Boulanger, Daniel
Scrittore e sceneggiatore francese, nato a Compiègne (Oise) il 24 gennaio 1922. Considerato tra i migliori autori di script à façon del cinema francese degli anni Sessanta e Settanta, si è dedicato soprattutto alla scrittura di dialoghi, incisivi e molto curati, con toni che oscillano tra il satirico e il piccante.
Terminati gli studi al Petit séminaire Saint-Charles a Chauny, dopo una breve parentesi come giornalista svolse vari lavori fino al 1957 quando, stabilitosi a Parigi, iniziò a scrivere romanzi e racconti, dipingendo con affetto il mondo della provincia e i suoi personaggi. Divenuto amico di Jean-Luc Godard, François Truffaut e Claude Chabrol (per i primi due fu anche attore in ruoli minori, rispettivamente in À bout de souffle, 1960, Fino all'ultimo respiro, e Tirez sur le pianiste, 1960, Tirate sul pianista e La mariée était en noir, 1968, La sposa in nero), si avvicinò al mondo del cinema, iniziando la carriera di sceneggiatore con Philippe de Broca per il suo primo film, Les jeux de l'amour (1960). Realizzarono insieme commedie di costume, leggere e brillanti in cui l'ironia si mescola all'azione, e l'intesa artistica tra i due proseguì consolidandosi con i successivi Le farceur (1961; Don Giovanni '62), L'amant de cinq jours (1961; L'amante di cinque giorni), entrambi interpretati da Jean-Pierre Cassel. Cartouche (1962) segnò per B. e de Broca una svolta: con Jean-Paul Belmondo realizzarono infatti un ciclo di film d'avventura, ricchi di azione e di gag, da L'homme de Rio (1964; L'uomo di Rio), che ottenne una nomination all'Oscar per la sceneggiatura (scritta in collaborazione con Jean-Paul Rappeneau e Ariane Mnouchkine) a Les tribulations d'un chinois en Chine (1965; L'uomo di Hong Kong), anomalo adattamento di un romanzo di J. Verne, con cui viene tentata l'avventura esotica. B. continuò a realizzare commedie brillanti, ancora dirette da de Broca, come Le roi de cœur (1966; Tutti pazzi meno io), basato su un soggetto di M. Bessy, in cui B. fu anche attore. Contemporaneamente aveva curato i dialoghi di altri film interpretati da Jean-Paul Belmondo: Peau de banane (1963; Buccia di banana) di Marcel Ophuls, ispirato al romanzo di C. Williams e scritto con Claude Sautet, Échappement libre (1964; Scappamento aperto) di Jean Becker, adattamento a più mani di un romanzo di C. Coroner, Le voleur (1967; Il ladro di Parigi) di Louis Malle, tratto da un romanzo di G. Darien e adattato con Jean-Claude Carrière. La collaborazione con Costantin Costa-Gavras si rivelò invece difficile e B. ritirò la firma da Un homme de trop (1967; Il 13° uomo). Un altro incontro artistico importante fu quello con Chabrol, per il quale B. scrisse i dialoghi di Marie-Chantal contre le docteur Kha (1965; Marie Chantal contro il dottor Kha) e La route de Corinthe (1967; Criminal story), da un romanzo di C. Rank, commedie noir ricche di avventure e colpi di scena, con inseguimenti e risse e un tocco di raffinata ironia; Le cheval d'orgueil (1980), invece, ancora di Chabrol, è la trasposizione non originale per lo schermo del best seller di P.-J. Helias. B. si è cimentato negli anni anche con il western, scrivendo in collaborazione Les pétroleuses (1971; Le pistolere) di Christian-Jaque, nonché con il giallo e il poliziesco: La maison sous les arbres (1971; Unico indizio: una sciarpa gialla) di René Clément e soprattutto Police Python 357 (1976) di Alain Corneau, di cui curò i dialoghi. Ha avuto successo commerciale anche con i film in costume: Angélique, marquise des Anges (1964; Angelica) e Merveilleuse Angélique (1965; La meravigliosa Angelica) di Bernard Borderie, tratti dai romanzi di A. e S. Golon; Les mariés de l'an II (1971; Gli sposi dell'anno secondo) di Rappeneau, di cui ha curato i dialoghi; Une femme fidèle (1976; Una femmina infedele) di Roger Vadim. Negli anni Ottanta si è dedicato anche al teatro scrivendo alcune pièces, e nel 1988 B. ha realizzato per il cinema un'autentica 'operazione nostalgia' con Chouans!, riproponendo il sodalizio con de Broca e Jean-Pierre Cassel.
R.M. Hammond, The king of hearts & Daniel Boulanger, in "Literature film quarerly", 1984, 2, pp. 107-21; O. Assayas, V. Ostria, Le bon dieu dans la bouche. Entretien avec Daniel Boulanger, in "Cahiers du cinéma", 1985, 371-72, pp. 59-61; R. Prédal, 50 ans de cinéma français, Paris 1996, pp. 265-68.