ATTENDOLO (Attendolo Crespolo, Attendoli Crespoli), Dario
Visse nel sec. XVI, e fu sicuramente di Bagnacavallo, come si legge nel titolo del libro Il Duello. Studiò legge a Ferrara (o a Bologna), ma, anziché dedicarsi all'avvocatura, preferì tentare il mestiere delle armi e combatté in Piemonte con Ferrante Sanseverìno principe di Salerno, capitano generale delle fanterie di Carlo V. Si rivolse quindi allo studio delle lettere e pubblicò due opere intorno ad argomenti riguardanti questioni d'onore: Il Duello di M. Dario Attendolo...,Venezia 1560 (concordemente considerata prima edizione; solo il d'Ayala cita un'anteriore edizione del 1555, ma la notizia non ha conferma), e il Discorso di M. Dario Attendoli intorno all'honore e al modo di indurre le querele per ogni sorte d'ingiurie alla pace, Venezia 1563.
Nella prima opera l'A. tentò una giustificazione legale del duello come "un abbattimento fra due, che per causa d'honore con l'arme del pari dinanzi a giudice eletto provare a diffendere intendano per vero, quello che non si può altramente provare". Incorso, a quanto pare, nella condanna da parte dell'Indice, l'A. si affrettò a pubblicare la seconda opera, dedicata al vescovo di Narni, Pier Donato Cesi, che, in aperto contrasto con la prima, offriva al lettore esempio di come si potessero risolvere le questioni d'onore senza ricorrere all'uso delle armi, dal momento che "né altra cosa è più da Dio ottimo e grandissimo commendata che la rimissione delle offese".
Opera di scarso valore è il Discorso, in cm l'A. mostra di aver tenuto presenti le opinioni di A. Bernardi, vescovo di Caserta, di G. B. Pigna, del Muzio, dei due Possevino e di altri minori trattatisti, inserendosi in una già cospicua tradizione etico-giuridica. Maggior interesse (seppure un ìnteresse prevalentemente storico) riserva il Duello, che non di rado permette (grazie alle leggi e alle opinioni dei dottori citate in margine) di approfondire questo caratteristico aspetto del costume cinque-seicentesco.
Tanto il Duello quanto il Discorso intorno all'honore furono più volte ristampati. Del Duello Gabriel Giolito de' Ferrari pubblicò una seconda edizione nel 1563, ampliata e corretta dall'autore. Unitamente al Duello, appunto nell'edizione giolitina del 1563, fu pubblicato per la prima volta il Discorso intorno all'honore, il che trova conferma nella dedicatoria al vescovo di Narni che porta la data del 1° aprile dello stesso anno. Di entrambe le opere si trovano anche edizioni del 1564 e 1565 sempre pubblicate da Gabriel Giolito de, Ferrari. Contraffatta è l'edizione del 1562, che molti autori citano come giolitina.
L'A. fu anche poeta in volgare: ne fa testimonianza un suo sonetto pubblicato nella raccolta Rime scelte de' poeti ferraresi antichi e moderni, Ferrara 1713, pp. 73, tratto da una anteriore raccolta di poesie comprendente La nimpha tiberina del Molza, eccellentiss. novellamente posta in luce, con altre sue rime, et de altri diversi autori non più vedute in stampa,s. I. né d.; a c. 38 si legge il sonetto dell'A. con questo titolo: Di M. Dario Crespolo Attendoli, in L'Ariosto, poesia di scarso valore artistico che segue da vicino gli schemi della lirica celebrativa.
Bibl.: G. M.Mazzuchellì, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 1211 s.; G. B. Mittarelli, De litteratura Faventinorum, Venetiis 1775, coll. 9 s.; M. d'Ayala, Bibl. milit. ital., V,Torino 1854, pp. 38 s.; S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito de' Forrari da Trino di Monferrato stampatore in Venezia, I (1890), pp. 174-177; G. E. Levi-J. Gelli, Bibl. del duello, Milano 1903, pp. 108 s., 243; F. Flamini, Il Cinquecento, Milano s. d., pp. 383 s.