O'CONNELL, Daniel
Avvocato e uomo politico irlandese, nato a Carhen (contea di Kerry) il 6 agosto 1775, morto a Genova il 15 maggio 1847. Nel 1789 passò in Francia nel collegio irlandese di Douai, che dovette lasciare nel 1792, in piena rivoluzione francese, i cui sanguinosi episodî lasciarono in lui quel così vivo orrore del sangue che contraddistinse la sua azione politica durante tutta la vita. Dedicatosi agli studî di diritto, nel 1798 fece la sua prima difesa e nel 1800 parlò per la prima volta innanzi a un'assemblea politica in un comizio riunitosi per deprecare la minacciata unione dell'Irlanda con l'Inghilterra: queste due occupazioni, la forense e la politica, assorbirono con vece assidua tutta la sua vita.
Attuata l'unione (1800) egli contribuì alla creazione di un comitato centrale per la difesa degl'interessi cattolici, la Catholic Association la quale, con il contributo di uno scellino all'anno da parte di ciascuno degli associati, provvedeva, attraverso un comitato, a difendere, tenendo comizî in tutte le contee dell'Irlanda, la tesi dell'emancipazione dei cattolici.
L'associazione fu disciolta due anni dopo, ma risorse e rimase in piedi operosa fino a che nel 1829, con il Catholic Relief Bill, i cattolici ottennero l'emancipazione e cioè il libero accesso a tutte le cariche militari e civili salvo il vicereame d'Irlanda e il cancellierato sia d'Inghilterra sia d'Irlanda. Dopo questo trionfo dovuto alla sua instancabile azione O' C., eletto già deputato nel 1828 per la contea di Clare, fece il suo ingresso nel parlamento, il 4 febbraio 1830. Ma il vantaggio ottenuto fu quasi immediatamente annullato da una disposizione del primo ministro britannico R. Peel, che toglieva il diritto di voto ai piccoli proprietarî possessori di una rendita di 40 scellini e che privava così i deputati cattolici irlandesi di un grandissimo numero di elettori.
Ottenuta l'emancipazione dei cattolici, O' C. iniziò quella che doveva essere la seconda grande battaglia della sua vita: l'abolizione del decreto di unione dell'Irlanda all'Inghilterra e la risurrezione del parlamento autonomo irlandese. A questo scopo fondò nel 1840 la Loyal National Repeal Association, e secondo il suo costume di far leva soprattutto col numero iniziò una serie di comizî in tutta l'Irlanda, così densi di popolo da esser detti per antonomasia "monster meetings". Il governo se ne allarmò - tanto più che O' C., inebriato dal successo, aveva dichiarato in uno di essi che entro sei mesi lo scioglimento dell'unione sarebbe stato un fatto compiuto - e proibì quello che sotto la presidenza di O' C. stesso si sarebbe dovuto tenere a Clontarf la domenica 8 ottobre 1843. Il comizio non ebbe più luogo, ma O' C. non evitò per questo l'accusa di cospirazione e la relativa condanna, poi annullata dalla camera dei lord, dopo che egli ebbe scontato tre mesi di carcere.
Intanto fin dal 1842 tre giovani irlandesi, C. G. Duffy, T. Davis e J. Dillon, avevano fondato un giornale di azione nazionalistica, The Nation, sostenuto da un'apposita associazione, The Young Ireland (la "Giovane Irlanda"), che criticava l'azione di O' C. come troppo ligia ai mezzi puramente legali di lotta politica, mentre la situazione economica, aggravata dalla terribile carestia degli anni 1845 e 1846, avrebbe secondo loro richiesto un'azione più energica. Si giunse così a un'aperta scissione (27 giugno 1846). Questo episodio, unito allo spettacolo desolante dell'Irlanda affamata, finì per logorare del tutto la sua salute. Messosi allora in viaggio per l'Italia, mosso dall'ardente desiderio di visitar Roma, morì a Genova, dichiarando di voler dare la sua anima al cielo, il suo corpo all'Irlanda e il suo cuore a Roma. Il corpo infatti fu seppellito a Dublino con esequie quasi regali e il cuore si conserva a Roma nella chiesa di S. Agata dei Goti, donata da Pio IX al Collegio irlandese.