DAKOTA Settentrionale e Meridionale (A. T., 136-137)
Stati appartenenti al settore NO. della zona centrale degli Stati Uniti. Si estendono a O. del Red River entro la zona delle praterie e dei grandi piani, tra il 43° e il 49° N. (frontiera canadese) e fino al 104° O. Morfologicamente, la parte maggiore del loro territorio è compresa entro il cosiddetto Missouri Plateau; zona sfuggita alla grande glaciazione pleistocenica, a topografia matura, terrazzata, tipica per lo sviluppo delle bad lands, che si continuano a N. nel Canada. A oriente di questo altipiano, la cui altezza si mantiene sempre assai modesta, è una fascia di terreni dello stesso tipo, ma con evidenti tracce di glaciazione: basti ricordare i numerosi laghi glaciali, di cui molti salati, che si scaglionano da N. a S., dalla frontiera canadese al Nebraska. Più a E. la glaciazione ha interessato un vasto lembo dei grandi piani che continua qui la topografia del Manitoba centrale: regione piatta con larghe aree chiuse e in parte allagate. Caratteristico il Devils Lake nel Dakota Settentrionale, bacino di estensione assai irregolare, che ha in media una lunghezza massima di 65 km. e una superficie di oltre 1000 kmq.
Il clima è assai uniforme in ambedue gli stati: in generale le temperature decrescono piuttosto da O. verso E. che da S. a N. Il Dakota Settentrionale ha una media invernale da −5° a −10°, con minimi che giungono fino a −35°, e una media estiva da 15° a 20°; quest'ultimo dato è pressoché identico a quello del Dakota Meridionale, dove le medie di gennaio si aggirano intorno ai −5°. L'inverno è lungo e rigido, l'estate breve, ma calda. Il periodo d'insolazione consente lo sviluppo dei cereali, ma i raccolti sono spesso aleatorî per la scarsità delle precipitazioni, che nella zona dei grandi piani non superano i 500 mm. l'anno. Tuttavia le piogge, che si concentrano in primavera e in estate, coincidono opportunamente con il periodo vegetativo.
Il Dakota Settentrionale misura una superficie di kmq. 183.481 (quasi il doppio dell'Ungheria), il Dakota Meridionale di kmq. 201.037 (circa cinque volte la Svizzera). Ambedue sono essenzialmente agricoli e colonizzati in prevalenza da elementi nordeuropei. In origine erano territorî destinati a pascolo o sfruttati con agricoltura largamente estensiva. La trasformazione subita, specie nel dopoguerra, da tutto il centro degli Stati Uniti e tendente a un'agricoltura sempre più industrializzata, lo sviluppo delle irrigazioni, e il movimento cooperativistico, hanno a poco a poco sostituito l'agricoltura intensiva alla pastorizia, e all'agricoltura associano sempre più strettamente l'allevamento del bestiame e le industrie alimentari. Il Dakota Settentrionale produce soprattutto grano, lino (per il seme; oltre la metà del quantitativo degl'interi Stati Uniti), avena, orzo, fieno, patata e segale. Scarsa è la coltivazione delle frutta e insignificanti le risorse minerarie (lignite a O.). Le industrie provvedono ai bisogni locali: le molitorie sono alla testa; seguono le grafiche e le alimentari (burro, formaggio e latte condensato) e si concentrano soprattutto a Fargo e a Grand Forks. La popolazione, che era di 2 mila abitanti nel 1870, ne contava 646 mila nel 1920 e 682.448 nel 1930 (densità 3,6 per kmq.). Gli stranieri formano circa il 20% del totale. I contingenti più numerosi sono i Norvegesi, i Russi, i Canadesi e i Tedeschi. La popolazione urbana è passata dal 7,3% nel 1900 al 13,6% nel 1920. I centri principali sono tutti nella zona delle praterie tra il Missouri e il Red River, e i maggiori su quest'ultimo fiume, che bagna la zona agricola più sviluppata.
Il Dakota Meridionale, oltre e più del grano, produce mais e poi orzo, segala, lino e patate. La zona dei Black Hills, blocco montuoso isolato che occupa l'estremità sudoccidentale dello stato ed è notevole anche per le sue ricchezze minerarie, interrompe qui la zona delle bad lands, creando possibilità industriali che attendono ancora d'essere realizzate. L'oro tuttavia consente già un reddito annuo di circa 7 milioni di dollari. Notevole è anche il patrimonio forestale e questo ha permesso che accanto alle molitorie e alle grafiche si sviluppassero anche le industrie del legname e delle costruzioni (costruzioni ferroviarie). La popolazione era di 12 mila ab. nel 1870, di 637 mila nel 1920, e nel 1930 di 690.755 (densità 3,4 ab. per kmq.). Anche qui i Norvegesi formano il gruppo più numeroso fra gli stranieri: seguono Tedeschi, Russi, Svedesi e Canadesi. La popolazione urbana è passata dal 10,2% nel 1900 al 16,0% nel 1920. Oltre ai centri che si sono sviluppati a E. del Missouri, ve ne sono nella regione dei Black Hills.
Nessuno dei due stati ha città superiori ai 50 mila ab.: le capitali, rispettivamente Bismarck (7000 ab.) e Pierre (4000 ab.), sono piccoli centri agricoli. L'elemento negro è trascurabile; relativamente numerosi invece gl'Indiani: circa 7 mila nel Dakota Settentrionale 16 mila nel Meridionale. Gl'Italiani risultavano (1920) in numero di 176 nel Dakota Settentrionale e 413 nel Dakota Meridionale.
V. tavv. LV e LVI.
Bibl.: Dakota Settentrionale: D.E. Willard, The Story of the Priaries, or the landscape Geology of N.D., Chicago 1902; E. Rex Willard, The Agricultural Regions of N.D., Grand Fork, N.D. Agric. College Agricult. Experim. Station, 1924; A.G. Leonard, E.J. Babcork, L.P. Dove, The Lignite Deposits of N.D., in Bull. of Geol. Sur. of N.D., Grand Fork 1925; L.J. Hall, History of the Formation of Counties in N.D., Collect. of the N.D. State Historical S., V (1923), pp. 167-250; A.G. Leonard, A.W. Ganger, W.E. Budge, L.P. Dove, Geology and Natural Ressources of N.D., Division of Mines and Mining Experiments in the College of Engineering, Grand Fork 1926. - Dakota Meridionale: S.D. Geol. and Natural History Survey, The Natural Resources of S.D., Vermilion 1924; D. Robinson, Encyclopaedia of S.D., Sioux Falls 1925; O' Hara, Handbook of the Black Hills, Rapid City 1927.
Esplorazione e storia. - L'esplorazione e la prima colonizzazione del Dakota furono opera dei Francesi. La prima vera spedizione a tale scopo fu quella di Pierre de la Verendrye (1738-43); ma bisognava però attendere i due ultimi decennî del sec. XVIII, perché il movimento di penetrazione divenisse continuo, tanto nel Dakota Meridionale, a opera di Jean Baptiste Truteau, quanto nel Dakota Settentrionale, a opera di Charles Chaboillay. Politicamente tuttavia tutto il territorio del Dakota apparteneva alla Spagna, essendo compreso sotto il nome generico di Luisiana; e solo nel 1800 la Francia riotteneva, con la Luisiana vera e propria, anche i territorî vicini, tra cui il Dakota. Ma già nel 1803 tutta quell'immensa distesa di territorî veniva ceduta dalla Francia agli Stati Uniti.
Sotto il nuovo dominio, l'esplorazione delle regioni s'intensificò: cominciarono Lewis e Clark (1804-1805) e Manuel Lisa (1807) a risalire il Missouri: compagnie commerciali poi (American Fur Company) s'incaricarono di sviluppare un regolare servizio di trasporti sul Missouri. L'occupazione del territorio da parte dei Bianchi urtava però nella resistenza degl'Indiani, i famosi Sioux, che solo a gran fatica poterono essere domati (campagne del 1862 e 1864, specialmente). Fino al 1861 unito con il Minnesota, il Dakota fu eretto, in quell'anno, in territorio; poi, nel 1889 fu diviso in due stati separati, il North Dakota e il South Dakota, che vennero ammessi nell'Unione il 2 novembre 1889.
Bibl.: Per il Dakota Settentrionale: C.A. Lounsberry, Early History of North Dakota, 1919; H.C. Fish e R.M. Bläck, Brief History of North Dakota, 1925; W.M. Wemett, Indians of North Dakota, 1927. E cfr. Collections of North Dakota a cura della State Historical Society, 1906 segg., e North Dakota Historical Quarterly, 1926 segg.
Per il Dakota Meridionale: D. Robinson, History of South Dakota, New York 1906; id., Encyclopaedia of South Dakota, 1925; G.W. Kingsbury, History of Dakota Territory, New York 1915. Cfr. South Dakota Historical Collections, a cura della State Historical Society, New York 1902 segg.
Lingua. - La lingua dakota appartiene al gruppo Sioux (v.); i principali dialetti sono il Santi e il Yankton parlati dalle tribù dakota orientali, il Teton parlato dalle-tribù occidentali e l'Assiniboin da quelle di nord-ovest.
Bibl.: v. la grammatica di Fr. Boas e J.R. Swanton, Siouan, Dakota (Teton and Santee Dialectes) with remarks on the Ponca and Winnebago, in Handbook of American Indian Languages, I, Washington 1911, pp. 875-965.