Artista inglese (n. Bristol 1965). Tra i più importanti esponenti dei cosiddetti Young British Artists (YBAs), si è imposto sulla scena artistica londinese e internazionale a partire degli anni Novanta del 20° sec., con le sue controverse installazioni basate sulla presentazione di animali, interi o in sezioni, immersi in formaldeide (The physical impossibility of death in the mind of someone living, 1991; Mother and child, divided, 1993; In nomine Patris, 2004-05).
Tema ricorrente delle opere di H. (ready made, sculture, dipinti), è la morte, vista attraverso un’originale, tragica ma anche ironica commistione di sacro e profano (The blood of Christ, 2005;The death of Good , 2006; For the love of Good , 2007). Ispirandosi alla pop art e all’action painting, H. è noto anche per l’utilizzo di tecniche particolari (spin paintings, spot paintings). Tra le numerose mostre a lui dedicate si ricorda la retrospettiva allestita presso il Museo archeologico nazionale di Napoli The agony and the ecstasy (2004-05) e, in anni più recenti, l'ampia mostra monografica Hirst alla riscossa allestita nel 2017 a Venezia presso Palazzo Grassi e Punta della Dogana e la mostra Archaeology now ospitata nel 2021 alla Galleria Borghese di Roma. Il suo percorso esistenziale e di ricerca è stato approfondito in On the way to work, scritto nel 2001 in collaborazione con G. Burn (trad. it. Manuale per giovani artisti: l’arte raccontata da D. H., 2004). Più di recente, parallelamente a una ulteriore drammatizzazione dei temi nodali della sua produzione e a una singolare vocazione per il sincretismo tra vanità e sincera riflessione sulla vita, di cui è compiuta attestazione l'opera Luxury skull (2007), l'artista ha estremizzato la sua provocatoria e complessa posizione in merito ai rapporti tra creatività e mercato.