Bovet, Daniel
Il biologo innovatore nella ricerca sui farmaci
Daniel Bovet vinse nel 1957 il premio Nobel per la medicina o fisiologia con i suoi lavori su due tipi di farmaci: gli antistaminici e i composti curarici di sintesi. I primi sono usati in varie malattie allergiche, come l'orticaria e la febbre da fieno, o per curare le ulcere gastriche e duodenali. I secondi sono adoperati in anestesia per ottenere un completo rilassamento muscolare durante gli interventi chirurgici all'addome o al torace, e nella cura del tetano.
Daniel Bovet fu un grande ricercatore, ma fu tutt'altro che uno scienziato chiuso in una torre d'avorio, dedito solo al suo lavoro. Nato in Svizzera nel 1907 da una famiglia dell'alta borghesia protestante francofona (il padre era stato un pioniere della moderna psicopedagogia), lavorò a Parigi presso l'Istituto Pasteur e lì seguì le esperienze degli antifascisti italiani in esilio in Francia per il tramite della moglie Filomena, figlia dello statista Francesco Saverio Nitti. In seguito, sempre a Parigi, fu testimone degli orrori dell'occupazione nazista. Sviluppò così una forte passione morale e civile, che applicò negli anni seguenti a molteplici iniziative.
Bovet fu un grande innovatore della ricerca farmacologica, nella quale introdusse due regole apparentemente semplici ma fondamentali per individuare farmaci sempre più efficaci.
La prima era che occorre identificare il ruolo svolto in varie malattie da sostanze presenti nell'organismo, la cui funzione è 'sfuggita di mano' ai normali meccanismi di controllo. La seconda regola, che è una conseguenza della prima, era di fabbricare sostanze (il farmaco appunto) 'analoghe' alle precedenti, ma in grado di annullarne l'azione. Con Bovet la ricerca di nuovi farmaci diviene un'impresa da pianificare scientificamente e quindi consapevole. In precedenza si era invece proceduto in modo molto più casuale.
Il medico tedesco Gerhard Domagk, lavorando in Germania su molecole di coloranti batterici per l'industria farmaceutica Bayer, aveva scoperto che la sostanza Prontosil rosso aveva un'azione battericida. La scoperta fu accolta con entusiasmo in quanto contro le malattie causate dai batteri non vi erano ancora farmaci validi; per questi studi a Domagk nel 1939 fu assegnato il premio Nobel.
Nel frattempo però a Parigi, nel prestigioso Istituto Pasteur, Bovet insieme ad altri due ricercatori era riuscito a dimostrare che la componente attiva battericida del Prontosil era una piccola molecola contenente zolfo: la sulfamide. Nasceva così, nel 1935, la preziosa famiglia dei sulfamidici, antibatterici derivati della sulfamide.
L'azione antibatterica dei sulfamidici è basata sulla loro capacità di bloccare l'azione di una sostanza indispensabile per la proliferazione dei microbi, l'acido paramminobenzoico. I batteri, pertanto, cessano di moltiplicarsi e l'organismo può riprendersi dall'infezione. Negli anni del dopoguerra i sulfamidici furono sostituiti dagli antibiotici e solo ultimamente sono stati utilizzati di nuovo per curare le infezioni delle vie respiratorie, le meningiti e le infezioni renali.
Il merito di Bovet nella scoperta della sulfamide era noto a tutto il mondo scientifico sin dagli anni Trenta, tuttavia non fu premiato insieme a Domagk nel 1939, ma solo nel 1957 venne insignito del Nobel per i suoi studi sugli antistaminici e i composti curarici.
Dopo la guerra Bovet venne in Italia, accettando l'invito del direttore dell'Istituto superiore di sanità di Roma di occuparsi della creazione dei nuovi laboratori di Chimica terapeutica. In un momento difficile per l'Italia, Bovet si trasferì e prese senza esitazione la cittadinanza italiana. Impegnato dapprima presso l'Istituto di sanità, poi presso le università di Sassari e di Roma e come direttore nel Consiglio nazionale delle ricerche, Bovet continuò le sue ricerche e contribuì allo sviluppo di nuovi settori, in particolare quello della psicofarmacologia, dando vita a una scuola di ricercatori di altissimo livello. Fu anche attivo come presidente della sezione italiana dell'associazione internazionale dei Medici per la prevenzione della guerra nucleare. Bovet è morto nel 1992: dobbiamo ricordarlo non solo come grande scienziato, ma anche come persona di elevata cultura e rilevante impegno, e come cittadino dell'Italia e del mondo.