Danimarca
Un piccolo paese con un grande benessere
Quando si parla di 'modello' scandinavo (come realizzazione di uno sviluppo economico, umano e sociale equilibrato), si parla anche della Danimarca: risorse impiegate nelle forme più razionali, un territorio che è un giardino, stranieri incantati dal lindore e dai colori, una società ben organizzata, attenta a soddisfare i bisogni delle persone e a migliorarne le condizioni di vita
La cima più elevata della Danimarca raggiunge i 172 m. Il territorio danese però non è piatto e uniforme: è un susseguirsi di ondulazioni, collinette e conche, verdissime e quasi completamente coltivate, ed è formato da una grande penisola (Jütland) e circa 400 isole. Appartengono al regno anche le isole Færøer, nel Mare del Nord, e la Groenlandia, in America. Sulla costa occidentale dello Jütland, un cordone di dune mobili si oppone alle mareggiate; qui non si può coltivare nulla, anche se il clima è temperato: cresce solo la brughiera di erica ‒ bellissima durante la fioritura.
La popolazione vive quasi tutta in numerose città, poco popolose eccetto la capitale Copenaghen; le principali sono Aarhus, Odense e Aalborg. Agricoltura, allevamento e pesca, molto modernizzate, sono ancora fondamentali; il paese non ha minerali, ma dispone di un'industria avanzatissima. La Danimarca è fra gli Stati del mondo con maggiore benessere e cura molto la cultura e la salute dei suoi abitanti, con un'attenzione particolare per bambini e ragazzi.
La penisola dello Jütland e le isole attorno furono abitate già in epoca antica da popolazioni germaniche (Cimbri, Angli, Frisi). Tra il 10° e l'11° secolo la Danimarca fu unificata e la sua popolazione convertita al cristianesimo; un po' alla volta la casa regnante danese estese la sua sovranità su tutto il Mare del Nord e sul Baltico. Dopo un lungo periodo di debolezza interna, dominata dalle potenti città tedesche e dai feudatari, la Danimarca rilanciò il suo espansionismo nel Baltico e sulla terraferma (metà del 14° secolo). Nel 1397 l'unione dei tre regni di Danimarca, Svezia e Norvegia (dalla quale dipendeva anche l'Islanda), confermò l'egemonia dei Danesi nell'Europa settentrionale. A partire dal 16° secolo, dopo l'adesione alla Riforma, la vita del paese fu caratterizzata da alcune costanti: lo scontro con la Svezia, che dopo essersi sollevata contro i Danesi avrebbe combattuto tre guerre contro la Danimarca per il predominio nel Nord ridimensionandone le ambizioni; la lotta dei sovrani contro i privilegi dell'aristocrazia; la tormentata storia dei ducati dello Schleswig e Holstein posti al confine tra Danimarca e Germania. Governati dai Danesi fin dal Medioevo, i due ducati passarono alla Germania nella prima metà del Novecento, a eccezione della parte settentrionale dello Schleswig rimasta ai Danesi.
La modernizzazione avviata nel paese nel corso dell'Ottocento culminò nelle riforme dei primi anni del Novecento (voto alle donne, giornata lavorativa di otto ore). Dopo la fine della Seconda guerra mondiale il partito socialdemocratico ha governato a lungo il paese, che ha conosciuto comunque una forte instabilità politica e un acceso dibattito sul processo di integrazione europea. Una certa diffidenza della popolazione verso l'Europa unita determinò la bocciatura della moneta unica europea al referendum del 2000. Le elezioni politiche del 2001 e del 2005 hanno visto confermata al potere una coalizione di centrodestra.