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DANIMARCA

di Eugenia BEVILACQUA - Florio GRADI - Francesco CATALUCCIO - - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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DANIMARCA (XII, p. 297; App. I, p. 495; II, 1, p. 749)

Eugenia BEVILACQUA
Florio GRADI
Francesco CATALUCCIO

Popolazione. - Secondo il censimento del 1955 la popolazione della Danimarca era di 4.448.401 ab., presentando un aumento dal censimento precedente (1945) di 403.169 unità; nell'ultimo secolo la popolazione si è triplicata e l'accrescimento si è verificato non solo nelle grandi città, ma anche nelle campagne; il tasso di natalità si mantiene elevato benché negli ultimi anni abbia mostrato un declino; era di 21‰ tra il 1941 e il 1950 e di 17,3‰ tra il 1954 e il 1955. L'emigrazione e l'immigrazione tendono ad equilibrarsi: nel 1955 il valore della prima è stato di 26.763 unità e della seconda di 18.732 unità; l'emigrazione è diretta prevalentemente verso il Canada. La popolazione delle Faeroer secondo il censimento del 1950 era di 31.781 ab. e secondo la successiva valutazione del 1955 di 34.000 ab.

Condizioni economiche. - Il bilancio dell'agricoltura è particolarmente brillante, sostenuto soprattutto dalle colture foraggere che permettono l'allevamento di numeroso bestiame; nel 1955 i bovini erano 3.179.000 capi con una proporzione di 65 capi ogni 100 ab., che risulta la più elevata d'Europa, dopo quella dell'Irlanda; nello stesso anno i suini erano 4.597.000 con la proporzione di 110 capi ogni 100 ab. I due allevamenti sono strettamente legati tra loro in quanto il primo, oltre a sostenere una sviluppata industria casearia, permette il nutrimento degli animali del secondo con i residui della lavorazione del latte.

Commercio. - Il commercio risente ancora dello squilibrio provocato dalla guerra e dell'impostazione generale dell'economia basata sull'esportazione dei prodotti agricoli e sull'importazione di quelli alimentari e delle materie prime. Nel 1957 le importazioni hanno avuto una eccedenza di 1367,1 milioni di corone sulle esportazioni; queste sono rappresentate per il 24% da prodotti casearî e per il 22% dalla carne; nello stesso anno le esportazioni sono state dirette in Germania occid., Inghilterra, Svezia, S. U. A.; questi paesi figurano nel medesimo ordine nella graduatoria delle importazioni. I valori degli scambî con l'Italia si mantengono modesti.

Comunicazioni. - La consistenza della marina mercantile nel 1957 era di 751 navi con uua stazza lorda di 1.870.000 tonnellate; rispetto al 1947 si è avuto in questo campo una diminuzione di unità affiancata però da un aumento di tonnellaggio e da un ammodernamento di tutte le unità.

Costituzione. - Secondo la Costituzione approvata nel 1953 il potere legislativo dello Stato è esercitato da una sola camera, il Folketing, eletta con suffragio diretto universale (v. oltre).

Finanze. - L'evoluzione dell'economia danese dipende in misura notevole dall'andamento dei rapporti con l'estero. In particolare, la politica finanziaria è attuata in stretta dipendenza con l'andamento della bilancia dei pagamenti, i cui flussi in entrata e in uscita rappresentano circa un quarto del prodotto nazionale lordo.

Dal 1950 in poi, la banca centrale ha preso varie misure restrittive al fine di contrastare le tendenze inflazionistiche e di proteggere le riserve valutarie del paese. Agli stessi fini sono stati adottati nel giugno 1957 provvedimenti di natura fiscale rivolti specialmente a restringere i consumi privati. Il paese ha potuto così trarre pieno vantaggio dai favorevoli movimenti ciclici del commercio internazionale, migliorando nettamente le proprie ragioni di scambio. Sul fronte interno, nel contempo, fu emesso un prestito forzoso a lunga scadenza destinato a coprire il deficit statale e a consolidare il debito pubblico accumulatosi in precedenza. La raccolta dei fondi è stata scaglionata in due anni entro i quali le categorie di contribuenti a reddito più elevato potevano sottoscrivere. Nel novembre 1958, con il contributo delle banche e della banca centrale, è stato creato un nuovo istituto finanziario, che ha lo scopo di assistere le imprese industriali nel loro sviluppo e nel loro lavoro con l'estero. E ciò mediante la concessione di finanziamenti, sia a breve sia a medio e lungo termine, l'assunzione di partecipazioni e la prestazione di garanzie.

La parità ufficiale del kroner è di 6,907 per 1 dollaro S.U.A. Con l'introduzione della convertibilità per i non residenti nel dicembre 1958, i cambî delle altre valute sono stabiliti sulla stessa base e possono variare entro i limiti consentiti dello 0,75% in più o in meno del cambio di parità.

Storia. - L'esperienza compiuta nella seconda guerra mondiale durante la quale (1940), malgrado la sua dichiarata neutralità, era stata invasa dalla Germania, indusse la D. a cercare garanzie di difesa nell'associazione politico-militare con altri stati. Da tale preoccupazione sorsero sia l'adesione al Patto Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949, sia l'impegno di trovare forme organizzative alla tradizione di intesa, di continui contatti politici, di ricerca di soluzioni comuni ai problemi internazionali sul tappeto, di integrazione economica, esistente tra gli stati del nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda). Fu proprio nella capitale danese che i ministri degli Esteri dei paesi nordici riconobbero, il 20 novembre 1950, la necessità di una più larga intesa; fu il leader socialdemocratico danese Hans Hedtoft che presentò nell'agosto 1951 alla Conferenza interparlamentare scandinava di Stoccolma la proposta di creazione d'un Consiglio nordico; fu a Copenaghen che si svolsero i lavori del Comitato incaricato di redigere lo statuto del Consiglio (febbraio 1952) e che si riunirono i ministri degli Esteri nordici per l'approvazione del testo definitivo (marzo 1952), entrato iu vigore all'inizio del 1953.

Se l'intesa nordica rimase un punto fermo della politica danese e si sviluppò senza scosse, l'adesione al Patto Atlantico creò ripetute difficoltà diplomatiche con l'URSS, soprattutto dopo che venne firmato (27 aprile 1951) un trattato danese-statunitense, in sostituzione di quello del 9 aprile 1941, con cui la Groenlandia era inserita nell'area di difesa del Patto Atlantico, e particolarmente dopo che la conferenza atlantica di Lisbona, del febbraio 1952, pose il problema della costruzione di basi militari in territorio danese con la possibilità di essere occupate in tempo di pace da truppe anglo-statunitensi. Il governo danese, sulla linea degli altri membri del Consiglio nordico, si sforzò costantemente di assumere posizioni il più possibile caute nella sua politica atlantica e di attenuare al massimo i contrasti col governo di Mosca (sviluppo dei rapporti commerciali, viaggio del primo ministro, H. C. Hansen a Mosca nel marzo 1956).

Anche all'interno il problema delle basi atlantiche rimase il tema da cui trasse maggiore vivacità la polemica politica, ad esso attribuendosi, da parte dell'opposizione radicale e comunista, quel certo squilibrio che esisteva nella vita economica del paese. Ma l'evento interno di maggiore incidenza politica fu (1953) la revisione costituzionale, già tentata senza successo nel 1939 data la complessità della procedura da seguire, richiedente praticamente l'accordo di tutti i maggiori partiti: occorre infatti in primo luogo l'approvazione delle due Camere (Folketing o Camera bassa e Landsting o Camera alta), poi lo scioglimento di queste e un nuovo voto da parte delle Camere nuove elette e infine l'approvazione delle modifiche con un referendum popolare nel quale almeno il 45 per cento degli iscritti a votare dia parere favorevole. L'accordo fra i partiti venne raggiunto l'8 gennaio 1953 su quattro modifiche: sul sistema di successione al trono, nel senso di consentire, in mancanza di eredi maschi, la successione in linea femminile (la modifica era urgente perché il regnante Federico IX aveva soltanto tre figlie); la soppressione della Camera alta e l'aumento dei membri dell'unica Camera che sarebbe rimasta, il Folketing, da 151 a 178, compresi i due rappresentanti della Groenlandia per la quale era prevista l'abolizione dello status coloniale e la trasformazione in contea danese; il riconoscimento a un terzo almeno dei deputati del diritto di sottoporre a referendum popolare una legge già approvata dalla maggioranza, purché non siano provvedimenti relativi al bilancio; la possibilità di cessione di parte della sovranità nazionale ad organizzazioni internazionali. L'iter della revisione andò con successo in porto. Il 1953 segnò anche il passaggio da un governo di coalizione tra agrarî e conservatori ad un governo monocolore socialdemocratico, presieduto dapprima da H. Hedtoft, poi, dopo la morte di questo nel gennaio 1955, da H. C. Hansen e, alla morte di Hansen (19 febbraio 1960), da Wiggo Kanpmann.

Bibl.: E. S. Hansen, Disteln am Wege, Bielefeld 1957; Denmark and NATO: The problem of a small State in a Collective Security System, in International Organization, 1956, n. 3.

Vedi anche
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