FLORIO, Daniele
Poeta, nato a Udine il 10 marzo 1710 e morto ivi il 25 aprile 1789.
La sua biografia è tutta nelle sue poesie (altro quasi non scrisse), tra le quali, se la maggior parte non va riguardata che come una corretta, facile e non di rado lucida eco, spesso d'occasione, delle tendenze arcadiche del secolo, la parte che tocca degli affetti filiali e paterni, dell'amor coniugale, della bontà verso i servi "umili e non ingrati amici" compresi così patriarcalmente nella "cara armonica famiglia", ha una nota calda e personale; in ogni modo notevole nel secolo dell'amor galante e dei cicisbei, al quale il F. non arde che qualche raro granello d'incenso. Le sue numerose poesie sacre, tipiche come indice d'una speciale corrente della poesia religiosa del tempo, hanno scarso pregio. Nulli sono, sotto l'aspetto artistico, i suoi saggi drammatici e un suo tentativo di poema su Gerusalemme distrutta. Le numerose lettere del Metastasio al F. mostrano di entrambi piuttosto il lato debole e cortigianesco, che i pregi umani.
Le migliori poesie del F. vanno ricercate in Poesie varie, Udine 1777, pp. 1 e II, e in Rime sacre e morali, ivi, stesso anno. La bibliografia delle molte cose sparse in Huber, Gedichte des Grafen D. F., in Romanische Forschungen, XXV (1908) e in Lettere di Pietro Metastasio al co. D.F. di Udine, Udine 1886. Nella biblioteca Florio di Udine resta qualche suo manoscritto inedito di scarso valore.
Bibl.: Per la biografia: F. Florio, Elogio del co. D. F., Udine 1790 e Fabroni, Franc. et Dan. F. fratrum vitae, Firenze 1795. Per l'opera: G. Perale, Un poeta udinese del '700, Udine 1931; B. Chiurlo, Gli affetti familiari di un poeta friulano, in Patria del Friuli del 28 dicembre 1908; id., Carlo Goldoni e il Friuli, 2ª ed., Gorizia 1911, passim. Per il poemetto Le grazie, v. Verrua, Grazie prefoscoliane, in Atti del R. Ist. Veneto (1925-26).