Vedi Dalla tensione alla riconciliazione: le relazioni fra Polonia e Russia dell'anno: 2012 - 2013
Le relazioni russo-polacche soffrono storicamente di una tensione che si è perpetuata e sedimentata nel tempo. Da parte polacca c’è la sofferenza maturata durante le decurtazioni e le partizioni territoriali, come quelle subite a fine Settecento e di cui beneficiò anche l’Impero russo; l’offesa subita dalla stipula del Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, che stabilì la divisione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica; infine, al termine della Seconda guerra mondiale, l’inizio del lungo assoggettamento all’Unione Sovietica. La storia della Polonia si è dipanata attraverso rapporti conflittuali non solo con la Russia ad est, ma anche con la Germania ad ovest, due poli antagonisti che ne hanno profondamente marcato l’identità culturale e politica e che tuttora, in un clima finalmente rasserenato, costituiscono due vettori significativi della proiezione esterna del paese.
Da parte russa, dall’età imperiale la Polonia è stata percepita come un territorio di propria pertinenza, strumentale alla costruzione e al mantenimento della sua grandezza, da riassoggettare ogni qualvolta fosse sfuggita al controllo. Più recente invece l’acredine per il paese, colpevole, con le proteste iniziate da Solidarnos´c´ nei cantieri navali di Danzica, di aver incrinato il sistema dei satelliti sovietici e di aver innescato ‘l’Ottantanove’, che condusse rapidamente all’implosione dell’Unione Sovietica e alla fine del bipolarismo. Con l’entrata prima nella Nato nel 1999 e poi nell’Unione Europea nel 2004, la Polonia sancisce il suo definitivo ‘ritorno in Europa’ e l’adesione ai valori della comunità euro-atlantica, tracciando una cesura netta con il passato sovietico. Si apre un periodo di tensioni fra Varsavia e Mosca che culmina con l’aperta condanna da parte del presidente Lech Kaczyn´ski dell’intervento militare russo in Georgia nell’estate del 2008. La politica del ‘reset the button’ fra il presidente americano Barack Obama e quello russo Dmitrij Medvedev contribuisce però all’avvio della riconciliazione anche fra Varsavia e Mosca.
Le prime timide avvisaglie risalgono al settembre 2009, con la partecipazione a Danzica del primo ministro russo Vladimir Putin alla cerimonia per il 70° anniversario dell’aggressione di Hitler alla Polonia. In quella occasione, Putin scrisse una toccante lettera ai polacchi parlando delle ‘ombre del passato’ che né ora né in futuro dovrebbero offuscare più la cooperazione tra i due paesi. Il primo ministro polacco Donald Tusk fu successivamente invitato da Putin il 7 aprile 2010 a partecipare alla prima cerimonia di commemorazione delle vittime del massacro di Katyn. I due capi di governo, nel silenzio irreale della foresta di Katyn, resero omaggio alle decine di migliaia di ufficiali polacchi prigionieri di guerra che nella primavera del 1940 furono segretamente massacrati in quei luoghi su ordine di Stalin.
Ma ecco che di nuovo la storia della Polonia si tinge di tragico quando l’aereo presidenziale polacco – un Tupolev Tu-154 di fabbricazione russa con a bordo il presidente Kaczyn´ski, sua moglie Maria e altre 94 persone, tutti alti esponenti dell’apparato statale e militare – precipita vicino all’aeroporto russo di Smolensk mentre si stavano recando proprio a Katyn. Si temeva che un evento così funesto e gravido di memorie storiche infauste potesse nuocere ai rapporti bilaterali ma, al contrario, la tragedia di Smolensk ha impresso un’accelerazione alla riconciliazione polacca-russa. Come segno di vicinanza alla popolazione polacca, la Russia ha proclamato un giorno di lutto nazionale e il film «Katyn» del regista polacco Andrzej Wajda è stato trasmesso in prima serata dalla televisione russa (in precedenza il passaggio del film era stato vietato). «Vi ringraziamo, fratelli moscoviti» titolava in prima pagina il quotidiano polacco «Gazeta Wyborcza», fondato e diretto da Adam Michnik, combattivo dissidente e avversario del comunismo negli anni duri ed eroici della protesta. In autunno, intanto, la Russia ha proceduto con un altro significativo gesto di conciliazione verso la Polonia. La Duma, infatti, ha approvato (26 novembre 2010) una dichiarazione di condanna del massacro di Katyn, per il quale Stalin è stato ufficialmente accusato per la prima volta. La dichiarazione, inoltre, sostiene che il crimine fu commesso dal regime stalinista e dall’Unione Sovietica, definita come uno stato totalitario. Come rimarcato da «Gazeta Wyborcza», «Il disgelo nelle relazioni Russia-Polonia rende ormai la politica estera una questione di interesse nazionale e non solo di paura o risentimento». Questa nuova fase di dialogo ha avuto riverberi positivi anche nella cooperazione tra la Russia e l’Unione Europea e, se proseguirà, sarà l’intero spazio paneuropeo compreso lo spazio post-sovietico a beneficiarne in termini di stabilità e sicurezza.