DARDISTAN ("paese dei Dardi"; A. T., 93-94)
Regione montana del Himalaya occidentale estesa a N. del Kashmir intorno alla grande curva dell'Indo, e comprendente varî piccoli stati: Chitral, Yasin, Hunza, Nagar, Kohistan, Gilgit ecc., in parte tributarî del Kashmir, in parte inclusi nelle Frontiere del NO. dell'India inglese (circa 60.000 kmq.).
Dal punto di vista geologico e orografico il territorio è formato da un fascio di monti costituiti da terreni in massima parte cristallini con qualche lembo di calcare terziario, il tutto paragonabile alla serie dei terreni che si ritrovano nelle zone mesozoiche del Himalaya kashmiriano. Le catene di montagne culminano in vette alte sino ai 7750 m. del Tirich Mir, ai 7788 e 7784 di altre cime anonime, ospitanti numerosi ghiacciai, che se non sono fra i più lunghi del Himalaya li seguono però da vicino. A parte le oasi e le terrazze coltivate delle valli, dove allignano l'albicocco e i cereali alpini, pochissime e molto limitate sono le aree forestali, mentre i fianchi delle montagne sono rocciosi, scoscesi e brulli. La popolazione è raccolta nelle valli sotto ai 3300 m., dove sono possibili, sui terreni alluvionali, l'agricoltura e la pastorizia.
I Dardi sono una popolazione di lingua indo-europea (ramo indo-iranico, con peculiarità linguistiche più iraniche che indiane) insediata, a nuclei, anche nel Baltistan e nel Ladak, e, secondo il Biddulph, a N. dell'Hindu-Kush e nell'alta valle Yarkand. Il dardo sembra essere a base dell'attuale kashmiri.
Nei riguardi culturali, i Dardi presentano le maggiori affinità con l'India. Sia gli uomini sia le donne portano larghi pantaloni e un camice fissato alla vita da una cintura; ai piedi calzari di strisce di cuoio; coprono il capo, secondo i distretti, con piccoli turbanti o con berretti di feltro dall'orlo arrotolato. I giovani radono il sommo del capo lasciando i capelli lunghi sulle tempie, i vecchi si radono interamente. Usavano in passato archi di corno, asce da battaglia, scudi rotondi di cuoio, cotte di maglia. Avevano un calendario diviso in due stagioni, da solstizio a solstizio.
L'islamismo fu introdotto nella regione alla fine del sec. XIII: ma varî costumi e riti attestano precedenti influssi braminici o buddhisti: è abborrita, per es., la vacca e non viene fatto uso del latte; la cremazione dei cadaveri e il satī, olocausto della vedova sul rogo, persistettero fino a tempi recenti. Sono poligami e il matrimonio avviene per compra. Il giuoco dei Dardi è il polo. Alle danze, spesso mimiche, prendono raramente parte le donne. Le maggiori feste sono connesse con l'agricoltura e con le stagioni: sopravvivenze di antiche feste rituali religiose. L'istituzione sociale più originale dei Dardi è quella del parentado adottivo, in uso nelle classi più elevate, per cui i figli sono allevati in casa d'una madre adottiva: il matrimonio fra parenti d'adozione è ritenuto incestuoso. Sono distinti in classi professionali parzialmente endogamiche, simili alle caste indiane. In passato erano divisi in gruppi retti da anziani; oggi sono sottoposti per la maggior parte alla sovranità del Kashmir.
Bibl.: G. W. Leitner, The Languages and Races of Dardistan, Lahore 1868; F. Drew, The Jummoo and Kashmir Territories, Londra 1875; J. Biddulph, Tribes of the Hindoo Kooh, Calcutta 1880. Sui Brokpa e Machnopa, v. le relazioni scientifiche della spedizione De Filippi: serie 2ª, vol. VIII, G. Dainelli, Le condizioni delle genti, Bologna 1924 e vol. IX, R. Biasutti e G. Dainelli, I tipi umani, Bologna 1925. V. inoltre, R. Shaw, Stray Arians in Tibet, in Journal Asiatic Soc. of Bengal, 1878; R.E. Ujfalvy, Les Aryens au Nord et au Sud de l'Hindou-Kouch, Parigi 1896; G.A. Durand, The Making of a Frontier, Londra 1899; G.A. Grierson, Linguistic Survey of India, IV, Calcutta 1906; id., Torwali, an account of a Dardi Language of the Swat Kohistan. Per le feste: Ghulam Muhammad, Festivals and Folklore of Gilgit.