DALBERG, Emerich-Joseph, barone, poi duca di
Diplomatico, nato a Magonza il 30 maggio 1773, morto a Hernsheim presso Worms il 27 aprile 1833. Era nipote del principe Karl di Dalberg, arcivescovo di Magonza, e con lui fece i primi passi nella diplomazia. Nel 1803 si stabilì a Parigi come ministro del granduca di Baden, divenendo in breve devotissimo del Talleyrand. Nel 1810, naturalizzatosi cittadino francese, fu fatto consigliere di stato e duca. Il 1 aprile 1814 accettò di far parte del governo provvisorio eletto dal Senato. Secondo plenipotenziario di Luigi XVIII nel congresso di Vienna, ebbe poi grado di ministro di stato e di Pari di Francia. Finalmente, il 26 settembre 1816, venne ambasciatore a Torino, dove cercò anche con l'aiuto della moglie, una Brignole Sale, di guadagnare alla Francia l'opinione pubblica e di produrre così nel governo sardo un mutamento di uomini che sottraesse Vittorio Emanuele I al supposto influsso della politica austriaca. Ma ebbe il torto d'ingerirsi negli affari interni del paese che l'ospitava, e di criticare tutti gli atti della restaurazione con un tono che non poteva non offendere gli uomini di stato piemontesi. Ne ottenne il richiamo, verso la metà del 1820, ma il suo soggiorno a Torino non era stato senza efficacia, almeno indirettamente, nella preparazione del moto, che poi scoppiò nel marzo 1821. Il D. continuò ad occuparsi, anche da lontano, delle cose del Piemonte, sempre fisso nell'idea che il governo sardo fosse asservito all'Austria.
Bibl.: P. Boselli, Il ministro Vallesa e l'ambasciatore Dalberg nel 1817, in Miscellanea di storia italiana, 1893. V. un profilo, molto favorevole, n B. Sers, Mémoires, Parigi 1906, p. 72 segg.