Ribeiro, Darcy
Scrittore, antropologo, educatore e uomo politico brasiliano, nato a Montes Claros (Minas Gerais) il 26 ottobre 1922, morto a Brasilia il 17 febbraio 1997. Si laureò in sociologia con una specializzazione in etnologia presso l'università di San Paolo (1946). L'anno successivo ottenne l'incarico di 'naturalista' presso la sezione Studi per la protezione dell'Indio e iniziò una decennale peregrinazione nella regione del Pantanal, nelle foreste del Brasile centrale e in Amazzonia, che lo portò a convivere lungamente con i popoli indigeni. Nei primi due anni visse con gli Indios Kadiwéu, cui dedicò la sua prima monografia (Kadiwéu, 1950), che gli valse il premio Fábio Prado; nel 1949, insieme al linguista M. Boudine e al documentarista H. Foerthmann, condusse ricerche presso gli Indios Kaapor. Negli anni successivi promosse la fondazione del Museu do Índio a Rio de Janeiro e collaborò con l'UNESCO e l'Organizzazione internazionale del lavoro, occupandosi dei progetti di valorizzazione delle culture indigene. Nei primi anni Sessanta fu tra i fondatori della Universidade de Brasília di cui divenne il primo rettore. Ministro dell'Educazione e poi ministro in capo della Casa Civil durante l'amministrazione progressista del presidente J. Goulart (1961-64), in seguito al golpe militare fu costretto all'esilio: ai soggiorni in America Latina, con incarichi governativi nel Chile di S. Allende e nel Perù di V. Alvarado, alternò quelli in Europa e in Algeria. Nel 1976 fece ritorno in Brasile dove venne eletto vicegovernatore dello Stato di Rio de Janeiro; nel 1991 fu eletto senatore e l'anno seguente divenne membro dell'Academia Brasileira de Letras.
Durante gli anni dell'esilio si dedicò all'elaborazione di programmi di riforma universitaria (A universidade necessária, 1969) e alla redazione dei cinque volumi dei suoi Estudos de antropologia da civilização (O processo civilizatório, 1968, trad. it. 1973; As Américas e a civilização, 1969, trad. it. 1975; Os Brasileiros: 1°. Teoria do Brasil, 1969; Os Índios e a civilização, 1970, trad. it. In difesa delle civiltà indios, 1973; O dilema da América Latina, 1971, trad. it. 1976) che gli valsero una notorietà internazionale e furono tradotti in tutto il mondo, diffondendo il metodo di un nuovo approccio alla società sudamericana: oggetto, da allora in poi, di un'attenzione non più condizionata da modelli europei e nordamericani. Tornato in patria, pubblicò il primo romanzo, Maíra (1976; trad. it. 1979), ambientato tra gli Indios amazzonici, suggestiva reinvenzione, in termini narrativi, di una storia realmente accaduta. Seguirono: O mulo (1981; trad. it. 1983), che "incarna e ritrae la mentalità bruta della classe contadina dominante del Brasile"; Utopia selvagem (1982; trad. it. 1987), novella fantastica ambientata sulla terza sponda del fiume, quella dell'immaginazione, e il romanzo Migo (1988). Una sapida storia critica e anticonformista del Brasile tra il 1900 e il 1980 è Aos trancos e barrancos (1985); del 1991 è l'opera memorialistica Testemunho. Nel 1995 pubblicò il saggio di antropologia culturale O povo brasileiro che, insieme alla raccolta di saggi e discorsi Noções de coisas (1996) e ai Diarios índios (1996), suggellò la sua attività.
Della ricchissima produzione saggistica di R. si ricordano inoltre: UnB (1978); Ensaios insólitos (1979); Nossa escola è uma calamidade (1984); América Latina, a pátria grande (1986); Sobre o óbvio (1986).
bibliografia
Darcy Ribeiro, a cura di H. Ribeiro Coelho, Belo Horizonte 1997 (con ampia bibliografia degli scritti di Ribeiro e su Ribeiro, alle pp. 117-66).