Zajc, Dane
Poeta e drammaturgo sloveno, nato a Zgornja Javorščica il 26 ottobre 1929. Ha compiuto gli studi liceali a Lubiana, dove poi ha lavorato per molti anni come bibliotecario. Alla fine degli anni Quaranta ha cominciato a pubblicare poesie sulle principali riviste letterarie slovene, rivelandosi come uno dei più significativi poeti del dopoguerra in Slovenia. L'uscita della sua prima raccolta poetica, Požgana trava (1958, Erba bruciata), che riunisce composizioni degli anni Cinquanta, è l'evento che segna il passaggio della poesia slovena dall'intimismo neoromantico all'esperienza del neo-espressionismo, in cui Z. esprime il suo dolore di fronte alla realtà della guerra, della morte e della violenza. Inizialmente la sua poesia fu accolta in genere poco favorevolmente e venne accusata di essere oscura, deprimente e distruttiva. Ma già negli anni Sessanta la sua opera divenne un modello fondamentale per l'avanguardia slovena e ha rappresentato un punto di riferimento nei decenni successivi.
Sin dalle liriche di Požgana trava, Z. sceglie un verso libero ampio e rigorosamente controllato dal punto di vista formale. La raccolta, dominata dal tema della guerra, che le imprime un tono cupo e pessimista, è ricca di immagini simboliche: tronchi secchi, neri corvi che annunciano disgrazie, focolari in dissoluzione e ovunque uomini uccisi. Lo spazio patrio è uno spazio di morte e distruzione in cui anche l'infanzia si brucia prematuramente. Anche il tema dell'amore viene affrontato con profondo pessimismo, concepito come estasi insieme sensuale e spirituale, sentimento estremo che conduce irrimediabilmente alla rovina. Nell'affrontare i temi esistenziali del dopoguerra l'espressionismo di Z. assume toni aggressivi e surreali: il mondo è rimasto terreno di minacciose dissonanze e di sorda solitudine che cerca sfogo nel riso isterico, nel grottesco e nell'assurdo. La seconda raccolta lirica di Z., Jezik iz zemlje (1961, Il linguaggio della terra), interiorizza ulteriormente il conflitto esistenziale, ma mostra anche una volontà di riscatto che va oltre la ribellione e sfocia in un idealismo attivo, irrazionale e scevro di risvolti sociali o metafisici. La rivolta si trasforma così in ricerca esistenziale e formale. La lingua della terra, dei nudi oggetti, della materia ne è strumento fondamentale. Altre raccolte poetiche si sono susseguite negli ultimi decenni, consolidando il ruolo di Z. nella letteratura del suo paese. Z. si è dedicato anche alla scrittura teatrale. Nel dramma filosofico Otroka reke (1963, I fiumi dell'infanzia), che oscilla tra ascensioni verso la luce e cadute negli abissi del disfacimento, l'alienazione e la disintegrazione dell'uomo assurgono a sistemi di pensiero. A questo dramma ne sono seguiti altri: Potohodec (1971, Il viandante), Mlada Breda (1978, La giovane Breda) di tema folklorico, il dramma contadinesco Voranc (1978) e Medeja (1989, Medea), che rilegge l'antico mito. Infine, si segnalano i contributi di Z. alla letteratura per ragazzi: Abecedarja (1975, Abbecedario), Hiša (1990, La casa).
Z. è un suggestivo interprete della crisi esistenziale del dopoguerra e un potente cantore del dramma dell'uomo contemporaneo. Influenzato dall'espressionismo tedesco e dal modernismo serbo, Z. ci fa entrare in un mondo fatto di miti interiori e di alienazione, caratterizzato dalla distorsione di elementi neoromantici in un quadro tragico e surreale dove contro l'assurdità della guerra si leva una protesta pacifista, venata di pessimismo.
bibliografia
Nuova poesia jugoslava, a cura di C. Zlobec, Parma 1966 (include tre poesie di Z. in traduzione).
T. Kermauner, Dileme sodobnega slovenskega pesništva (Dilemmi della poesia contemporanea slovena), Ljubljana 1971.
M. Župančič, Portret generacije, III: Ob poezii in poetiki Dana Zajca (Ritratto di generazione. III, Sulla poesia e sulla poetica di D. Z.), in Sodobnost (Attualità), 1973.
F. Pibernik, Med tradicijo in modernizmom (Tra tradizione e modernismo), Ljubljana 1978.
A. Inkret, Novi spomini na branje (Nuove memorie in raccolta), Ljubljana 1980.
Dane Zajc, a cura di B.A. Novak, Ljubljana 1995.
Slovenska književnost (Letteratura slovena), a cura di J. Kos, K. Dolinar, A. Blatnik, Ljubljana 1996, pp.520-21.