DAITONDAS (Δαιτώνδας)
Bronzista di Sicione, della seconda metà del IV sec. a. C., ricordato da Pausania (vi, 17, 5) come autore della statua di Theotimos eleo, che aveva riportato una vittoria ad Olimpia, nel pugilato dei giovanetti. Si può datare con sicurezza l'attività di D., perché si sa che il padre di Theotimos - Moschion - fece parte del sèguito di Alessandro Magno durante la spedizione in Asia. Il nome D. appare anche su una base frammentaria da Delfi, in marmo bluastro, dedicata, probabilmente ad Afrodite, da Asopodoros e Aristeidas; questi due nomi sono integrati; ma anche ammessa l'esattezza dell'integrazione, rimane sempre problematico il tentativo di identificazione con personaggi noti, perché i nomi sono molto comuni. La base, che non presenta tracce di fissaggio nella parte superiore, si data al IV sec. a. C. in base ai caratteri epigrafici. Quasi certa è l'identificazione col D. sicionio di Pausania. Anche una base rinvenuta a Tebe presenta il nome D.: si tratta di una lastra in marmo bluastro, rettangolare, sottostante probabilmente ad una statua-ritratto di un Aicmondas, dedicata dal figlio agli dèi; appare un poco più tarda di quella da Delfi, cioè dell'inizio del III sec.; anche in questo caso si identifica concordemente D. col sicionio e attivo a Delfi. Le lettere di quest'ultima iscrizione non sono apicate. Il Robert propone una data più bassa (inizio III sec. a. C.), ma tutto concorda nel porre l'acmè di D. alla fine del IV sec. a. C.
Bibl.: J. Schmidt, in Ath. Mitt., V, 1880, p. 197, n. 58; E. Loewy, I. G. B., 97; H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, p. 418; I. G., VII, 2472; C. Robert, in Pauly-Wissowa, IV, 1903, c. 2015, s. v.; H. Pomtow, Delphica, III, Lipsia 1912, p. 54; W. Amelung, in Thieme-Becker, VIII, 1913, p. 287, s. v.; G. Lippold, Die Plastik, in Handb. d. Arch., Monaco 1950, p. 299; I. Marcadé, Recueil d. Signatures d. Sculpt. gr., Parigi 1953, I, 25.