DANACHILI
. Popolazione insediata fra la costa del Mar Rosso e le pendici dell'altipiano etiopico, dalla penisola di Buri al golfo di Tagiura e all'Harrar (v. dancalia). Il nome (dancali, pl. danachil) è di origine araba, mentre quello con il quale usano chiamarsi è Afar "erranti", dando, secondo l'Odorizzi, il nome di danachil a quelle loro tribù della costa che fanno uso di barche, dal vocabolo donec, che in lingua afar significa "barca".
Sulla loro origine e provenienza i Danachili hanno tradizioni che sono state raccolte dall'Odorizzi. Secondo queste un primo nucleo di genti, venute dall'Arabia, avrebbe formato il gruppo degli Adoimarà, "uomini bianchi". Più tardi (secondo lo stesso autore forse nel sec. XVI) le tribù musulmane dell'altipiano etiopico, spingendosi verso la costa della Dancalia, vi crearono il gruppo delle tribù Assaimarà o "uomini rossi", le quali vennero a costituire una nobiltà ben distinta dagli avanzi della popolazione da esse trovata nel territorio. A questa appartengono ancora i Dahimela e Bellesua viventi nella Colonia Eritrea. Rappresentanti degli Assaimarà sarebbero i Damoheita, del litorale fra Edd e Buri, gli Ad-Ali (da cui pure il nome di Adal che gli Abissini dànno ai Danachili), fra Raheita e Tagiura, e altri. Anche oggi i due gruppi vivono nei rapporti di conquistatori e conquistati. Anche altre tribù (Ancala, Dunn) si ritengono di origine araba. Queste tradizioni e le genealogie connesse, comuni anche ai Somali, sono da interpretare come dovute a infiltrazioni di elementi arabi, venuti probabilmente in tempi diversi, in parte forse anche preislamici. Ma l'aspetto complessivo della popolazione mostra che essa rientra nel tipo etiopico, a capelli crespi e pelle fortemente pigmentata; e ha un molto antico e saldo indigenato.
L'occupazione principale dei Danachili è la pastorizia, integrata dalla raccolta del sale, dal commercio e dalla pesca. La loro vita, soprattutto per l'inospitalità del terreno, è nel complesso assai misera. Non coltivano alcuna pianta: la palma dum, che fornisce il nutrimento con il suo frutto e una bevanda inebriante dal suo tronco, cresce spontaneamente. La popolazione si nutre inoltre dei prodotti dell'allevamento, di dura e riso importati e, sulla costa, di pesce. È diffusa la masticazione delle foglie di kat, leggiero eccitante. Gli animali domestici sono cammelli, capre, buoi, pecore, cavalli. Le donne si occupano della tessitura di stuoie e di canestri di forme varie, intrecciati a spirale con fibre di palma dum.
L'abitazione propria dei Danachili è la capanna emisferica (dass) formata da un'intelaiatura di costole di palma piantate in terra a cerchio e legate alla sommità, e ricoperta di stuoie. Essa è talvolta così bassa che nel suo interno un uomo non vi può stare in piedi e serve unicamente per il riposo notturno. Nell'interno il giaciglio è costituito da stuoie poggiate per terra: più raramente è sollevato e poggia su pietre o su pezzi di legno. Utensili: un rozzo tegame e una pentola di terracotta non verniciata, fabbricate sul posto, una pietra per macinare la dura, qualche otre di pelle per la duma o l'acqua. Frequente è oggi anche la capanna rettangolare a tetto a due spioventi (arish).
L'uomo dancali porta solamente un pezzo di cotonata bianca o di pelle intorno ai fianchi: le donne tingono spesso il tessuto di marrone lasciandolo cadere fino alla caviglia; le maritate aggiungono un velo turchino o nero sulla testa. Portano sandali di cuoio. Mentre sulla costa usano stoffe a colori vivaci, nell'interno non cercano che colori smorti per non esser troppo facilmente avvistati dai razziatori Uoggerat e Galla che di frequente percorrono la regione. Qualche anello di metallo vile alle dita, qualche filo di conteria al collo e alle braccia completano l'abbigliamento. Le donne portano inoltre sospesi sopra gli orecchi due coni di ottone assicurati da una cordicella che passa sopra il capo. Si ungono continuamente il corpo e i capelli, che tengono riuniti in minute treccioline; si depilano. Praticano il tatuaggio per incisione limitato al petto e al ventre; la circoncisione e l'infibulazione sono generali: frequente anche la limatura degli incisivi. Lavorano il metallo quasi unicamente per le loro armi: la lancia, usata anche come giavellotto, e il coltello. Lo scudo rotondo di pelle ha la parte centrale rialzata a cono ed è ornato di fregi. Hanno un tamburo fatto con un tronco d'albero vuotato e ricoperto alle estremità di pelle tesa. Producono il fuoco con lo sfregamento di due legni secchi. Sono poligami: il matrimonio avviene per compra e la cerimonia, fatta secondo il rito musulmano, non è accompagnata da feste speciali. Pochissimi i divorzî e i ripudî. I legami familiari sono molto deboli, la morale molto rilassata. Viene praticata al massimo la vendetta, ed è pure in uso la prova del fuoco per riconoscere il colpevole. Sono di carattere cupo e poco espansivo, forse per essere vissuti da secoli fra tribù ostili, in un territorio povero e fra le ansie delle fughe e delle lotte. I pochi ritornelli guerreschi non hanno nulla di fantasioso.
I Danachili in genere interrano i loro morti dove è avvenuto il decesso e indicano sulle tombe per mezzo di pietre se la morte fu naturale o se l'ucciso fu o no vendicato. Queste tombe sono generalmente ricoperte da un tumulo di terra circondato da pietre. La fossa è quasi sempre a nicchia laterale. Le esequie sono ridotte al minimo: non mancano però il pianto collettivo, la visita dei parenti, i banchetti funebri. Non hanno invece segni particolari di lutto. Sono musulmani ma non osservano né i riti né gl'istituti giuridici dell'islamismo.
I Danachili della costa sono oggi sotto il governo dell'Eritrea e della Somalia francese; gli altri dipendono dall'Etiopia, la quale però non ha mai esercitato su di essi un'amministrazione regolare diretta. Così i Danachili dell'interno si sono da tempo dati un regime proprio accentrando la maggior autorità in mano di capi i quali, a imitazione di altri popoli musulmani, presero il titolo di sultani (dardar): i rispettivi territorî giurisdizionali presero quello di sultanati anche se in effetto la loro autorità sia limitata. Fra i sultanati maggiori quelli di Aussa, Biru e Teru hanno sempre preteso a una certa autonomia.-Il sultanato è ereditario alternante fra due famiglie. Ogni villaggio ha il suo capo elettivo il quale, assistito dagli anziani, regola i bisogni della comunità.
Bibl.: Santelli, Les Danakils, in Bull. de la Soc. d'Anthrop. de Paris, 1893; F. Jousseaume, Impressions de voyage en Apharras, Parigi 1914; D. Odorizzi, La Dancalia italiana del Nord, in F. Martini, Relazione sulla Colonia Eritrea, Allegati, III, Roma 1919; V. Giuffrida-Ruggeri, Nuovi studi sull'antropologia dell'Africa orientale, in Archivio per l'antropologia, XLV, Firenze 1916.