DALLE CARCERI
. Nobile famiglia veronese, che ebbe parte importante nella vita del Comune, e tenne, dopo la IV Crociata, per quasi due secoli la signoria dell'isola di Eubea. Traeva il suo nome dall'avere la casa sulla piazza del Mercato o foro, in un luogo detto Ad Carceres, da cui era chiamata anche la vicina chiesa di S. Marco. Il primo che si conosca della famiglia è un Wibertino, podestà di Verona nel 1171-73 e nel 1179, e rappresentante della città a Costanza nel 1183. Nelle lotte fra i partiti dei Conti e dei Monticoli, i Dalle Carceri furono per i primi, e Rotondello fu per essi podestà nel 1210; invece Leone nel dicembre del 1225 fu capo di un gruppo di partigiani dei Conti passati ai Monticoli, col nome, pare, di Quattroventi, e fu fatto podestà; ma poi, per manovre sospette, sostituito con Ezzelino e scacciato. La famiglia fu ostile anche ai Della Scala e, compresa fra i banditi per l'uccisione di Mastino Della Scala, non ritornò più a Verona. Alla IV crociata avevano partecipato i fratelli di Rotondello, Ravano e Giberto e Pecorario di Mercà novo che ottenne da Bonifacio di Monferrato, per mezzo di Giacomo d'Avesnes, l'Eubea in feudo. Morto Giberto e partito Pecorario, Ravano ebbe tutta l'isola di cui fece omaggio a Venezia (1209), che vi tenne un bailo a Negroponte, e, alla sua morte (1216), divise l'isola in tre parti, assegnando la settentrionale (Oreos) a Rizzardo e Merino I figli di Rotondello, la centrale (Negroponte e Calcide) a Guglielmo e Alberto figli di Giberto, la meridionale (Caristo e Larmena) alla vedova di Ravano, Isabella e alla figlia Berta, presto spogliate dai parenti. Queste divisioni si mantennero, suddivise talvolta in sestieri, o si confusero per le lotte fra i varî rami, o con i Bizantini, i principi vicini e avventurieri, e scomparvero definitivamente con la conquista turca del 1470. Il ramo settentrionale finisce con due donne: Carintana figlia di Rizzardo, sposa di Guglielmo di Villehardouin, principe di Morea, e Alisa nipote di Merino I, sposa di Giorgio Ghisi signore di Tino e Maiano. I Ghisi furono poi spogliati dai Veneziani in favore dei Sanudo. Il ramo centrale finisce con Nicoló II, discendente da Guglielmo figlio di Giovanni e Fiorenza Sanudo, assassinato nel 1383 da Francesco Crispo, che gli succede. Il ramo meridionale cessa con Merula (morta nel 1336), figlia di Bonifacio e Agnese de Cicon, che sposa Alfonso Federico d'Aragona, bastardo di Federico II re di Sicilia.
Bibl.: Per Verona, le storie della città e L. Simeoni, Il comune di Verona sino ad Ezzelino, Venezia 1920; per l'Oriente: De Mas Latrie, Les seigneurs terciers de Négroponte, in Revue de l'Orient latin, 1893.