Bollandista (Anversa 1628 - ivi 1714), gesuita (1646); di vasta erudizione e grande acutezza critica, fu il principale assistente e continuatore di J. Bolland, e uno dei maggiori collaboratori degli Acta Sanctorum, dei quali curò 18 volumi. Per la revisione di molte leggende agiografiche di cui dimostrò la non storicità (come per es., la derivazione dei carmelitani dal profeta Elia), P. ebbe denunce di eresia (una confutazione generale dei pretesi errori di P. fu pubblicata nel 1693 dal provinciale dei carmelitani in Fiandra, Sébastien Petit), fu perseguitato dall'Inquisizione spagnola e alcuni suoi scritti furono messi all'Indice, e fino al 1900 vi rimase iscritto il Propylaeum Maii (1668), ove P. delineava un catalogo cronologico dei papi e dava notizie sui conclavi, sempre con estrema onestà scientifica. Nel Propylaeum antiquarium circa veri ac falsi discrimen in vetustis membranis, premesso al secondo volume di aprile (1675), P. creò un metodo scientifico per lo studio dei documenti medievali, basato sull'analisi e la comparazione degli elementi esterni e di quelli interni, ma per eccesso di critica giunse a tacciare di falso quasi tutti gli atti di età merovingia, provocando con ciò la reazione di altri studiosi (Mabillon).