DAL POZZO DELLA CISTERNA, Emanuele, principe
Nato a Torino il 7 gennaio 1787, morto ivi il 26 marzo 1864. Liberale moderato, uomo di studî e di pensiero, sconsigliò da Parigi il moto del 1821, poiché, secondo lui, le sorti italiane dipendevano dal "complesso degli affari dell'Europa", e un movimento prematuro, in un paese privo di "energia popolare", sarebbe soffocato ed il male doppio". Tuttavia, aggiungeva, "una volta che sia deciso, non penserò più alla mia opinione". Venne arrestato il 4 marzo a Pont-Beauvoisin, in Savoia, mentre tornava in patria; ma, scoppiata la rivoluzione, riebbe la libertà, il 13, per ordine di Carlo Alberto. Quando questi partì per Novara, il principe della Cisterna riparò a Ginevra. Riapparve a Torino, per breve tempo, prima dell'ingresso delle truppe regie, e si ridusse poi in Francia, dove rimase a lungo, sempre sorvegliato dal governo sardo che ne temeva il prestigio tra gli esuli e le alte classi francesi. Graziato in parte nel 1832, fu compreso nell'indulto del 1842, ma rimase egualmente a Parigi, dove, il 14 aprile 1848, gli giunse la nomina a senatore del regno. Da Lodovica Ghislaine De Merode, sorella della Principessa di Monaco, aveva avuto due figlie, di cui la maggiore, Maria Vittoria, sposò, il 30 maggio 1867, il principe Amedeo di Savoia, duca d'Aosta.
Bibl.: F. Lemmi, Il proceso del principe della Cisterna, in Bibl. di st. italiana recente, Torino 1923.