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BOVET, Daniele

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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BOVET, Daniele


Biochimico, nato a Neuchâtel il 23 marzo 1907; laureato in scienze naturali all'università di Ginevra (1929), conseguì nella stessa università la libera docenza in chimica farmaceutica nella facoltà di Scienze (1949). Fino al 1947 fu capo del laboratorio di chimica farmaceutica all'Istituto Pasteur di Parigi e successivamente passò a far parte dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma, ove si trova attualmente, con la qualifica di Capo del laboratorio di chimica terapeutica. Premio Nobel 1957 per la medicina e fisiologia; socio della Società italiana delle scienze detta dei XL.

Il B. è autore di circa 250 pubblicazioni riguardanti molteplici argomenti di farmacologia e chemioterapia: tra questi, di particolare rilievo gli studî sui sulfammidici, sugli antistaminici, sui curari di sintesi, sui simpatolitici. Ben noti sono i risultati delle ricerche sul prontosil rosso, nel campo dei sulfammidici, che hanno permesso di chiarire il meccanismo di azione del farmaco e hanno dato il via alla sintesi di numerosi prodotti attivi contro le infezioni batteriche.

Lo studio di alcuni esteri fenolici, svolto dal B. (1937), ha portato alla definizione dei gruppi funzionali cui è da attribuirsi un'azione antistaminica e si è così potuta iniziare la preparazione di una nuova serie di farmaci ad azione specifica. L'isolamento della d-tubocurarina e la successiva identificazione della formula di struttura ha permesso al B. di sintetizzare prodotti costituzionalmente analoghi il cui impiego si è diffuso per la loro azione coadiuvante nella anestesia chirurgica, in quanto suscettibili di bloccare l'azione dell'acetilcolina e quindi di ottenere un efficiente rilassamento muscolare.

Infine nel settore dei composti simpatolitici gli studî del B. hanno portato alla preparazione di composti capaci di ridurre l'ipertensione arteriosa e di dominare le alterazioni del sistema nervoso simpatico, nonché a nuove fondamentali acquisizioni nel campo dei prodotti ad azione tranquillante.

Bibl.: La Chimica e l'Industria, XXXIX (1957), pp. 703, 945.

Vedi anche
curaro Veleno usato dagli indigeni dell’alta Amazzonia e dell’Orinoco per avvelenare frecce e dardi per cerbottana. È ricavato da varie specie di piante delle famiglie Loganiacee e Menispermacee pestandone la corteccia che viene poi lasciata macerare e quindi filtrata; il succo viene concentrato e nel liquido ... antistaminici Farmaci, scoperti da D. Bovet nel 1937, in grado di competere con gli effetti farmacologici dovuti all’istamina (➔). La loro azione si manifesta in virtù della somiglianza della loro struttura chimica con quella dell’istamina stessa, per cui sono in grado di occuparne il posto sui recettori H1 e H2 della ... Giovanni Battista Marini-Bettòlo Marcóni Chimico italiano (Roma 1915 - ivi 1996); prof. (1946-49) nelle univ. di Santiago del Cile e di Montevideo, direttore (dal 1960) del laboratorio di chimica biologica dell'Istituto superiore di sanità e (1964-71) direttore dell'Istituto stesso, quindi (1971-85) prof. di chimica generale e inorganica nell'univ. ... sulfamidici Farmaci derivati dell’ammide dell’acido solfanilico (solfanilammide) e di alcune ammidi sostituite, introdotti nella terapia antibatterica da G. Domagk nel 1935 e quasi contemporaneamente da E.F.A. Fourneau e collaboratori. Per quanto tale termine sia tuttora usato prevalentemente per contrassegnare ...
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