DAMOKRITOS (Δαμόκριτος, Δημόριτος, Democritus)
1°. - Scultore di Sicione, allievo diretto di Pisone di Kalauria e scolaro in quinto grado dello scultore attico Kritios, databile perciò alla prima metà del IV sec. a. C. Pausania (vi, 3, 5), dandoci queste notizie, aggiunge che sua era la statua in Olimpia dell'atleta eleo Hyppos, vincitore nelle gare giovanili di pugilato. Inspiegabile è l'opinione del Robert che ritiene Pausania non fededegno. Nonostante l'opposizione di alcuni (Amelung) il Δαμόκριτος di Pausania è identificabile col Δημόκριτος ricordato da Diogene Laerzio (ix, 49), databile pure al IV sec., supposto a torto di origine ionica, e con il Democritus citato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 87) come autore di statue di filosofi. Lo stesso nome poi nella forma ionica appare in un'iscrizione conservata a Roma (Villa Mattei?) già dal Brunn giustamente riconosciuta per una copia di epoca imperiale. L'opera (un busto o l'intera figura?) era dedicata a Lusis Milesia: si tratta di un ignoto personaggio maschile (il demotico falsamente femminile presenta certamente un errore del copista), probabilmente del demo attico di Miles, per cui si ritiene la base proveniente da Atene. La forma ionica del nome è dovuta certo ad una variazione del copista. La base, a torto ritenuta appartenente ad un monumento funerario, formava insieme ad altre quattro un gruppo giustapposto di cinque statue, tutte copie da originali del IV sec. a. C.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, pp. 105-6; E. Loewy, I. G. B., p. 484; M. Collignon, Hist. de la Sculpt. gr., I, Parigi 1892, p. 396; C. Robert, in Pauly-Wissowa, IV, 1903, c. 2070, s. v.; W. Amelung, in Thieme-Becker, VIII, 1913, p. 330, s. v. Damokritos, e IX, 1913, p. 59, s. v. Demokritos: I. G., XIV, 1149; Ch. Picard, Manuel, II, Parigi 1939, p. 637, nota i; p. 645, nota i; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 109; G. Lippold, Die Plastik, in Handb. d. Arch., Monaco 1950, p. 247.