DANZICA (XII, p. 370; App. I, p. 499)
In seguito al progressivo sviluppo di Gdynia, Danzica (polacco Gdańsk) vide diminuire a partire dal 1930 il traffico del suo porto, e non solo come volume delle merci, ma anche come valore, dato che la Polonia tendeva sempre più a spostare gli scambî verso Gdynia, salvo per le merci povere, come il carbone. In seguito agli eventi politici dell'agosto-settembre 1939 (v. appresso) la città (10 settembre 1939) fu annessa al Reich e divenne capoluogo del Land Danzica-Prussia orientale (26.057 kmq., 2.287.394 ab. nel 1939). Alla fine della seconda Guerra mondiale, Danzica (il 2 aprile 1945) veniva annessa alla Polonia e costituita capoluogo di uno dei 15 voivodati (16.406 kmq. e 967.068 ab. nel 1946); essa costituisce ora uno dei 4 grandi porti marittimi della Polonia.
La città e il porto hanno subìto durante la guerra notevoli distruzioni che, per il porto, possono essere così precisate in percentuali: costruzioni idrotecniche 5%; depositi magazzini, edifici varî 85%; impianti di carico e scarico 80%; rete elettrica 100%; ponti, viadotti, serbatoi idrici 100%; strade, acquedotti e binarî 20%. L'accesso al porto, ostruito dal piroscafo italiano Africana, è stato assicurato nel giugno del 1945. Se prima della guerra Danzica e Gdynia erano in concorrenza, ora esse fanno parte di un unico complesso portuale. A Danzica è affidato in prevalenza il compito di porto di sbocco del carbone della Slesia, che può affluire sino alla foce della Vistola seguendo la linea fluviale Oder-Warta - canale di Bydgoszcz. Nel primo quadrimestre del 1948 il traffico attraverso il porto ha segnato le seguenti cifre: importazioni, t. 130.654,9; esportazioni, t. 1.242.983,2; totale t. 1.373,638,1.
Storia. - I rapporti del governo danzichese con la società delle Nazioni, garante della costituzione della Città libera, continuarono fino al 1938 fra alternative di contrasti e distensioni. Il presidente del senato, il nazista Carlo Arturo Greiser cominciò con l'adottare leggi uguali a quelle del Reich, specie contro gli Ebrei, contro l'uguaglianza legale dei cittadini e la libertà di stampa, quindi tentò con successo di limitare la competenza della Società delle Nazioni. Contemporaneamente vi furono contrasti anche con la Polonia a causa dell'allineamento della moneta danzichese con quella polacca, e per la concorrenza che il porto di Gdynia faceva a quello di Danzica. L'una e l'altra questione furono risolte con accordi egualmente soddisfacenti per le due parti. Il pericolo più grave, quello di una rivendicazione da parte della Germania, si fece imminente dopo la crisi di Monaco che paralizzò la Cecoslovacchia, e segnò il definitivo tramonto della Società delle Nazioni.
Il 24 ottobre 1938 Ribbentrop propose di risolvere in blocco tutte le questioni tedesco-polacche: egli chiese la riunione di Danzica al Reich e le comunicazioni tedesche attraverso il corridoio polacco, in cambio della proroga per 25 anni del patto tedesco-polacco del 1934 e della garanzia tedesca per le frontiere polacche. La questione di Danzica, posta così recisamente divenne da allora il nucleo centrale delle relazioni tedesco-polacche. Il governo di Varsavia, osservando che la Vistola con alla foce il porto di Danzica costituiva la principale via fluviale di comunicazione della Polonia ed era essenziale al suo commercio marittimo e che lo sviluppo e la prosperità di Danzica erano legati ai traffici polacchi, che infine i Tedeschi di Danzica avevano completa libertà nel loro sviluppo nazionale, propose un accordo che mantenesse a Danzica il carattere di Città libera e garantisse tutti i diritti polacchi esistenti, in primo luogo l'unione doganale con la Polonia. In un incontro di Beck, ministro polacco degli Esteri, con Hitler (5-6 gennaio 1939), quest'ultimo dichiarò che Danzica era tedesca sarebbe stata sempre tedesca e, prima o poi, sarebbe tornata alla Germania. La Polonia isolata e senza poter contare sulla Società delle Nazioni, vedeva l'inevitabilità di un accordo con la Germania, ma non poteva rinunciare alla sua indipendenza economica e politica legata alle comunicazioni col mare; perciò le trattative non fecero alcun progresso. Il 21 marzo 1939 Ribbentrop ripeté la recisa richiesta del ritorno di Danzica e del passaggio attraverso il corridoio, dichiarando che queste erano le premesse necessarie di un accordo e che la soluzione era urgente. Il governo polacco rispose proponendo una garanzia comune tedesco-polacca che soddisfacesse le aspirazioni nazionali della popolazione di Danzica. Ma intanto la fine dello stato cecoslovacco (15 marzo 1939) avendo profondamente cambiato la situazione e messa la Polonia quasi in balia della Germania, l'Inghilterra si affrettò a dare una garanzia di assistenza alla Polonia (31 marzo 1939), garanzia che divenne bilaterale il 6 aprile. Hitler rispondeva colla denuncia del trattato del 1934, e ripeteva le sue richieste (28 aprile 1939). In questo modo la questione di Danzica, diventava una questione europea, ed era sempre più difficile conciliare i due punti di vista opposti.
Si rammenta inoltre che, mentre per lo statuto della Città libera, questa doveva essere smilitarizzata, nel luglio 1939, il senato aveva ordinato la costituzione di un campo trincerato; uomini e mezzi bellici furono requisiti ed affluirono anche volontarî dalla Germania in veste turistica; sì che in breve si venne a costituire un presidio pari alla forza di un corpo d'armata. Ampî lavori di fortificazione vennero rapidamente portati a termine e si armarono, già in agosto, le opere di difesa.
Tutti questi preparativi facevano temere che il senato di Danzica si preparasse a decretare l'annessione al Reich. Dal canto suo Hitler, fin dall'aprile, aveva deciso di risolvere la questione anche a costo di una guerra con la Polonia. Tale eventualità si dimostrò imminente dopo la firma dell'accordo tedesco-russo (23 agosto 1939); quindi Danzica diventò il pretesto di un conflitto più vasto (v. anche guerra mondiale, in questa App.).
Nelle prime ore del 1° settembre, mentre le truppe tedesche attaccavano la Polonia, Forster, come capo della Città libera, decretava la riannessione di Danzica al Reich, e la sua deliberazione veniva confermata alle ore 10 al Reichstag tedesco.
Tuttavia il 26 settembre il presidio polacco della città resisteva ancora. I ripetuti inviti alla resa erano stati respinti; il 26 si ripresero le azioni militari. Con audace colpo di mano i Tedeschi occuparono il forte Mokotorsk e una parte del sobborgo Mokotów. L'artiglieria pesante eseguiva notte e giorno tiri contro i forti, i trinceramenti e, al centro, contro la cittadella, sede del Comando. Il 27 il gen. Rummel si arrese. Il 1° ottobre entravano nella città le truppe tedesche. Modlin si arrendeva con 30.000 uomini il 28.
La città rimase in mano tedesca fino al 30 marzo 1945 quando fu conquistata, dopo durissimi combattimenti, dai Russi. Fu dichiarata annessa alla Polonia (2 aprile) dal governo provvisorio polacco; e tale decisione fu sostanzialmente confermata dalla conferenza di Potsdam (luglio 1945).
Bibl.: Libro bianco tedesco, n. 2, in Relazioni Internazionali, 1939, n. 52; République de Pologne, Ministère des Affaires Étrangères, Les Relations polono-allemandes et polono-sovietiques 1933-39, Parigi 1940.