GOES, Damiano de
Storico portoghese del sec. XVI, nato ad Alenquer nel 1502. Viaggiò moltissimo, disimpegnando importanti missioni diplomatiche in Polonia, in Prussia, in Olanda, in Danimarca, in Svezia. Visse a lungo ad Anversa come cancelliere della fattoria commerciale del Portogallo nelle Fiandre; risiedette pure alcuni anni a Lovanio, dove si dedicò agli studî umanistici e coltivò la musica. Fu ospite di Erasmo di Rotterdam, a Friburgo; visse col cardinale Iacopo Sadoleto, conobbe Lutero e Melantone, e anche Alberto Dürer, che gli fece un ritratto. Dopo aver visitato la Francia, l'Inghilterra, l'Italia, l'Ungheria e la Boemia, tornò nel 1546 in Portogallo, dove venne nominato, dal re Giovanni III, capo archivista di Torre do Tombo.
Spirito aperto al soffio delle correnti filosofiche del tempo, imbevuto di umanesimo, e anche delle dottrine del libero esame, fu uno scrittore probo e imparziale, per il quale la storia non era semplicemente un resoconto di avvenimenti, ma uno studio critico dei fatti e delle fonti storiche. Eccellente è la sua Cronica do rei Dom Manuel, che il cardinale Enrico, figlio di Emanuele I, lo incaricò di scrivere (1558), lavoro che lo occupò nove anni (le due prime parti apparvera nel 1566, le altre due l'anno seguente). In quest'opera G., dopo una rassegna degli avvenimenti portoghesi ed europei della fine del sec. XV e del principio del XVI (1ª parte) si occupa quasi esclusivamente dello stabilimento dell'impero coloniale portoghese in Africa e in Oriente. Nel 1556, secondo quanto egli stesso afferma, aveva già scritto una Cronica do principe Dom João, riferendo i fatti del regno di Alfonso V ai quali ebbe parte anche Giovanni II, ancora principe. È una specie d'introduzione alla Cronica do rei Dom Manuel. G. è considerato uno dei classici della lingua portoghese. In latino scrisse varie opere, fra le quali una Urbis Olisiponis descriptio, una narrazione della presa di Diu (Diensis nobilissimae Carmaniae seu Cambaiae urbis oppugnatio), a richiesta del cardinal Bembo, tre Commentarî sopra il secondo assedio di Diu (De bello cambaico), e un trattato sopra il supposto regno del Prete Gianni (Fides, religio moresque Aethiopum).
Per il suo spirito di libero esame e le relazioni che egli manteneva coi fautori della Riforma nel nord d'Europa, riuscì sospetto ai gesuiti, tanto che il loro provinciale in Portogallo Simon Rodrigues, per due volte lo denunciò all'Inquisizione di Évora, nel 1545 e nel 1550. Negli ultimi anni di vita fu tenacemente perseguitato dall'Inquisizione. Già settuagenario fu incarcerato e dopo quasi due anni di dura prigionia mandato in penitenza al monastero di Batalha (1572). Appena tornato ad Alenquer, vi morì, nel 1574.