DALLA BELLA, Giovanni Antonio
Nacque a Padova il 30 ag. 1730 da Giovanni Battista e da Elisabetta Soncin. Studiò nella città natale presso i gesuiti, iscrivendosi poi al corso di laurea in filosofia e medicina, dove per la matematica e la fisica ebbe un insegnante della statura di G. Poleni; la data di laurea fornita dal Braga (17 giugno 1748), molto precoce, non è del tutto inaccettabile per i tempi didattici dell'epoca. Il Poleni dovette apprezzarlo, perché quasi subito il D. divenne "dimostratore" (addetto agli strumenti) nel laboratorio di fisica sperimentale dell'università, allora forse il più importante d'Europa.
Morto nel 1761 il Poleni, il D. ebbe l'incarico di supplente nell'insegnamento di fisica sperimentale per alcuni anni, e sperò forse in un conferimento stabile della cattedra, ma nel 1764 essa venne assegnata al Colombo, già docente di filosofia, cosicché nel 1766, quando nel quadro delle riforme scolastiche avviate in Portogallo dal marchese di Pombal fu reso operativo a Lisbona il Collegio real dos nobres, istituito nel 1761 con ampio spazio dedicato alla didattica scientifica, il governo portoghese incaricò J. Facciolati, figura di spicco nell'università di Padova di reperire un docente di fisica sperimentale. Il Facciolati interpellò il D., che accettò la proposta, e a fine 1766 o inizio 1767 si recò a Lisbona (il decreto di nomina del re Giuseppe I è del 31 genn. 1767), iniziando subito l'insegnamento. Alcuni anni dopo fu raggiunto dalla moglie, - Teresa Dalla Libera, che gli aveva già dato una figlia e due altre gliene darà in Portogallo. Con il D. si ebbe il primo ingresso della fisica nel senso moderno - nel sistema didattico portoghese; tra i docenti del collegio ben sette erano italiani, come il prefetto, il matematico piemontese M. Ciera, e il padovano D. Vandelli, protagonista della nascita istituzionale della botanica in Portogallo. Il D. promosse la formazione di un valido laboratorio di fisica, in parte utilizzando strumenti di proprietà regia, in parte acquisendone di nuovi: già pochi anni dopo, ordinandone lo spostamento a Coimbra, il Pombal giungerà a definirlo il più attrezzato d'Europa.
Nell'agosto del 1772, con gli Estatutosnovos di Giuseppe I, le riforme pombaliane investirono l'università di Coimbra, ridefinendo il quadro delle facoltà e delle cattedre, e in quest'ambito fu disposto il trasferimento da Lisbona di alcune delle discipline del collegio coi relativi insegnanti. Gli Estatutos non presero inizialmente in considerazione il laboratorio e l'insegnamento della fisica, ma a ciò ovviò il Pombal con apposite disposizioni: il 16 ott. 1772 ordinò la costituzione a Coimbra di "Gabinetes des maquinas applicadas ás licçães e demonstrações da Physica experimental"; il 29 ottobre il D. fu norninato professore a Coimbra; una ordinanza del 27 novembre notificò la nomina all'università, ed uria del 1° dicembre affidò al D. e al Ciera l'incarico di trasferire il laboratorio a Coimbra. Il Pombal, in una lettera al rettore dell'università, motivò l'aggiunta della nuova disciplina sia con considerazioni d'opportunità culturale, sia con l'esigenza di trattenere il D., che risultava aver avuto offerte dal governo veneto per il ritorno a Padova e le cui competenze erano uniche in Portogallo. Una apposita integrazione agli Estatutos (2 marzo 1773) e il conferimento solenne del dottorato da parte dell'università (4 maggio) consentirono infine al D. di inaugurare lezioni e dimostrazioni nella nuova sede del laboratorio, l'ex collegio gesuitico di Coimbra. Qui egli operò fino al 1789 (ottenne la giubilazione nel gennaio-febbraio del 1790), toccando in questi anni il culmine della sua attività didattica e di ricerca.
Già nel 1773 fu incaricato insieme al Vandelli di progettare un orto botanico per Coimbra, il primo in Portogallo a precisa destinazione scientifica; il progetto, tecnicamente molto avanzato, fu però respinto per ragioni finanziarie, e su invito del Pombal il Vandelli ne realizzerà una versione ridimensionata, restandone poi direttore per molti anni. Il fatto che il D. fosse coinvolto nell'iniziativa mostra che erano già noti suoi precisi interessi per la botanica, probabilmente assorbiti a Padova nella scuola del Pontedera; da essi derivò anzi la parte quantitativamente più importante dei suoi scritti, che segnò un momento saliente nella storia della botanica pratica e dell'ammodernamento, agricolo nel Portogallo del Settecento.Oltre a un ampio Tratado theorico e pratico de agricoltura (di cui furono editi, in data imprecisata, quattro volumi, oggi difficilmente reperibili, mentre i rimanenti, manoscritti, restarono in possesso della famiglia del collega di matematica del D. a Lisbona, M. Franzini, e se ne è persa notizia), vanno ricordate due opere di ampia diffusione: Memorias e observações sobre o modo de aperfeiçoar a manefactura do azeite de oliveira em Portugal, remettidas á Academia real das sciencias de Lisboa, Lisboa 1784; e Memoria sobre a cultura das oliveiras em Portugal, offerecida á S. A. R. o serenissimo principe do Brasil..., Coimbra 1786 (quest'ultima riedita a Lisbona nel 1818 a cura di S. F. de Mendo Trigozo).
All'interesse agronomico si affiancò la ricerca fisica svolta dal D. nel suo laboratorio, dove formò i quadri della fisica sperimentale portoghese; in sede di valutazione generale è stato osservato che il laboratorio non era adeguatamente attrezzato per tutti i tipi di sperimentazione e che, sia sotto il D. sia sotto i successori, non espresse tutte le potenzialità né seguì gli sviluppi della strumentazione. Tuttavia il lavoro del professore padovano sfociò in apprezzabili pubblicazioni: con le Noticiashistoricas e practicas accerca do modo de defender os edificios dos estragos do raio (Lisboa 1773) divulgò in Portogallo l'uso del parafulmine; in due memorie Sobre a força magnetica presentate all'Accademia delle scienze di Lisbona nel 1782 (in Memorias da Acad. R. das sciencias de Lisboa, t. I, Desde 1780 até 1788, Lisboa 1797, pp. 85-199) presentò risultati originali in vista d'una definizione delle leggi del campo magnetico; con i Physices Elementa usui Academiae Conimbricensis accomodata, (3 voll., Conimbricae 1789-1790) fornì al Portogallo il primo manuale di fisica sperimentale modernamente inteso, anche se non dei tutto adeguato (al termine del v. III, nell'Index instrumentorum ad physicam experimentalem pertinentium, quae... fieri curavit auctor, il D. elencò la dotazione del suo laboratorio).
Le due memorie del 1782 costituiscono il contributo scientifico più significativo del Dalla Bella. Esse derivano da esperimenti condotti a lungo con un grande magnete armato di proprietà regia, dei quali le memorie offrono una cronaca ragionata; nel loro corso il D. giunse a intuire che i suoi tentativi di misurare le variazioni del campo magnetico in funzione della distanza dal magnete erano frustrati dal non aver postulato un centro di emanazione della forza "interno" al magnete. In base a tale postulazione, procedette a misurazioni ingegnose per situare con approssimazione quel centro e accertò che, con riferimento ad esso, oa forca de atração magnetica segue a razão duplicada inversa das distancias, tanto na acção dos imans entre si, quanto na do iman com o ferro". Questa formulazione precedette di circa tre anni quella di Coulomb, anche se quest'ultima sarà più definita e sperimentalmente più articolata; il contributo del D. non ebbe però alcuna risonanza perché il volume di Memorias in cui apparve fu stampato solo nel 1797, quando i più completi risultati di Coulomb erano ormai acquisiti.
Nel 1779, per iniziativa del duca di Lafões, si costituì l'Accademia reale delle scienze di Lisbona; nella prima seduta (16 genn. 1780) i soci fondatori procedettero alla nomina dei soci ordinari tra i quali, nella classe di calcolo, vi fu anche il Dalla Bella. Mentre egli presentò i suoi risultati fisici a questa classe dell'Accademia, scrisse invece le opere di agraria per contribuire all'attività d'una Accademia di agricoltura formatasi nel 1789 in seno alla stessa Accademia delle scienze, e che da quell'anno pubblicò delle Memorias economicas... para o adiantamento da agricultura, das artes e da industria em Portugal. Come detto, all'inizio del 1790 il D. chiese la giubilazione, adducendo motivi familiari che gli imponevano il ritorno in patria. Il governo portoghese, nel concederla, gli esternò l'apprezzamento per il 12.voro svolto assegnandogli una pensione e nominandolo cavaliere dell'Ordine di Cristo. Tornato a Padova nel luglio, vi mantenne in qualche misura l'operosità scientifica e i rapporti con le due accademie di Lisbona (cui nel 1791 inviò dei Discursos preliminares dos elementos de agricultura acerca do modo mais conveniente para animar esta nobilissima arte em Portugal, conservati manoscritti nell'archivio della Accademia delle scienze di Lisbona, Memorias econonticas e fisicas, I, 17). Entrò anche a far parte del Collegio padovano dei medici filosofi, e divenne socio "aggiunto ad onore" della locale Accademia (Saggi scientifici e letterari dell'Acc. di Padova, III, 2, 1794, p. XXXVII). Dopo questa data, però, le notizie su di lui praticamente cessano, nonostante che egli vivesse andora molto a lungo.
Il D. morì a Padova il 24 nov. 1823.
Fonti e Bibl.: Notizie sulle attiv. del D. nell'univ. di Padova sono in Arch. di Stato di Venezia, Riformatori d. Studio di Padova, filza28, cc. 670, 674; e in Padova, Arch. antico dell'università, busta 616. Appunti e lettere di o al D., anteriori e posteriori agli anni portoghesi, sono in Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. italiani IV, 23; IV, 602; IV, 6 15; IV, 617; IV, 619; G. Vedova. Biogr. degli scrittoripadov., I, Padova 1832, pp. 90 s.; J. A. Simoes de Carvalho, Mem. historica da facultade de philosophia, Coimbra 1872, pp. 201 s.; 233 s.; 273 s.; T. Braga, Historia da universidade de Coimbra, III, Lisboa 1898, pp. 436 s.; 462 s.; 464, 466, 470, 480, 482, 502 ss.; 598, 655, 658; M. Gliozzi, L'elettrologia fino al Volta, Napoli 1837, II, pp. 43-51; G. Costanzo, Un insigne fisico italiano del Settecento in Portogallo, in Petrus Nonius, II (1939), 3; Id., Fisiciitaliani in Portogallo, in Reale Accademia d'Italia. Relazioni storiche fra l'Italia e il Portogallo. Memorie e documenti, Roma 1940, pp. 375-386 (cfr. anche, nello stesso volume, B. Longo, D. Vandelli e la fondazione del primo orto botanico nel Portogallo, pp. 403-407); G. Gennari, Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall'anno 1739 all'anno 1800, a cura di L. Olivato, I, Padova 1982, pp. 548, 569, 574; F. Venturi, Il Portogallo dopo Pombal, in Riv. stor. ital., XCV (1983), 1, pp. 63-101 (in part. pp. 98 s.).