BARBARO, Daniele
Nacque in Venezia l'8 febbraio 1513, ed ivi morì il 12 aprile 1570. Dotto prelato, nominato da Venezia storico ufficiale della Repubblica per proseguire l'opera del Bembo, fu inviato ambasciatore presso Edoardo VI d'Inghilterra (1548), e da Giulio III nominato, nel 1550, coadiutore del patriarca di Aquileia col titolo di patriarca eletto, ma non rivestì tale dignità essendo morto prima del titolare Giovanni Grimani. Partecipò attivamente alle sedute del Concilio di Trento.
Opere: La practica della perspettiva, ecc. (Venezia 1568), uno dei primi trattati di prospettiva abbastanza ordinati fra quelli a stampa, in cui il B. utilizza l'opera dello Zamberti e i trattati del Cousin e del Commandino. Nella Practica il B., ventun anno prima della menzione fattane da Giovan Battista della Porta, per il primo illustrò l'applicabilità della lente alla camera oscura. Il B. tradusse anche l'Architettura di Vitruvio, edita più volte in Venezia (1556, 1567, 1584, 1629), aggiungendo nei commenti notizie sull'arte delle fortificazioni e sulla gnomonica. Uno scritto del B. intitolato Opinione sull'introdurre i Fiumi nelle Lagune, è inserito nell'opuscolo postumo di G. A. Selva, Venezia 1819. Il B. è anche autore di Exquisitae in Porphyrium commentationes (Venezia 1542); Dell'eloquenza (Venezia 1557) e di opere minori di cui molte inedite.
Bibl.: A. Diedo, Elogio di Daniele Barbaro, Venezia 1817; I. Poleni, Exercitationes Vitruvianae, Padova 1739-41, I, p. 73; G. M. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 247; C. Promis, Daniele Barbaro, in Francesco di Giorgio Martini, Trattato di architettura militare, ecc., II, Torino 1841, appendice Iª.