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GÉLIN, Daniel

di Simone Emiliani - Enciclopedia del Cinema (2003)
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Gélin, Daniel

Simone Emiliani

Attore cinematografico francese, nato ad Angers (Maine-et-Loire) il 19 maggio 1921 e morto a Parigi il 29 novembre 2002. Attivo soprattutto negli anni Cinquanta, G. portò frequentemente sullo schermo figure tormentate e inquiete, caratterizzate da uno sguardo cupo e angosciato e da una recitazione estremamente nervosa. Ottenne il suo primo ruolo importante in Rendez-vous de juillet (1949; Le sedicenni) di Jacques Becker, ma si impose soprattutto in due film di Max Ophuls, La ronde (1950; La ronde ‒ Il piacere e l'amore) e Le plaisir (1952; Il piacere), così come anche nella caratterizzazione di personaggi secondari, per es. quello di Louis Bernard, la spia francese pugnalata in pieno giorno, nel mercato di Marrakech, nelle prime sequenze di The man who knew too much (1956; L'uomo che sapeva troppo) di Alfred Hitchcock.

Dopo essersi trasferito giovanissimo a Parigi, frequentò il Conservatoire prendendo lezioni da Béatrix Dussane, Denis d'Inés e Louis Jouvet. Interruppe però gli studi e, parallelamente all'attività cinematografica, iniziò con discreto successo anche quella teatrale. Dopo alcune piccole parti in Miquette (1940) di Jean Boyer, La tentation de Barbizon (1946) di Jean Stelli e Martin Roumagnac (1946) di Georges Lacombe, si fece notare in Rendez-vous de juillet, in cui è un ragazzo di buona famiglia parigina appassionato di studi africani. Ma fu Ophuls che gli offrì alcuni dei ruoli più importanti della sua carriera: in La ronde quello di Alfred, un giovane il cui carattere ombroso rende continuamente ambigui i suoi comportamenti e che fallisce l'appuntamento sessuale con una signora sposata, e quello del pittore che prima sposa e poi porta alla disperazione una modella, costringendola a tentare il suicidio, nell'episodio Le modèle di Le plaisir, nel quale G. riesce a esprimere in maniera compiuta l'aspetto illusorio della felicità, tema tra i più ricorrenti nei film di Ophuls. In questo periodo, tra i più proficui della sua carriera cinematografica, l'attore venne diretto ancora da Becker in Édouard et Caroline (1951; Edoardo e Carolina), dove interpreta un pianista di talento, e in Rue de l'Estrapade (1953), e da Jean Delannoy in Dieu a besoin des hommes (1950; Dio ha bisogno degli uomini) e in La minute de vérité (1952; L'ora della verità). Fu anche protagonista di Les mains sales (1951) di Fernand Rivers, tratto dall'opera di J.-P. Sartre, e di Adorables créatures (1952; Quando le donne amano) di Christian-Jacque, nel ruolo di un dongiovanni che rievoca le sue avventure passate. L'anno successivo realizzò il suo unico film come regista, Les dents longues, dove recita accanto a Danièle Delorme, all'epoca sua moglie, e partecipò a La voce del silenzio di Georg Wilhelm Pabst. Nel 1954 interpretò La romana di Luigi Zampa, dal romanzo di A. Moravia, dove è il partigiano che salva la protagonista (Gina Lollobrigida) dalla prostituzione, ma che poi, arrestato, fa la spia e si suicida, e il personaggio di Léonard Maurizius, un uomo fatto condannare all'ergastolo perché accusato di aver ucciso sua moglie in L'affaire Maurizius (Il caso Maurizius) di Julien Duvivier; nel 1955 ricoprì il ruolo principale in Napoléon (Napoleone Bonaparte) di Sacha Guitry. Dopo The man who knew too much, fu protagonista di numerosi film tra cui En effeuillant la marguerite (1956; Miss spogliarello) di Marc Allégret (al fianco di Brigitte Bardot), Mort en fraude (1957; La donna di Saigon) di Marcel Camus e La fille de Hambourg (1958; La ragazza di Amburgo) di Yves Allégret. Nel decennio successivo si dedicò prevalentemente al teatro e alla televisione e diradò l'attività sul grande schermo. Vanno comunque ricordati Cartagine in fiamme (1960) di Carmine Gallone, La morte-saison des amours (1961; La morta stagione dell'amore) e Vacances portugaises (1963) di Pierre Kast, La ligne de démarcation (1966) di Claude Chabrol, Paris brûle-t-il? (1966; Parigi brucia?) di René Clément, in cui ebbe spesso ruoli minori. Fu poi il padre del giovane protagonista, che ha un rapporto incestuoso con la madre, in Le souffle au cœur (1971; Soffio al cuore) di Louis Malle, prima di ricoprire altre parti minori in La polizia è al servizio del cittadino? (1973) di Romolo Guerrieri, Il mondo nuovo, noto anche come La nuit de Varennes (1982) di Ettore Scola, Les enfants (1985) di Marguerite Duras, Via Montenapoleone (1987) di Carlo Vanzina, Itinéraire d'un enfant gâté (1988) di Claude Lelouch, La vie est un long fleuve tranquille (1988; La vita è un lungo fiume tranquillo) di Étienne Chatiliez e Hommes, femmes: mode d'emploi (1996; Uomini e donne: istruzioni per l'uso) ancora di Lelouch. Dei suoi quattro figli, tre sono diventati attori: Maria Schneider, Xavier e Fiona Gélin.

Vedi anche
Julien Duvivier Duvivier ‹düvivi̯é›, Julien. - Regista cinematografico (Lilla 1896 - Parigi 1967). Dotato di una tecnica notevolissima e di una vena di narratore popolare, diresse molti film, resi vivi da atmosfere e personaggi magistralmente scolpiti (tra cui la La bandera, 1935; Pépé Le Moko, 1936 e Un carnet de bal, ... Louis Malle Malle ‹mal›, Louis. - Regista cinematografico francese (Thumeries 1932 - Beverly Hills 1995). Fu tra gli esponenti della nouvelle vague. Di ingegno versatile e grande talento, diresse varî film di genere diverso: Ascenseur pour l'échafaud (1958); Les amants (1958); Zazie dans le métro (1960); Le feu ... Nouvelle vague Corrente cinematografica francese degli anni 1960. Si trattò di un fenomeno complesso, costituito da un insieme più o meno circoscrivibile di autori, di avvenimenti, di film, di idee e di concezioni della regia nell’ambito del quale però risulta difficile individuare i tratti comuni profondi che legarono ... Claude Chabrol Chabrol ‹šabròl›, Claude. - Regista e critico cinematografico francese (Parigi 1930 - ivi 2010). Tra i padri della Nouvelle vague, più che alla sperimentazione si è interessato al racconto ben strutturato e alla descrizione dei meandri della psiche umana, connotandosi come uno dei più originali e caustici ...
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