DAMOKOPOS (anche Demokopos: Δημόκοπος)
Architetto. L'unica fonte a suo riguardo è il tardo commentatore di Omero, Eustazio (Ad Odyss., iii, 68, p. 1457), che riferisce di seconda mano una testimonianza di Sofrone, mimografo siracusano della fine del sec. V a. C., secondo la quale D. sarebbe stato l'architetto del teatro di Siracusa: compiuta l'opera, egli avrebbe distribuito al popolo un prezioso unguento odoroso (μύρον), onde avrebbe avuto il soprannome di μύριλλα. Il racconto è assai dubbio. Comunque l'Anti attribuisce a D. un secondo teatro trapezoidale con palcoscenico a pedana elevata di tre gradini rispetto all'orchestra, del quale egli vedrebbe alcuni avanzi dell'euripo trapezoidale e della fossa scenica, e tracce, sulla roccia, dell'edificio scenico. La costruzione, riferita circa al secondo venticinquennio del sec. V a. C., costituirebbe, secondo questa discussa tesi dell'Anti, per la genialità organica della forma, il caposaldo monumentale più perfetto del teatro trapezoidale di questo periodo. Ma per il problema delle varie fasi del teatro siracusano v. Siracusa.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., II, Stoccarda 1889, pp. 329 e 351; E. Fabricius, in Pauly-Wissowa, V, 1903, c. 133, s. v.; H. Thiersch, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 59, s. v.; W. Dinsmoor, The Arch. of Anc. Greece, Londra 1950, p. 210; C. Anti, I teatri greci arcaici da Minosse a Pericle, Padova 1947, pp. 37 ss., 92 ss., tavv. III-IV; id., Guida del teatro antico di Siracusa, Firenze [1948].