CERVESATO, Dante
Nato a Rovigo il 22 ag. 1850 da Alessandro e da Antonia Argenti, attese agli studi liceali a Venezia. Dopo aver partecipato alla battaglia di Mentana con i volontari di G. Garibaldi nel 1867, s'iscrisse all'università di Padova, ove nel 1873 si laureò in medicina e chirurgia. Subito dopo la laurea divenne assistente presso la clinica medica dell'università patavina, diretta da V. Pinali, ove rimase per quattro anni. Nel 1878, usufruendo di un posto di perfezionamento all'estero, si recò a Vienna, ove inizialmente si dedicò allo studio della laringologia sotto la guida di L. Schrötter, quindi a quello della pediatria.
In tale disciplina gli fu maestro H. W. Widerhofer, allievo a sua volta del celebre F. M. Mayr: in una scuola di stretta osservanza anatomo-patologica, quindi, il C. iniziò lo studio della pediatria procedendo a numerosi esami autoptici, e poté fondare su solide basi scientifiche la sua formazione specialistica. Questa impostazione teorica e metodologica apparirà chiara alcuni anni dopo, nel 1896 e nel 1897, quando sulla scorta di accurate osservazioni anatomiche e istologiche fornirà preziosi contributi alla conoscenza della poliomielite anteriore acuta infantile.
Tornato a Padova, il C. nel 1882 ottenne la libera docenza in patologia e clinica medica e l'incarico dell'insegnamento della clinica pediatrica: in quell'università, infatti, con regio decreto del 30 marzo dello stesso anno, fu istituita la prima cattedra di pediatria. Nei primi anni della sua attività egli ebbe a disposizione mezzi assai limitati e dovette superare non poche difficoltà; soltanto nel 1889 ottenne l'istituzione di un reparto pediatrico, poche sale di piccole dimensioni, presso l'ospedale civile. Nel 1895 fu nominato professore straordinario e tre anni più tardi ordinario per meriti speciali, in base all'articolo 69 della legge Casati. Intanto, dal 1896 la pediatria era divenuta insegnamento complementare.
Nel 1899 il C. accettò l'invito rivoltogli dall'università di Bologna per l'insegnamento ordinario della clinica pediatrica: il decreto del suo trasferimento da Padova nella nuova sede venne emesso il 21 dicembre di quell'anno. A Bologna il C. iniziò la sua attività in un'ala dell'edificio provinciale dell'ospedale di S. Orsola, ove fondò il primo nucleo di quella che sarebbe divenuta la clinica pediatrica.
Qui egli svolgeva il suo insegnamento al letto dei piccoli pazienti, fedele al metodo anatomo-clinico al quale s'era formato, guidando gli allievi alla attenta minuziosa ricerca di ogni più piccolo segno di malattia. In tal modo, poteva efficacemente dimostrare la necessità di operare in clinica pediatrica con una metodologia inconsueta per chi avesse familiarità con la sola clinica medica: la pediatria, infatti, non ancora sufficientemente evoluta e diffusa, doveva indurre medici e studenti a considerare le profonde differenze esistenti tra l'organismo del bambino e quello dell'adulto in condizioni normali e patologiche, e a trarre preziose indicazioni per la semeiotica, la diagnostica e la terapia. Allo studio e all'insegnamento della metodologia clinica, quindi, il C. dedicò il suo lavoro segnalandosi tra i pionieri della pediatria in Italia.
Pubblicò varie monografie su argomenti clinici e anatomopatologici: tra queste un particolare rilievo meritano quelle concernenti gli studi condotti sulla poliomielite anteriore acuta, cui già s'è fatto cenno (Sopra una epidemia di paralisi spinale infantile, Padova 1896; Seconda contribuzione allo studio della paralisi spinale infantile, ibid. 1897).Le accurate osservazioni cliniche e le pazienti, sistematiche indagini necroscopiche e istologiche gli consentirono di mettere in evidenza alcuni elementi di fondamentale importanza per la conoscenza della forma morbosa in studio: anzitutto, la precocità del sintomo dolore, la cui comparsa alla colonna vertebrale e agli arti a partire dalla quarta-settima giornata di malattia deve ritenersi praticamente costante; quindi la coesistenza, accanto a quelle mielitiche, di lesioni meningee, causate dallo stesso agente etiologico, la cui diffusione avviene per via ematogena; infine, l'identità della forma infantile con quella degli adulti, da considerare così come due espressioni di un'unica malattia, come chiaramente appare dalle sovrapponibilità del tipo di lesioni in esse riscontrate. In particolare, con ricerche istologiche basate su una correttezza tecnica esemplare e su una rigorosa impostazione metodologica, poté dimostrare che nella poliomielite anteriore acuta le lesioni midollari sono molteplici e disseminate, interessano anche la sostanza bianca, le radici nervose e le meningi, sono nettamente prevalenti a livello dei rigonfiamenti cervicale e lombare; che in fase iniziale di malattia nelle corna grigie anteriori compaiono zone di atrofia, nelle quali gli elementi nervosi sono distrutti e sostituiti da un tessuto edematoso ricco di vasi; che, nell'ulteriore evoluzione del processo morboso, queste zone atrofiche vanno incontro alla connettivizzazione con riduzione e scomparsa della vascolarità. Il quadro morfologico illustrato dal C. non è stato in seguito sottoposto a revisioni, ed è ancor oggi sostanzialmente valido.
Il C. fu anche socio fondatore, e dal 1898 vicepresidente, della Società italiana di pediatria. Morì a Bologna il 24 gennaio del 1903.
Bibl.: Necrol., in Riv. di clin. ped., I (1903), p. 144; F. Vizioli, Poliomielite anteriore acuta dei bambini, in A. Cantani-E. Maragliano, Trattato ital. di patologia e terapia medica, II, 3, Milano 1892-1899, pp. 72 s., 88-91; C. Comba, D. C., in Annuario della R. Univers. di Bologna per l'anno 1903-1904, Bologna 1904, pp. 174-76, L. Messedaglia, Per la verità e per la giustizia. D. C. e la clinica pediatrica di Padova, in Riv. di storia d. scienze med. e nat, s. 4, XXXIII (1942), pp. 15 s.; V. Busacchi, Cenni sulle origini e gli sviluppi dell'insegnam. pediatrico a Bologna, in Episteme, VIII (1974), pp. 148-58; L. Premuda, Dalla pediatria sentimentale alla pediatria scientifica ibid., pp. 324-38; N. Latronico, St. della pediatria, Torino 1977, ad Ind.