Olbrychski, Daniel
Attore cinematografico e teatrale polacco, nato a Łowicz il 27 febbraio 1945. Protagonista del cinema di Andrzej Wajda negli anni Settanta, ne ha accompagnato la riflessione sui destini della Polonia, interpretando i miti, la confusione nonché il vittimismo di individui appartenenti a un popolo alla ricerca di un'identità politica.
Dopo aver esordito nel 1964 in Ranny w lesie (Ferito nella foresta) di Janusz Nasfeter, quando ancora studiava arte drammatica a Varsavia O. iniziò la sua intensa collaborazione con Wajda. In Piopióły (1965; Ceneri sulla grande armata) è l'esuberante Rafal, gentiluomo di campagna che vive la drammatica parabola del sogno di indipendenza portato da Napoleone. Nel 1968 in Wszystko na sprzedaż (Tutto in vendita) O. si trovò a interpretare un'opera dedicata all'attore cui sarebbe sempre stato associato, Zbigniew Cybulski, scomparso proprio mentre Wajda progettava questo film su di lui (e con lui). Introversi, sfuggenti, spesso accostati a James Dean, i due attori più popolari del cinema polacco, con le loro diverse esperienze (solo Cybulski aveva conosciuto la guerra), nel corso delle loro carriere si sono spesso trovati a ritrarre individui le cui azioni e sensibilità si scontrano, consapevolmente, con il corso della storia. In Krajobraz po bitwie (1970; Paesaggio dopo la battaglia) O. impersonò il poeta Tadeusz Borowski ‒ autore del libro da cui venne tratto il film, morto suicida nel 1951 ‒ che, sopravvissuto al lager, fu trasferito in un campo di smistamento alleato: sempre in cerca di cibo e di libri, aggressivo, apparentemente insensibile anche di fronte alla morte assurda della ragazza ebrea che aveva cercato di scuoterlo dal suo orrore, Tadeusz trova però alla fine il coraggio di tornare nella sua patria da ricostruire. Nello stesso anno fu l'infelice guardia forestale di Brzezina (Il bosco di betulle) e, successivamente, un poeta che, insieme agli invitati al suo banchetto di nozze, viene assillato dall'apparizione di personaggi storici e leggendari della Polonia in Wesele (1973; Le nozze), recitato in versi, per poi interpretare la parte di un giovane privo di scrupoli che non esita a liberarsi delle sue radici culturali e dell'etica eroica, come della terra del padre e della sua fidanzata, per ottenere soldi e potere in Ziemia obiecana (1975; La terra della grande promessa), film ambientato durante l'industrializzazione di fine Ottocento. O. aveva lavorato anche in alcuni film di Krzystof Zanussi, tra i quali Życie rodzinne (1971, Vita familiare), in cui è un ingegnere che, recise le sue radici sociali e culturali, viene richiamato dalla famiglia di origine ‒ costituita da un padre e una sorella in una villa in desolante rovina, accanto alla fabbrica paterna abbandonata ‒ e pur riconoscendo l'impossibilità di adattarsi alla nuova vita, decide comunque di farvi ritorno. Negli anni successivi O. ha compiuto anche numerose incursioni nel cinema di altri Paesi, come con Die Blechtrommel (1979; Il tamburo di latta) di Volker Schlöndorff, in cui è il padre del protagonista, Rosa Luxemburg (1986; Rosa L.) di Margarethe von Trotta, in cui è il rivoluzionario Leo Jogiches, e Mosca, addio (1987) di Mauro Bolognini. È tornato alla 'sua Polonia' come protagonista di Dekalog, trzy (1989; Decalogo, 3) di Krzysztof Kieślowski, continuando poi a lavorare per il teatro e la televisione.