente, anche se il trend generale indica che nelle altre Cicladi questo accentramento avviene solo alla fine del periodo. Nella Grecia propria abbiamo insediamenti con una vita sostanzialmente lunga, affiancati da un cospicuo numero di piccoli siti. I grandi insediamenti sono generalmente più estesi di quelli di Creta (Eutresis, Lerna, Tirinto, Tebe), anche se non sempre l'abitato è in ordine serrato. A Manika molto probabilmente lo sfruttamento del territorio che si sviluppa su circa 50 ha non era intensivo, ma katà komas. Alla fine del Bronzo Antico si nota nella Grecia propria e nelle Cicladi una tendenza all'accentramento della popolazione, mentre non è riconoscibile un analogo sistema di sfruttamento del territorio mediante una serie di piccoli insediamenti come a Creta. Strutture urbane più complesse si sviluppano a Creta nel periodo dei Primi Palazzi. Già l'inizio del Minoico Medio è caratterizzato da un incremento demografico, dall'ingrandimento degli insediamenti esistenti e dalla nascita di nuovi. La specializzazione artigianale e lo sviluppo degli scambi, fenomeni già presenti nel periodo precedente, sono legati a strutture sociali più complesse e implicano la nascita di un'amministrazione centrale che sviluppa un complicato sistema di controllo, come indica l'uso della scrittura e dei sigilli. I Primi Palazzi, che esistono già all'inizio del Minoico Medio IB (1900 a.C. ca.), costituiscono il nucleo delle strutture urbane più importanti e con queste sono correlate senza esserne divise da sistemi difensivi. Soprattutto a Mallia e a Cnosso, ma anche a Zakros, gli abitati raggiungono dimensioni considerevoli e sono caratterizzati dalla presenza di edifici importanti o mansions; in particolare a Mallia l'abitato si estendeva fino al mare e dopo la distruzione dei Primi Palazzi è stato solo parzialmente rioccupato. Le strutture rimaste sono complesse, come la "cripta ipostila", il "Quartier Mu", i "magazzini Dessenne"; la funzione di queste strutture non è chiara, ma la presenza nel Quartier Mu di due edifici di grandi dimensioni, all'interno dei quali sono stati rinvenuti documenti di archivio in geroglifico, pone problemi sui rapporti con l'amministrazione palatina. Questi edifici erano circondati da laboratori di artigiani, ceramisti, fonditori, incisori di sigilli; minori informazioni si hanno invece sull'assetto viario urbano. Un processo di gerarchizzazione degli insediamenti si può seguire soprattutto nella Creta orientale dove, tra la fine del periodo prepalaziale e il periodo dei Primi Palazzi (2000-1700 a.C. ca.), si assiste ad uno sviluppo di alcuni insediamenti, probabilmente guidato da un'autorità centrale; tuttavia la presenza di piccoli santuari e dei santuari di vetta fuori dei grandi centri indica che probabilmente le campagne erano abitate da piccole comunità, unite comunque al centro più importante. La presenza a Cnosso e a Festo di installazioni per lo stoccaggio, soprattutto di grano e olio, qualifica i palazzi come diretti referenti delle comunità rurali. Nella Grecia continentale si nota una regressione degli insediamenti rispetto al periodo precedente; con la sola eccezione della Messenia, i nuovi impianti sono rarissimi e si riscontra un certo numero di abbandoni. La grandezza degli insediamenti è relativamente modesta; Malthi in Messenia presenta invece un abitato fittamente occupato e un muro di cinta. Rispetto al Bronzo Antico scompare l'uso di impianti viari regolari, con la formazione di isolati abitativi, a favore di case isolate disposte disordinatamente; l'uso del muro di cinta per gli abitati è tardo e dovuto probabilmente ad influenza cicladica. Più complessi e spesso fortificati sono i centri nelle isole dotati di un piano urbano regolare, come Thermi V a Lesbo, Phylakopi a Melos, Haghia Irini a Ceo; le case sono allineate o orientate e divise in isolati da un sistema viario regolare. Troia si caratterizza come un sito urbano fortificato. Con la costruzione dei Secondi Palazzi (1700 a.C. ca.), l'architettura si monumentalizza ulteriormente con l'utilizzazione di materiali preziosi. Il palazzo diventa centro assoluto dell'insediamento, ma accanto si sviluppa un'architettura monumentale minore con la costruzione di piccoli palazzi, ville, mansions. Insieme agli edifici di prestigio si diversificano maggiormente le tipologie insediative già presenti nel periodo precedente: strutture di tipo palatino alle quali si accompagnano città costituite da case di piccole dimensioni, come Festo o Gournià; città o villaggi formati da diverse ampie residenze come Mochlos, o da diversi ampi edifici in ordine serrato, come Haghia Triada; ville rurali isolate; piccoli villaggi formati da insulae simili ad alcuni insediamenti cicladici sul tipo di Akrotiri a Thera. Generalmente l'impianto viario delle città è regolare e le abitazioni sono raggruppate in isolati; a Cnosso e a Mallia agli isolati si affiancano edifici indipendenti. Il palazzo o la villa sorgono sempre in posizione centrale rispetto alla città, ma ai bordi degli agglomerati urbani si sviluppano diverse residenze monumentali. In questa fase (1700-1450 a.C.) il territorio è sfruttato in maniera più intensiva come parrebbero dimostrare ad esempio i terrazzamenti e le dighe a Pseira o alcuni resti su terrazzamento nell'altopiano di Kavousi. Nel Dodecanneso e a Thera piccoli insediamenti potrebbero essere identificati con fattorie. Soprattutto nella Creta orientale si trovano importanti installazioni, le cosiddette "ville", che si qualificano per la posizione preminente nel territorio, la presenza di un ricco apparato decorativo di determinati ambienti, il rinvenimento di tavolette in lineare A o di sigilli, la presenza di ambienti per lo stoccaggio. Il ruolo di queste ville è fondamentale per il controllo dello stesso territorio e, oltre ad avere la probabile funzione di residenza, assolvevano anche uno scopo amministrativo, di magazzinaggio delle derrate, e probabilmente di centro religioso. Inoltre avevano un ruolo attivo nella coltivazione come dimostrano le tracce rinvenute di uno sfruttamento agricolo intenso nel loro territorio. La villa più importante era quella di Haghia Triada; il sito si sviluppa in modo significativo accanto al Palazzo di Festo già nel periodo dei Primi Palazzi. La funzione di questo insediamento, data la vicinanza con il palazzo, è incerta, ma le strutture dimostrano comunque un notevole sviluppo. La presenza di tavolette in lineare A, rinvenute ad Haghia Triada ma non nel palazzo di Festo, indicherebbe che in periodo neopalaziale le funzioni amministrative della regione sono demandate alla cosiddetta "villa reale" e non al vicino palazzo che, qualora fosse funzionante, conserverebbe soprattutto una funzione religiosa e rappresentativa, almeno per una fase più avanzata del periodo. In realtà se la villa di Haghia Triada ha un rilievo particolare è verosimile che le ville si presentassero con diverse peculiarità e funzioni a seconda della loro importanza e del loro rapporto con il palazzo. Il consolidarsi delle ville potrebbe suggerire l'idea della nascita di potentati locali che avrebbero minato il potere centrale. Nello stesso periodo in Grecia non si hanno analoghe tracce di presenza sul territorio anche se la rioccupazione di alcune zone abitate precedentemente testimonia un aumento di popolazione e una ripresa delle attività produttive. Nello stesso periodo la Grecia continentale vive un momento di forte espansione: numerosi insediamenti presentano un muro di cinta e in alcuni casi si può notare una forma di pianificazione, anche se in generale gli agglomerati urbani crescono piuttosto disordinatamente e ricordano a una prima analisi i villaggi mesolitici. Diversamente, nelle isole si nota una discreta attività costruttiva, con la realizzazione di opere di fortificazione e di grandi edifici che sembrano occupare un posto centrale all'interno dell'insediamento. Ad Akrotiri gli scavi hanno messo in luce un abitato regolare formato da insulae che si allineano secondo un tracciato viario abbastanza regolare. Gli edifici, alti due o tre piani, non hanno altri punti di luce oltre a quelli che si aprono sulle vie pubbliche; accanto a questi esistevano anche diversi edifici indipendenti, che potevano avere funzioni particolari, amministrative o religiose. Solamente nel periodo miceneo possiamo avere una serie di dati epigrafici che permettono di integrare l'osservazione delle strutture architettoniche e urbanistiche. Il periodo si caratterizza per la presenza di "palazzi" a Pilo, Micene e Tirinto i quali costituiscono il centro urbanistico e amministrativo, come attestano i rinvenimenti di archivi in scrittura lineare B. La presenza di palazzi nel continente è relativamente tarda e si concentra nell'Elladico Finale IIIB (1325-1200 a.C. ca.) per Micene e Pilo, mentre a Tirinto probabilmente il nucleo del palazzo era già presente nell'Elladico Finale IIIA (1400-1325 a.C.). Come già a Creta, nel mondo miceneo il palazzo è una struttura complessa: a Micene e a Tirinto, così come probabilmente ad Atene, tutto lo spazio all'interno delle mura è riservato al palazzo e alle strutture connesse; l'intera cittadella fortificata deve quindi essere piuttosto interpretata come un palazzo fortificato. In periodo miceneo le fortificazioni diventano dunque l'elemento più monumentale dell'architettura. Si possono distinguere tuttavia diversi tipi di siti fortificati a seconda dell'estensione delle mura e del loro rapporto con la città. In alcuni siti queste racchiudono solo una parte dell'abitato, come a Malthi; in altri la zona racchiusa dalla cinta è molto vasta e supera di gran lunga quella occupata dall'abitato, come a Krisa in Focide o Eutresis e Gla in Beozia. Si tratta di cinte di rifugio che vanno poste in relazione non con un solo abitato ma con un'intera regione. Lo sforzo edilizio era quindi concentrato verso la protezione della sede amministrativa la quale aveva una funzione di immagazzinamento e di ridistribuzione di beni su un ampio territorio. Ciò è confermato dal fatto che eventuali ampliamenti della cinta muraria accolgono edifici che potenziano le capacità funzionali del palazzo stesso. Questi palazzi, di cui si deve ipotizzare la presenza anche in altre città come Tebe e Atene, si distinguono nettamente da altri edifici, anche di prestigio, rinvenuti in altri insediamenti. La funzione di questi ultimi, come la grande costruzione di Orchomenos, l'Edificio B di Zygouries e l'edificio presso il Menelaion di Sparta è di difficile interpretazione. Al riguardo, si può evidenziare, da un punto di vista meramente strutturale, una sorta di gerarchizzazione degli insediamenti in palaziali e non. Nelle stesse città palaziali esistono infatti edifici di prestigio per i quali non conosciamo, allo stato attuale, il rapporto con il palazzo, come a Tirinto la Casa 49 della città bassa, con mosaico di ciottoli, o l'Edificio W, che si distingue per le dimensioni. Nella cittadella bassa della stessa Tirinto l'estensione delle mura nell'Elladico Finale IIIB2 probabilmente serviva a proteggere una serie di edifici, disposti su terrazze, all'interno dei quali sono state rinvenute tavolette iscritte. Analoghi ritrovamenti sono stati effettuati a Micene all'interno degli edifici che sorgono fuori delle mura a sud del Circolo B (Casa del Mercante d'Olio, Casa delle Sfingi, Casa degli Arieti, Casa Ovest). In quest'ultimo caso il contenuto delle tavolette è risultato in parte simile a quello degli archivi di Pilo e di Cnosso; questo elemento e le dimensioni degli edifici fanno comunque presupporre un ruolo importante nell'economia del palazzo. Per il resto non è possibile individuare i criteri di sviluppo dentro e fuori della cittadella e quali rapporti legassero i vari edifici, né è possibile stabilire l'estensione degli stessi abitati fuori dalle mura. Più probabilmente, il palazzo si qualificava come centro organizzativo di una regione secondo un sistema che si può ricostruire dagli archivi di Pilo e di Cnosso, piuttosto che come riferimento urbanistico e amministrativo di un centro abitato o di una polis. A Creta la caduta dei Secondi Palazzi crea una situazione di disagio. La presenza nel territorio non è più capillare come nel periodo precedente e il sistema delle ville sembra essere sparito insieme a diversi insediamenti e ad alcuni agglomerati urbani. In Grecia continentale si nota al contrario una grande espansione del numero degli insediamenti. Per il periodo miceneo (1450-1200 a.C.) i dati in nostro possesso sono limitati per i piccoli siti, tuttavia le tavolette in lineare B degli archivi di Pilo e di Cnosso offrono notizie interessanti sui territori amministrati fornendoci informazioni non reperibili per i periodi precedenti. Più precisi sono i dati provenienti da Pilo. Dalle tavolette si conoscono diciassette toponimi distinti in due province governate da un ko-re-te, subordinato al wanax. Questi nomi indicano i distretti in cui erano suddivise a loro volta le province, e in alcuni casi anche la città più importante del distretto. Ciascuna provincia aveva una capitale: Pu-ro (Pilo) e Re-u-ko-to-ro. La prima era anche la sede del wanax, ma la seconda aveva comunque uno statuto particolare. Lo sfruttamento capillare del territorio di Pilo avveniva secondo una rigida disposizione a piramide degli insediamenti, da quelli a carattere agricolo fino alla capitale. A Cnosso l'organizzazione territoriale durante l'amministrazione micenea si ispira molto probabilmente al vecchio sistema minoico; anche se il sistema delle ville e delle grandi residenze sembra collassare intorno al 1450 a.C., Cnosso continua a funzionare come centro palatino e la continuità di occupazione a Mallia, Kommos, Haghia Triada e Chania indica un'ingerenza del palazzo cnossio su centri importanti. Il territorio governato dal palazzo sembra essere diviso in quattro province distinte geograficamente. Le province più estese erano a loro volta divise in distretti amministrativamente indipendenti. Oltre a Cnosso alcuni centri secondari hanno la funzione di filiali dell'amministrazione centrale, con archivi in lineare B, tra i quali si riconoscono Festo, toponimo che probabilmente veniva usato per indicare Haghia Triada, e Kydonia (Chania) dove sopravvive un centro palatino di una certa importanza e accanto al quale emerge una serie di insediamenti minori nella regione, che suggeriscono una notevole attività agricola. Nel territorio di Cnosso è quindi possibile trovare l'utilizzo di una gerarchia a piramide dei diversi insediamenti per lo sfruttamento delle risorse territoriali. Forte di questi esempi W.-D. Nimaier ha cercato di riconoscere una suddivisione territoriale analoga in Attica, per la quale non abbiamo testimonianze epigrafiche, basandosi sulle sole evidenze archeologiche. Più difficile è analizzare la situazione geografica in Argolide per la quale K. Kilian ha tentato di elaborare una gerarchia di insediamenti, scontrandosi tuttavia con la presenza di diversi insediamenti primari come Micene, Midea, Argo e Tirinto. In generale, rispetto agli insediamenti minori la capitale, dove risiede il palazzo, si pone come regolatrice degli scambi interni e come garante per quelli esterni. Dalle tavolette inscritte possiamo conoscere la complessità del sistema fondiario a Pilo. Il territorio era diviso in due categorie principali denominate ki-ti-me-na e ke-ke-me-na; il secondo termine compare anche a Cnosso e a Tirinto e indica la proprietà del palazzo, mentre il primo, che è sostituito a Cnosso, sembra indicare la terra oggetto di proprietà privata. Possiamo quindi distinguere le attività agricole legate al palazzo da quelle private: il palazzo possedeva una proprietà estesa nella quale erano coltivati soprattutto cereali e olive, coltivazioni che sfruttano terreni di tipo diverso, e che quindi non entrano in competizione tra loro, ed alcuni pascoli per gli animali da lavoro e per le pecore da lana; nelle terre non legate al palazzo le coltivazioni erano più differenziate ed oltre ad integrare le scorte di cereali offrivano prodotti agricoli di non primaria necessità. Dai testi sappiamo infatti che un singolo proprietario poteva dividere la sua terra in appezzamenti con colture diverse. I prodotti non primari venivano incamerati dal palazzo sotto forma di tassazioni, mentre in cambio si occupava di fornire i mezzi primari di sostentamento e beni artigianali. Il palazzo si occupava inoltre del commercio esterno con l'esportazione dei prodotti artigianali e con l'importazione di materie prime. La caduta dei regni micenei si presenta come un'interruzione nelle linee di sviluppo dell'urbanistica e innesca il processo evolutivo che porterà alla polis di età storica. Il periodo che unisce i due fenomeni, tuttavia, è uno dei più oscuri della storia greca, durante il quale si registra una generale regressione delle strutture sociali e amministrative, con il conseguente abbandono della scrittura, di pratiche artigianali consolidate, di un'urbanistica e di un'architettura monumentale, di una pratica agricola e pastorale organizzata. Di contro, la polis arcaica è essenzialmente un organismo politico complesso, perfettamente formato all'inizio dell'età storica; la difficoltà principale nello studiare la sua formazione consiste nel fatto che la polis si forma in un periodo che non solo non ha fonti scritte, ma che presenta anche scarsi dati archeologici. Durante l'Elladico Finale IIC (1200-1050 a.C.) sia nella Grecia continentale sia a Creta si assiste a una sensibile diminuzione dei siti occupati; a Creta appaiono durante il XII sec. a.C. alcune città rifugio, poste in luoghi difficilmente accessibili, come Karphì presso l'altipiano di Lassithi, occupata a partire dalla seconda metà del secolo. Questo insediamento sorge nel luogo di un santuario che ebbe il massimo sviluppo nel Minoico Medio e i rinvenimenti nel santuario cittadino dimostrano che a Karphì continua la tradizione religiosa minoica, tuttavia il tipo insediativo segna una rottura netta con l'urbanistica del periodo precedente, se non altro per la posizione scelta. Le abitazioni di pianta quadrangolare con un solo ambiente erano sistemate su terrazze; al centro si trovava un grande edificio composto da più ambienti, intorno al quale erano stati costruiti il santuario cittadino e alcune strutture per l'immagazzinamento.
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