DAIDALOS (Δαίδαλος, Daedalus)
1°. - Bronzista, figlio e scolaro di Patrokles, probabilmente fratello di Policleto, di Sicione, da inquadrare quindi nella scuola dei bronzisti peloponnesiaci di derivazione policletea. Pausania menziona alcune opere di lui. La più antica sembra la statua di Eupolemos Eleo, in Olimpia, che fu vincitore nello stadio nel 396-5 a. C. (Paus., vi, 3, 7; VIII, 45, 4); poi quella di Aristodemos eleo, vincitore nel 388-7, eseguita, come sembra, con la collaborazione del padre Patrokles (Paus., vi, 3, 4); le statue di Esipo a cavallo con la Nike vicino e di Timon, padre di Esipo, sul carro (Paus., vi, 2, 8); la statua di Naucide di Demarato, lottatore da Figalia (Paus., vi, 6, 1). La sua opera che ci risulta più recente è il simulacro di Arcade, eponimo della regione, e della Nike, che gli Arcadi dedicarono a Delfi dopo la vittoria su Sparta nel 369 (Paus., x, 9, 5-6) insieme ad altre statue. Si sono rinvenute alcune basi con sue firme da Efeso, Olimpia, Delfi. Una da Delfi ha l'epigramma per un Taurea o figlio di Taurea, vincitore dei giuochi pitici. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 76) ricorda di questo artista le statue di due fanciulli strigilatori, di cui si è creduto trovare una riproduzione in un bronzetto da Efeso, che invece piuttosto si deve ritenere una variante dello Apoxyòmenos di Lisippo. D'altra parte la fedeltà di D. alla scuola policletea è testimoniata dalle tracce dei piedi di una statua trovate su una base a Delfi, che conservano il ritmo policleteo. Lo stile dell'artista può in parte essere rivelato da una statua di giovane trovata in mare presso Anticitera, ora ad Atene, ma la sua personalità si deve ancora considerare ignorata.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, VIII, 1913, p. 283; E. Loewy, I. G. B., Lipsia 1885, 88, 89, 103; F. Hauser, Eine Vermuthung über die Bronze-statue aus Ephesos, in Oesterr. Jahreshefte, V, 1902, pp. 214-216; C. Robert, in Pauly-Wissowa, IV, s. v., n. 2; Bull. Corr. Hell., XXIII, 1899, p. 381; J. Jongkees, Zur Chronologie der Münzen von Olympia, in Jahrbuch, LIV, 1939, p. 219-220; I. Marcadé, Rec. d. Signatures, Parigi 1953, I, 22-24.