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Manin, Daniele

L'Unificazione (2011)
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Manin, Daniele


Patriota (Venezia 1804 - Parigi 1857). Laureatosi in giurisprudenza a Padova, iniziò la carriera di avvocato, interessandosi nel contempo agli studi letterari e alla politica. Nel febbraio del 1831, sulla scia dei moti nell’Italia centrale, partecipò al tentativo, senza esito, di provocare un’insurrezione anche a Venezia. Negli anni successivi si andò comunque formando a Venezia un movimento liberale, che diede vita a un’opposizione legale all’amministrazione austriaca. Manin si distinse inviando a Vienna petizioni e vivacizzando il dibattito cittadino all’ateneo veneto, che divenne il fulcro del movimento. In una petizione del gennaio 1848 rinnovò alle autorità austriache le richieste del movimento liberale: rispetto della nazionalità italiana, concessione dell’autogoverno, libertà di parola, ingresso nella Lega doganale italiana, abolizione dei privilegi feudali che ostacolavano l’agricoltura, emancipazione degli ebrei, riforma del diritto. Pochi giorni dopo venne arrestato insieme con Niccolò Tommaseo. Durante la detenzione il suo prestigio crebbe ulteriormente e molti ambienti cittadini lo scelsero come guida del movimento liberale. Il 17 marzo venne liberato dai veneziani sollevatisi pochi giorni prima, alla notizia dell’insurrezione di Vienna. Cacciati gli austriaci e proclamata la Repubblica di Venezia, il 22 marzo, fu nominato presidente del governo provvisorio. Favorevole alla creazione di una repubblica federalista, ma lontano dalle posizioni mazziniane, lasciò il potere il 5 luglio, quando l’Assemblea deliberò la fusione di Venezia con il Regno di Sardegna. Dopo la sconfitta di Custoza, e il conseguente richiamo da Venezia dei commissari piemontesi, tornò al potere, decidendo la prosecuzione delle ostilità. Inizialmente governò da solo poi, eletto dalla rinata Assemblea provinciale, fu a capo di un triumvirato, a fianco dei comandanti Giovanni Battista Cavedalis e Leone Graziani. Dopo la sconfitta di Novara, che aveva posto fine a ogni speranza di un’affermazione militare del Regno di Sardegna, ottenne poteri illimitati per guidare la resistenza all’assedio austriaco. Di fronte alle crescenti divisioni in seno alla Repubblica tra moderati e radicali, ai primi casi di insubordinazione militare e al dilagare del colera, il 22 agosto 1849 decise la resa. Andò allora in esilio in Francia, dove si prodigò per guadagnare consensi alla causa italiana. Negli ultimi anni della sua vita rinunciò agli ideali repubblicani, aderendo, dopo avere avviato rapporti con Cavour, al programma monarchico che questi andava proponendo e alla funzione di guida del Piemonte sabaudo nel processo unitario. Fu fautore della formazione di un Partito nazionale italiano, che trovò parziale attuazione, per iniziativa sua, di Giuseppe La Farina e di Giorgio Pallavicino Trivulzio, nella costituzione nel 1856 della Società nazionale.

Vedi anche
Società nazionale Società nazionale Associazione politica sorta nel 1857 con lo scopo di promuovere l’unificazione italiana intorno a casa Savoia. Ispirata da C. Benso di Cavour, ebbe come presidente prima D. Manin, poi G. Pallavicino. Sciolta allo scoppio della guerra del 1859, fu ricostituita dopo l’armistizio di Villafranca, ... Niccolò Tommasèo Tommasèo ‹-ʃ-›, Niccolò. - Scrittore (Sebenico 1802 - Firenze 1874). Nato in una famiglia di commercianti italiani, compiuti i primi studî nel seminario di Spalato, nel 1817 si trasferì per gli studî di legge a Padova, dove conobbe A. Rosmini. Nell'ambiente padovano, dopo il conseguimento della laurea ... Venezia Comune del Veneto (415,9 km2 con 268.993 ab. nel 2008, detti Veneziani), capoluogo di regione e di provincia. L’insediamento storico della città, posta al centro dell’omonima laguna, è tradizionalmente suddiviso in sei ‘sestieri’ (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce) e ... Pallavicino Trivùlzio, Giorgio Guido, marchese Pallavicino Trivùlzio ‹... -z-›, Giorgio Guido, marchese. - Patriota (Milano 1796 - Genestrelle, Casteggio, 1878). Membro della setta segreta dei federati, allo scoppio del moto piemontese del marzo 1821 si recò a Novara, quindi a Torino, ove ebbe dei contatti infruttuosi con Carlo Alberto. Tornato a ...
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Altri risultati per Manin, Daniele
  • Manin, Daniele
    Dizionario di Storia (2010)
    Politico (Venezia 1804-Parigi 1857). Figlio di un avvocato ebreo, che, convertendosi, aveva lasciato il cognome Medina per quello del suo padrino Ludovico Manin, si laureò in legge a Padova e attese alla sua professione e agli studi, interessandosi contemporaneamente alla politica. Contrario alla pratica ...
  • Manìn, Daniele
    Enciclopedia on line
    Uomo politico (Venezia 1804 - Parigi 1857). Fu promotore di un'opposizione non clandestina all'amministrazione austriaca e divenne presidente del governo provvisorio (1848) di Venezia dopo l'insurrezione popolare e la cacciata degli austriaci. Dopo la capitolazione (ag. 1849) della Repubblica di Venezia, ...
  • MANIN, Daniele
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)
    Michele Gottardi Nacque a Venezia il 13 maggio 1804, terzogenito di Pietro di Ludovico e Anna Maria Bellotto. Il nonno paterno, di origine veronese e di religione ebraica, si chiamava in realtà Samuele Medina: convertitosi al cattolicesimo con la moglie Allegra Moravia nell'aprile del 1759, aveva scelto, ...
  • MANIN, Daniele
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Pietro Orsi Patriota, nato a Venezia il 13 maggio 1804 da un modesto avvocato d'origine ebraica, il cui padre, essendo stato tenuto a battesimo da quegli che fu poi l'ultimo doge, Ludovico Manin, aveva abbandonato il suo cognome, Medina, per assumere quello del padrino. Daniele si laureò in legge a ...
Vocabolario
manina
manina s. f. [dim. di mano]. – 1. a. Mano piccola e graziosa, di bambino o di donna. b. Ciondolo portafortuna in forma di mano. c. Nome dato in passato a un panino in forma di mano, con molta crosta e poca mollica. d. Segno in forma di...
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