GILLÈS, Daniel
Scrittore belga, nato a Bruges nel 1917; è dottore in legge e dirigente bancario. Attratto inizialmente dalla pittura, scoprì in campo di concentramento la propria vocazione di scrittore. Romanziere d'impegno sociale, ha rivolto la sua attenzione all'ambiente borghese e al mondo degli affari, attento a mettere in luce le reazioni umane al di là degli atteggiamenti convenzionali (Jetons de présence, 1954; Coupon 44 ,1956).
Les brouillards de Bruges (1962) è un quadro crudele della mentalità provinciale, delle turpitudini celate sotto la rispettabilità ufficiale, mentre Termitière (1960) denuncia il fallimento della colonizzazione e dei suoi ideali civilizzatori e religiosi. La rouille (1971) ironizza sui falsi problemi della psicologia moderna e insieme affronta il dilemma pirandelliano della verità e unità della personalità. Infine, G. ha pubblicato nel 1974 Festival de Salzburg, e nel 1976 Nés pour mourir, primi volumi di un vasto affresco alla Tolstoj, i cui personaggi sono membri dell'aristocrazia belga e austriaca posti di fronte al sorgere del nazismo: romanzo storico, ma insieme realistico e umano, che evoca con rara potenza l'agonia di un mondo. Autore anche di saggi e biografie (L. Tolstoj e D. H. Lawrence), G. è uno scrittore classico e sobrio, vigorosamente realista, aspro verso certi ambienti ma estremamente originale.
Bibl.: A. Jans, Le roman contemporain en Belgique, Bruxelles 1969; R. Frickx, R. Burniaux, La littérature belge d'expression française, Parigi 1973; A. Jans, Lettres vivantes 1945-1975, Bruxelles 1975.